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Risultato appeso a un filo per i quattro oggetti in votazione questo fine settimana




In quanto ministro dei trasporti, Albert Rösti è in prima linea durante questa votazione.


Keystone / Peter Klaunzer

Ampliamento della rete autostradale, finanziamento uniforme delle cure e due revisioni del diritto di locazione: l’esito dei quattro progetti delle autorità sottoposti al voto popolare questa domenica è incerto. Non è escluso che dalle urne escano quattro no, il che rappresenterebbe una grave sconfitta per Governo e maggioranza del Parlamento.

L’ampliamento di una parte della rete autostradale svizzera è stato senza dubbio il tema che ha animato maggiormente i dibattiti in vista delle votazioni del 24 novembre.

Secondo l’ultimo sondaggio della SSR, il sostegno al progetto è crollato verso la fine della campagna. Il popolo potrebbe quindi rifiutare il progetto. Tuttavia, il divario tra il campo del “sì” e quello del “no” è ridotto, quindi tutto è ancora possibile.

>> L’ultimo sondaggio della SSR prima del voto:

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Il progetto presentato dal Parlamento e dal Governo è nato da una semplice constatazione: gli ingorghi continuano ad aumentare sulle strade della Svizzera. L’anno scorso, le automobiliste e gli automobilisti sono rimasti bloccati nei loro veicoli per quasi 50’000 ore. Per risolvere il problema, le autorità intendono ampliare sei tratti autostradali, principalmente sull’A1, la più lunga autostrada che attraversa il Paese da ovest a est.

L’obiettivo è quello di eliminare i colli di bottiglia in punti strategici, creando una terza corsia, ma anche di evitare lo spostamento del traffico nelle zone abitate in caso di ingorghi. I partiti di destra, così come le associazioni di difesa dell’automobile e le organizzazioni economiche, hanno sostenuto le estensioni previste.

Il progetto, stimato in 5,3 miliardi di franchi, non è stato accolto favorevolmente dalle associazioni ambientaliste, che hanno lanciato un referendum con il sostegno dei partiti di sinistra. La fazione contraria sostiene che gli ampliamenti siano incompatibili con gli obiettivi climatici che la Confederazione si è prefissata con la ratifica degli Accordi di Parigi. Inoltre, la costruzione di nuove strade provocherebbe un aumento del traffico a lungo termine.

>> Guardate il nostro video per capire la posta in gioco nel progetto di ampliamento della rete autostradale:

EFAS, un progetto la cui complessità gli giocherà brutti scherzi?

L’altro piatto forte di questa domenica di votazione è il finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie (EFAS), un progetto complesso che mira a ridurre l’onere dei premi e a concentrarsi maggiormente sui trattamenti ambulatoriali. Il Parlamento ha impiegato 14 anni per sviluppare quella che è considerata una delle più vaste riforme della legge sull’assicurazione malattie (LAMal).

Oggi, il contribuente, attraverso il suo cantone, paga almeno il 55% delle cure stazionarie (con pernottamento in ospedale), mentre il resto è a carico dell’assicurazione sanitaria obbligatoria, quindi di chi paga i premi. Le cure ambulatoriali (senza pernottamento in ospedale) sono interamente finanziate dai premi di cassa malattia. quote di assicurazione sanitaria.

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Il Governo ritiene che questa situazione non incoraggi i trattamenti ambulatoriali, anche se sono più convenienti dal punto di vista finanziario e meno pesanti per i pazienti. Ha quindi elaborato con il Parlamento una nuova chiave di ripartizione per il finanziamento di tutti i trattamenti coperti dall’assicurazione sanitaria obbligatoria. I cantoni dovranno sostenere almeno il 26,9% dei costi netti, mentre le assicurazioni il 73,1%.

Secondo le autorità, questa revisione dovrebbe riequilibrare la ripartizione dei costi ospedalieri tra assicurazioni e cantoni, ma anche migliorare la qualità delle cure rendendole più accessibili.

Tutt’altro che convinti da questi argomenti, i sindacati che, con il sostegno dei partiti di sinistra, hanno lanciato un referendum. Ritengono che la revisione comporterà un aumento dei premi o una riduzione delle prestazioni. Inoltre, sono dell’opinione che conceda troppo potere alle casse malattia. Sebbene i sondaggi sembrassero favorire l’accettazione del progetto, l’esito della votazione rimane incerto. La complessità del progetto e la difficoltà di comprenderne i benefici sono fattori che giocano a suo svantaggio, secondo il politologo di gfs.bern Lukas Golder.

Due voti sul diritto di locazione

Gli svizzeri e le svizzere si esprimono anche su due modifiche al diritto di locazione, piuttosto a favore di chi è proprietario, approvate lo scorso anno dalle Camere federali.

La questione è molto importante in un Paese in cui il 60% della popolazione è in affitto. Questa proporzione elevata rappresenta un’eccezione a livello europeo.

La prima revisione mira a rafforzare le condizioni di subaffitto. Per poter subaffittare la propria abitazione o altri locali, l’inquilino dovrà ottenere il consenso scritto della persona proprietaria, soprattutto se il subaffitto supera i due anni, se le condizioni sono abusive o se ci sono inconvenienti importanti. Tuttavia, i motivi per pronunciare un eventuale rifiuto non sono esplicitamente indicati nella legge. 

Con la seconda riforma si vuole semplificare la procedura per cassare un contratto di locazione nel caso in cui la persona proprietaria dovesse recuperare il proprio bene per bisogni personali. Attualmente, tale necessità può essere invocata solo se “urgente”, mentre in futuro sarà sufficiente che sia “importante e attuale”.

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L’Associazione Svizzera Inquilini (ASI) ha indetto un referendum contro questa doppia riforma, denunciando un attacco della “lobby immobiliare”. Con il sostegno della sinistra e dei sindacati, denuncia lo smantellamento dei meccanismi di protezione delle persone in affitto. In sostanza, chi si oppone ritiene che queste due revisioni concedano ai proprietari un margine di manovra eccessivo per rescindere un contratto di locazione o rifiutare un subaffitto.

Secondo l’ultimo sondaggio di gfs.bern, la semplificazione della risoluzione del contratto di locazione potrebbe essere respinta, mentre l’esito del voto sulle condizioni di sublocazione rimane più incerto.

Il possibile scenario dei quattro “no”

La proporzione di “no” è aumentata per tutti i quattro oggetti sottoposti a votazione durante questo fine settimana. Si tratta di un’evoluzione assai anomala quando in gioco vi sono delle proposte sostenute dalle autorità. Normalmente si verifica lo schema opposto: più la votazione si avvicina, più l’elettorato si avvicina alle posizioni difese dal Governo e dalla maggioranza del Parlamento.

Lukas Golder ha sottolineato che questa tendenza è il risultato della perdita di fiducia della popolazione nei confronti dell’Esecutivo e del Legislativo. Non ha escluso che domenica dalle urne possano uscire quattro “no”, il che rappresenterebbe una sconfitta storica per le autorità.

>> Il nostro dibattito Let’s Talk sulla (s)fiducia della popolazione nei confronti del Parlamento:

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Articolo a cura di Samuel Jaberg

Traduzione di Daniele Mariani



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