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Without Blood: la nostra intervista ad Angelina Jolie


L’attrice e regista è arrivata al Torino Film Festival, dove ha ricevuto la Stella della Mole, per presentare la sua ultima prova dietro la macchina da presa tratta dal romanzo di Alessandro Baricco.

“Mi ha scritto una mail ed è come se ti scrivesse Jessica Rabbit o Topolino. Non credevo esistesse veramente”. Alessandro Baricco scherza nel rievocare il primo incontro con Angelina Jolie. L’attrice e regista è arrivata a sorpresa al Torino Film Festival per presentare in anteprima internazionale la sua ultima prova dietro la macchina da presa, Without Blood, adattamento del romanzo del 2002 Senza Sangue scritto dall’autore torinese. Abito nero lungo dal taglio semplice, un paio di ballerine dello stesso colore e lunghi capelli biondi, la regista ha anche prodotto la pellicola girata in Italia con la sua Jolie Productions insieme a Fremantle, The Apartment Pictures e De Maio Entertainment.

La scrittura cinematografica di Baricco

Angelina Jolie Festival Di Torino Conferenza

Angelina Jolie durante la conferenza stampa di Torino

Protagonisti della pellicola Salma Hayek e Demián Bichir per una storia ambientata agli inizi del XX secolo che esplora i conflitti armati e le ferite traumatiche che infliggono sulle persone che riescono a sopravvivere. Un medico padre di famiglia che vive in una fattoria, viene assalito da un gruppo di uomini armati. Nonostante il suo tentativo di difendere se stesso e i suoi figli non può fare nulla. Anni dopo vediamo una donna, Nina (Hayek), incontrare Tito (Bichir), al suo chiosco. L’incontro è apparentemente casuale, ma entrambi sanno che non è così. Quando i due iniziano a parlare si evince come la guerra, finita da anni, continui a infestare il loro animo e come, a volte, la rabbia è l’unico modo per sopravvivere e la vendetta può presentarsi in molti modi.

Without Blood Angelina Jolie Foto Set Ph Credits Stefano C Montesi

Sul set di Without Blood

“Sono un’ammiratrice di Baricco da tanto tempo. Ho letto il romanzo all’incirca otto anni fa rimanendo colpita dalla sua scrittura limpida, cinematografica. È come un regista per come riesce a creare un’immagine nitida con le parole. Ho avuto l’impressione di trovarmi davanti a un vero studio della nostra umanità, delle relazioni umane e una discussione necessaria, ora più che mai. Ho cercato di adattarmi al testo originale senza fare troppi cambiamenti”, confessa Angelina Jolie.

Un romanzo che pone quesiti

Quando, dopo la mail, la regista e lo scrittore si sono incontrati di persona a Los Angeles nella villa in cui vive Jolie – un tempo appartenuta a Cecil B. De Mille – i due hanno iniziato a parlare del romanzo e dell’adattamento davanti a un piatto di spaghetti “non male” come ricorda Baricco facendo arrossire la regista. “Vi rendete conto che ho cucinato degli spaghetti per un italiano? È folle”, scoppia a ridere Jolie per poi parlare del suo approccio alla materia letteraria.

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Angelina Jolie Festiva Di Torino

Angelina Jolie e la sua Stella delle Mole

“Per certi versi il mio atteggiamento è stato di grande umiltà, ho cercato di ascoltare le pagine. Tutti i membri della troupe hanno studiato il romanzo e abbiamo provato ad entrare nella mente di Baricco. Una mente bellissima che ci ha messi davanti a una serie di quesiti e ci hanno fatto riflettere su noi stessi”, afferma l’attrice.

“Chi cerca buoni e cattivi non li troverà in Without Blood, ma c’è la complessità che portiamo con noi in quanto esseri umani, il cercare di capire come siamo finiti nella vita che viviamo. Il viaggio non è stato quello di fare un film ma di stare insieme per riflettere nel modo in cui ci trattiamo. Sederci a un tavolo per trovare un terreno comune. Oggi siamo incapaci di farlo a causa dei nostri preconcetti. Il film non risolve qualcosa, non dà risposte ma ci aiuta a riflettere sugli esseri umani.

Solidarietà e protezione reciproca

Tra le tematiche del film anche quella della violenza scaturita dalla guerra. Un tema quanto mai attuale. “È importante proteggere tutti gli esseri più vulnerabili. Donne, uomini o bambini”, sottolinea la regista. “Le guerre sono state quasi normalizzate. Ogni giorno vediamo cifre spaventose di perdite di vite umane. E vorrei iniziassimo a chiederci come, donne e uomini insieme, possiamo imporci contro coloro che sono ignoranti e violenti e concentrarci sulla solidarietà e la protezione reciproca. Vorrei che anche gli uomini si unissero a questa conversazione”.





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