Il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy: beneficio fiscale inserito in Manovra così rispondiamo alle richieste delle imprese venete
«Che ci sia un problema di caro affitti è evidente, negli ultimi dieci anni c’è stato un aumento dei prezzi che in alcune realtà è superiore all’inflazione, con una crescita media del 9,4%. Tra l’ottobre 2022 e il 2024 del 6%, segno che c’è stato un rincaro importante tra il post-pandemia e adesso. Ma con la legge di bilancio sono stati introdotti provvedimenti per dare risposte alle richieste di trovare soluzioni partite delle imprese». Di recente Massimo Bitonci, sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, insieme al ministro Adolfo Urso ha incontrato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, e prima ancora il confronto si è aperto con gli industriali veneti che hanno lanciato il grido d’allarme sulla casa chiedendo interventi nazionali. Ma non solo: «Giovedì ne abbiamo discusso al tavolo sull’allerta prezzi, presenti Istat, Banca d’Italia, ministeri, agenti immobiliari».
Sottosegretario, anche sabato all’assemblea generale di Confindustria Veneto Est è emersa l’urgenza di soluzioni abitative per i lavoratori.
«In ambito di legge di bilancio sono stati inseriti provvedimenti».
Quali?
«Per primo, il mondo delle imprese venete ha sottoposto l’esigenza di soluzioni ad hoc per quanto riguarda lavoratori che si spostano e i lavoratori che vogliono venire qui in Veneto. Da questa richiesta è nato un importante provvedimento, introdotto con l’articolo 68 della legge di bilancio: un’agevolazione di carattere fiscale, non emendabile, che prevede la possibilità per chi si sposta di oltre cento chilometri per occupare un posto di lavoro dall’1 gennaio 2025 una agevolazione di cinquemila euro annui in detrazione dal reddito e riguarda i neoassunti a tempo indeterminato che trasferiscono la residenza (nel dettaglio, la norma rientra nel pacchetto dei fringe benefit: il datore di lavoro potrà rimborsare o erogare al lavoratore le spese di locazione e gli oneri accessori, fino a 5 mila euro l’anno. Somme che, non formando reddito, sono esenti da Irpef, ndr). Si aiuta quindi a sostenere le spese di affitto e anche di manutenzione di fabbricati locati per i dipendenti. Inoltre, rappresenta anche una spinta alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a indeterminato».
Gli industriali chiedono che si pensi anche a un Piano casa strutturale, perché le abitazioni disponibili sul mercato sono troppo poche.
«Sempre nella legge di bilancio, all’articolo 71, c’è il tema della revisione delle misure volte alla promozione della residenza pubblica e delle politiche abitative sia per quanto riguarda le case Ater sia per l’edilizia in campo sociale di cui il ministero di competenza è il Mit, Infrastrutture, che sta lavorando a questo Piano casa per razionalizzare l’offerta abitativa disponibile. Ci sono progetti di housing sociale (gli affitti a canone calmierato, ndr) inseriti nel Pnrr per progetti di housing sociale».
Si parla però di edilizia pubblica.
«Non solo, sempre all’articolo 71, si rilanciano politiche abitative, in ambito di social housing, anche effettuate dai privati a favore dei lavoratori».
Resta aperto il tema dei temi: di case sfitte ce ne sono, ma non vengono locate. Oppure finiscono nel mercato delle locazioni turistiche.
«Il problema delle case sfitte, dal mio punto di vista, è molto legato al problema civilistico, al tema cioè che nelle leggi per ora, ma ci si sta lavorando, i tempi di rilascio dell’appartamento in caso di mancato pagamento, per quanto riguarda i morosi che non si trovano in situazioni di estrema difficoltà, sono molto lunghi e questo spinge i proprietari a pensarci molto bene prima di dare in affitto un’abitazione sapendo che le tutele sono limitate. Era così anche in passato, con anche il blocco degli sfratti da parte dei governi per gestire l’emergenza abitativa. Questo governo non farà mai politiche di questo genere. Va normato, ed è parte della riforma su cui si sta lavorando, il rilascio dell’abitazione in tempi brevi, questo al di là delle reali situazioni di emergenza da affrontare con l’edilizia residenziale pubblica».
E sull’altro corno della questione, gli affitti brevi?
«C’è un problema che i sindaci delle città turistiche come Venezia, Firenze, Roma stanno cercando di affrontare. Noi siamo per libera iniziativa ma va trovato il modo di limitare la percentuale di abitazioni che possono essere date agli affitti brevi in modo da non spopolare le città turistiche dai residenti. È un tema sul tavolo. Il ministero del Turismo ha già introdotto il codice Cin, il primo che identifica su scala nazionale».
Tornando alle richieste degli industriali: niente Piano casa sul modello Fanfani?
«Gli italiani, a livello europeo, sono la popolazione con la percentuale più alta di proprietà…».
Ma anche acquistare è diventato problematico.
«C’è stata una flessione nelle compravendite immobiliari però con un rispettivo aumento del valore medio delle abitazioni. Su questo ha influito, ad esempio, il Superbonus 110, e tutta una serie di cose che hanno ”viziato” il mercato. Altro effetto negativo è il costo del denaro, con l’aumento dei tassi di interesse. Questo è il quadro».
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