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Reggina, ma non era tutta colpa di Pergolizzi? La verità è che…


Il calcio non è matematica. Ma si avvicina molto. Ai prossimi Mondiali nel 2026 parteciperanno 48 Nazionali, ma possono ambire alla vittoria soltanto le solite 5-6: Germania, Spagna, Francia, Italia, Inghilterra e forse, ma è molto difficile, Argentina e il Brasile. Le uniche ad averlo vinto nella storia oltre l’Uruguay (ma solo nella prima metà del secolo scorso), e anche le uniche ad aver mai raggiunto la finale negli ultimi 60 anni oltre a Croazia e Olanda. Insomma, il calcio non è matematica. Ma quasi.

Nell’attuale Champions League giocano 36 squadre, ma scommettiamo che non la vinceranno né lo Sturm Graz né lo Young Boys. E neanche il Monaco o il Brest che sono al momento seconde nella classifica del girone unico. Perché il calcio non è matematica, ma si avvicina moltissimo.

Il caso della serie D: perchè è matematica pura

Lo stesso discorso possiamo farlo per la serie A, la serie B, i tre gironi della Serie C. Nella serie D, poi, è praticamente matematica pura. E’ la categoria in cui il fattore economico è più determinante in assoluto, perchè ci sono storicamente poche big blasonate che si trovano qui per caso, dopo un fallimento, e quindi ambiscono all’immediata promozione nei professionisti (spesso e volentieri considerando la serie C solo come una piccola tappa verso traguardi più ambiziosi) e tantissime piccole miracolate, rappresentative di minuscoli paesini di collina o addirittura montagna, che fanno fatica a concludere la stagione barcamenandosi tra mille difficoltà e sempre con l’incertezza di esistere ancora o meno l’anno successivo. Insomma, vince chi ha i soldi, e ad averceli sono in così pochi che se ce li hai è molto probabile che vinci: dovresti essere proprio un totale incapace a dilapidarli. Il budget necessario per vincere la serie D è più o meno di 2,5 milioni di euro. Possono diventare 3 milioni se non sei in gamba e se ci sono altre avversarie molto forti economicamente. Oppure 2 milioni se sei particolarmente bravo e hai la fortuna che in quell’anno lì, proprio in quell’anno lì, non ci sono rivali. Il calcio non è matematica, ma quasi. Per quanto riguarda la serie D, significa che se metti 2,5 milioni di euro ma sei incapace, il campionato puoi pure perderlo. Ma se non metti 2,5 milioni di euro, il campionato non lo vincerai mai in ogni caso. E’ matematica. E’ scienza. Lo dice la storia.

Basta guardarla, la storia. Come si può fare calcio senza conoscere la storia? L’anno scorso il campionato doveva vincerlo il Trapani e l’ha dominato il Trapani dalla prima all’ultima giornata; due anni fa doveva vincerlo il Catania e l’ha stravinto dando 40 punti alla seconda. Quest’anno la grande favorita è il Siracusa e infatti dopo 13 giornate è già in fuga, non solo perchè è primo da solo in testa alla classifica ma perchè in 13 partite ha dimostrato una assoluta superiorità, subendo appena 4 gol (record assoluto tra serie A, serie B, tutti i tre gironi di serie C e tutti i 9 gironi di serie D!) e ha vinto tutti gli scontri diretti disputati (con Reggina e Scafatese). Quello con la Vibonese deve ancora giocarlo, e a Vibo sono più preoccupati che a Ortigia e dintorni. Il calcio non è matematica, ma quasi. Soprattutto in serie D.

Perché la Reggina di Ballarino ha già perso: altro che colpe di Pergolizzi…

Ecco perchè per la Reggina di Ballarino, Bonanno e Praticò non c’è niente da fare. Il campionato si decide d’estate e la Reggina si è messa da sola fuori dai giochi prima di iniziare, destinando pochi soldi, di gran lunga inferiori (di oltre la metà) al budget necessario per vincere, e per giunta usandoli male, con scelte fallimentari, basti pensare alle numerose rescissioni già effettuate. Ogni rescissione maturata da settembre ad oggi (e abbiamo perso il conto, ma sono più di una decina), significa aver fallito quella scelta nei mesi precedenti. E quindi aver dilapidato denari. Che erano già pochi. E quei pochi che c’erano, li hanno usati male.

E poi c’è il tema dell’allenatore. Nonostante tutte queste palesi premesse, nella tifoseria la sempre più sparuta frangia di allocchi aveva dato credito ai proclami della società confondendo un manipolo di pensionati con una “super corazzata” che avrebbe dovuto “ammazzare il campionato” (!!!), per poi prendersela con Pergolizzi accusandolo di essere il colpevole dei fallimentari risultati maturati sul campo. Adesso, però, Pergolizzi non c’è più e anche quest’ultimo alibi è caduto. Ieri non c’era Pergolizzi in panchina quando la super corazzata si è fatta rimontare in casa da 2-0 a 2-2 dalla quartultima in classifica, rimediando l’ennesimo pari con le piccole dopo gli sconfortanti pareggi con Acireale e Akragas, ultima e penultima.

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Per noi non è una sorpresa. Non ce la siamo mai presa con calciatori e allenatori, da quando è arrivato Ballarino, perchè non hanno alcuna colpa. Loro fanno quello che possono, ma l’unico problema è quello di una proprietà totalmente inconsistente economicamente, per giunta priva di idee valide avendo scelto una pletora di incapaci nella dirigenza societaria.

Adesso Ballarino, senza altri alibi, se la prende con i calciatori

Come vuole salire in Serie C la Reggina di Ballarino, se perde gli scontri diretti e non è in grado di vincere neanche con le ultime della classe? Questi dirigenti che da 15 mesi si riempiono la bocca di “programmazione“, che tipo di programmazione stanno facendo se hanno scelto un DS e poi l’hanno silurato dopo il primo anno, sostituendolo con il vecchio DG che ha già rescisso con mezza squadra che aveva costruito d’estate? In questo contesto, sono clamorose le dichiarazioni rilasciate ieri a Tonino Massara dal patron Ballarino che se l’è presa con i calciatori: “sono stati ridicoli perché quei gol non si possono prendere“. Clamoroso. Senza più l’alibi dell’allenatore, il patron se la prende con i calciatori.

Ma come, non erano dei super lussi per la categoria, scelti da lui e dai suoi validissimi collaboratori? Ma come, Ballarino, non era proprio lei che raccontava a Reggio Calabria che la serie D non si vince con i soldi ma con le idee? E non è stato proprio lei, quando ha litigato in piazza con Ripepi qualche giorno fa, a dire che l’unico suo problema è la serie D perchè se riuscirà ad uscire da quest’inferno, poi arriverà facilmente in serie A, perchè “la serie D è più difficile della serie A“? O forse la serie D è la più difficile del mondo, per lei, perchè è l’unico campionato della sua storia in cui si è confrontato, prendendo mazzate da due anni a questa parte?

Lo sa, caro Ballarino, che se dovesse arrivare in serie C, per andare in B dovrà investire almeno 15 milioni di euro? Oltre un milione al mese! Dovrà mettere ogni mese più soldi di quelli che adesso non riesce a investire neanche in un anno intero. Lo sa che ci sono proprietà facoltose, pensiamo a quelle di Benevento e Catanzaro, che negli scorsi anni hanno investito oltre 10 milioni di euro l’anno e sono riusciti a vincere la serie C soltanto dopo 5 o 6 anni? Per andare in serie B hanno dovuto spendere oltre 55-60 milioni di euro. Sa cosa significa? Lo vede che persino un multimiliardario come Pelligra sta facendo fatica da due anni con il Catania, la squadra della sua città? Come pensa di poter vincere la serie C, se neanche in serie D riesce a prendere i calciatori migliori e va al risparmio persino sulla mensa del Sant’Agata?

E poi, qualora dovesse capitargli di fare la serie B, non vede che il Palermo del City Group, non so se ha presente cos’è il City Group caro Ballarino, sicuramente inezie rispetto alla sua Maserati, spende 50 milioni di euro l’anno e non riesce neanche a competere per la vittoria del torneo? Se ne rende conto, caro Ballarino, di che cos’è diventato il calcio di oggi, di quanti soldi servono per vincere, in ogni categoria, e di quanto la difficoltà sia crescente tanto più si sale di categoria?

Queste cose non le sapeva quando ha presentato il suo business plan al Comune di Reggio Calabria in cui prometteva e garantiva che in questo preciso momento, a novembre 2024, la Reggina sarebbe prima per distacco in serie C, lanciatissima verso la doppia promozione immediata dalla D alla B? E invece siamo qui a fare figuracce con il Pompei?

In un’intervista uscendo dallo stadio, Mimmo Praticò intercettato in auto dai microfoni della stampa accusava i calciatori della Reggina che dovrebbero fare meglio “per quanto sono pagati“. E adesso Ballarino lo segue a ruota prendendosela con i calciatori. Ma è da due stagioni che cambiano i calciatori, cambiano gli allenatori, cambiano i dirigenti ma qui ancora qualcuno non ha capito che se non c’è una proprietà che fa gli investimenti adeguati, può venire anche Ancelotti ma sempre schiaffi in faccia prenderà dalle squadre di paese.

La serie C, per fare cosa? Continuare a subire umiliazioni? No, grazie…

Fermo restando che la serie C non entusiasma certo nessuno. Anche qualora la Reggina dovesse andare in serie C con questa proprietà, non cambierebbe assolutamente nulla. Lo ha detto Emanuele Belardi poche ore fa ai microfoni di StrettoWeb: Reggio Calabria merita altro, ha altre ambizioni. Ballarino può chiederlo al suo DG Giuseppe Praticò cosa significa per tre anni consecutivi militare in serie C e lottare per la salvezza, con umiliazioni e mortificazioni settimanali, anche clamorose (indimenticabile, ahinoi, il 2-6 del Matera al Granillo). Lo stadio rimane vuoto, la tifoseria è in contestazione, e dopo tre anni di sofferenza non si riescono più a pagare gli stipendi e la società si trova sull’orlo del fallimento. Non è un romanzo, ripetiamo: basta chiedere al DG Praticò, è stata la sua esperienza alla Reggina tra 2015 e 2018. E non è nulla di diverso da quello che sta succedendo al Messina con Sciotto.

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Nel calcio di oggi servono i soldi, e ne servono tanti. Poi ovviamente anche le idee, perchè solo con i soldi non si va da nessuna parte. Ma pur avendo le idee, senza soldi non c’è alcuna strada per realizzarle. E comunque il club di Ballarino & company ha già dimostrato con i fatti di non avere neanche le idee, altrimenti, lo ripetiamo, non avrebbe già cambiato in un anno il direttore sportivo, il direttore generale, due volte l’allenatore, rivoluzionato la squadra e quest’anno persino rescisso i contratti di mezza squadra appena due mesi dopo averli sottoscritti. Sono queste le idee? E’ questa la programmazione? Se l’obiettivo è quello di accontentare Brunetti per il suo sogno dei “dieci anni di serie D“, allora sì che siamo sulla strada giusta. Con buona pace dei soliti allocchi, mentre i reggini normodotati ormai da due anni si divertono ed entusiasmano per le ottime performance della Viola Basket e della Domotek Volley. Due espressioni di pura regginità che stanno regalando soddisfazioni crescenti, mentre il calcio è ormai qualcosa che purtroppo appartiene solo al passato di questa città.



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