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In Italia oltre un milione di minori in povertà assoluta, dall’Unicef l’allarme e la speranza: l’istruzione è il futuro


Solidarietà internazionale, consapevolezza tra bambine e bambini di tutto il mondo, miglioramento del loro benessere: con questi obiettivi nel 1954 l’Onu ha istituito la Giornata internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Nel 1959 l’Assemblea generale dell’Onu ha adottato la Dichiarazione dei diritti del Fanciullo, seguita nel 1989 dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il tema 2024 è “Un giorno per reinventare un futuro migliore per ogni bambino”, in un presente lacerato da guerre, povertà – materiale, ma anche educativa e emotiva – e gravissime disuguaglianze. Ne parliamo con Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, e già ospite della GDS Academy di Ses. L’Unicef, nato nel 1946, è il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia.

 

– La Giornata internazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è una ricorrenza che ogni anno accende i riflettori su temi che, purtroppo, rappresentano criticità in ogni giorno dell’anno, e non solo nei paesi afflitti da guerre e povertà. Qual è oggi secondo lei l’emergenza più grave per le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi?

Il 20 novembre di ogni anno, l’UNICEF celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, per diffondere consapevolezza sui diritti dei più piccoli. Purtroppo, viviamo in un periodo di recrudescenza dei conflitti, in cui i bambini vengono colpiti deliberatamente.  Attualmente, più di 450 milioni di bambini vivono o fuggono da zone di conflitto e patiscono sofferenze inimmaginabili, con i loro diritti violati o negati. Quest’anno, in occasione del 20 novembre, l’UNICEF lancia la campagna “Ascolta il futuro!”, con cui invita tutto il mondo ad ascoltare il futuro dei bambini. Anche in Italia, si svolgeranno diverse attivazioni nelle scuole, nei comuni e nelle piazze per celebrare la giornata, grazie all’impegno dei volontari dell’UNICEF.

-Cosa fa l’UNICEF per i più piccoli e quali sono i numeri più aggiornati della sua attività internazionale?  E in Italia qual è l’ambito d’impegno più consistente dell’organizzazione?

L’UNICEF opera in oltre 190 paesi nel mondo. Nel 2023 grazie all’impegno dell’UNICEF, ad esempio, 17 milioni di persone hanno beneficiato di programmi nutrizionali; 13,9 milioni di bambini hanno avuto accesso a istruzione formale o non formale; 15,5 milioni di persone hanno ricevuto protezione dall’abuso sessuale; 8,7 milioni di donne, ragazze e ragazzi hanno avuto accesso a interventi di mitigazione, prevenzione o risposta alla violenza di genere.

Assistenza e consulenza

per il sovraindebitamento

In Italia, l’UNICEF ha identificato quattro priorità di lavoro per il benessere dei più piccoli nel nostro paese: cambiamento climatico, istruzione di qualità, non discriminazione, salute mentale e benessere psicosociale.

-Sempre restando in Italia, come valuta la condizione dell’infanzia e adolescenza, ritiene che ci siano criticità? E come e da chi dovrebbero essere affrontate? 

Secondo gli ultimi dati dell’ISTAT, nel 2023 1,29 milioni di minorenni in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta (13,8% sul totale dei minori), il valore più elevato dal 2014. Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minorenni sono quasi 748mila, il 12,4%.

L’UNICEF in Italia ha identificato degli obiettivi da raggiungere sulla base del documento “Agenda UNICEF 2022-2027 per l’Infanzia e l’Adolescenza”. Il monitoraggio dell’UNICEF rappresenta una nuova opportunità per richiamare l’attenzione di Governo e Parlamento sulle priorità globali di advocacy dell’UNICEF in Italia.

 

-Inevitabile una domanda sull’intelligenza artificiale: pensa che possa contribuire a ridurre i divari – è questo ad esempio lo scopo per il quale se ne sta avviando la sperimentazione a scuola – o li aumenterà a discapito dei giovani?

Negli ultimi decenni, l’intelligenza artificiale (IA) ha trasformato il modo in cui viviamo. I pochi studi disponibili finora hanno dimostrato che l’IA offre interessanti opportunità per lo sviluppo della prima infanzia. Allo stesso tempo, però, presenta diverse sfide che devono essere affrontate. L’uso dell’intelligenza artificiale spesso comporta la raccolta e l’analisi di grandi quantità di dati sui bambini. La protezione di questi dati sensibili è fondamentale. Inoltre, le disparità nell’accesso ai dispositivi e a una rete internet affidabili, possono esacerbare le disuguaglianze esistenti nel campo dell’istruzione. Bilanciare la tecnologia con l’interazione umana sarà la chiave per garantire che l’IA migliori gli aspetti fondamentali dell’insegnamento alla prima infanzia, anziché sminuirli.

-È stato in numerosi fronti di guerra, di recente anche in Ucraina, visitando alcune scuole. Che impressione ha avuto? 

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Nella mia esperienza da Portavoce UNICEF ho realizzato diverse missioni e mi sono confrontato con contesti di grande difficoltà. Quello che puntualmente mi colpisce è la grande resilienza dei bambini. In Ucraina, ad esempio, dove sono stato recentemente, nonostante gli allarmi antiaerei, le corse nei rifugi, il costante senso di tensione, ho visto comunque bambini sorridere, distrarsi. In Ucraina, quasi 3 milioni di bambini hanno bisogno di aiuti. L’UNICEF è impegnato in prima linea per garantire loro tutto il sostegno necessario.

-L’altro fronte è quello del conflitto in Medioriente, le cronache sono sempre più drammatiche: quali sono al momento le condizioni di vita della popolazione minore?

A Gaza, c’è una media di oltre 67 bambini uccisi o feriti ogni singolo giorno. Questi bambini stanno pagando con le loro vite e il loro futuro, mentre il diritto internazionale umanitario viene palesemente e sistematicamente violato. Anche quando i bambini sopravvivono alle bombe, ai proiettili e alle granate, viene loro impedito di lasciare Gaza per ricevere le cure urgenti che salverebbero le loro vite. Anche la guerra in corso in Libano sta sconvolgendo la vita dei bambini e, in molti casi, infligge loro gravi ferite fisiche e profonde cicatrici emotive. Secondo il Ministero della Sanità libanese, dall’ottobre 2023 sono stati uccisi 166 bambini, mentre almeno 1.168 sono stati feriti. Questo devastante bilancio cresce di giorno in giorno. Queste gravi violazioni inflitte ai bambini devono finire ora. Tutti hanno la responsabilità di proteggere i bambini.

-Ma oltre a questi fronti di allarme che la cronaca ci consegna quotidianamente, ce ne sono altri che spesso non ottengono la giusta attenzione. Quali sono le altre emergenze umanitarie che nel mondo coinvolgono i più piccoli?

Sono tante emergenze nel mondo che potremmo definire “silenziose” perché non viene data loro l’attenzione dovuta. Mi viene subito da pensare alla crisi climatica, che sta diventando un’emergenza globale: il 99% di tutti i bambini nel mondo è esposto ad almeno uno dei principali rischi, shock o stress climatici e ambientali; o ancora al Sudan dove quasi 4 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta e si stima che 730.000 di loro rischiano la vita; o ancora ad Haiti dove i bambini sono vittime di una violenza crudissima: nel paese 5 milioni e mezzo di persone, compresi 3 milioni di bambini, hanno bisogno di assistenza umanitaria.

Insomma, oggi, il lavoro dell’UNICEF e delle organizzazioni umanitarie è più necessario che mai.

– Che cosa è possibile fare per contribuire alla missione umanitaria di Unicef, ma anche, nella nostra quotidianità, per aiutare chi ci è più vicino?

Sostenere l’UNICEF è importantissimo per consentire ai nostri progetti e attività nel mondo di proseguire e portare aiuti ai bambini che ne hanno maggiormente bisogno. Per sostenerci è possibile andare sul sito www.unicef.it dove ci sono informazioni sulle nostre attività e diverse modalità di supporto: dalla donazione singola, alla donazione regolare, dall’adozione delle Pigotte, ai gadget UNICEF. Oppure è possibile recarsi presso i nostri Comitati UNICEF provinciali, in tante città in Italia, o ancora è possibile diventare volontari UNICEF, a seconda della propria disponibilità.

– Qual è il ruolo della scuola, sia nel supporto contingente alle situazioni di difficoltà, sia nel ruolo determinante per la formazione di una società più equa e inclusiva?

Le scuole sono luoghi sicuri i bambini dovrebbero poter crescere e prosperare, ma non in tutto il mondo è così. I bambini sono privati dell’istruzione per vari motivi: povertà, fragilità economica, instabilità politica, conflitti o disastri naturali, disabilità o appartenenza a minoranze etniche.

Il diritto all’istruzione di un bambino implica il diritto all’apprendimento. Promuovere un’istruzione di qualità, significa investire in un futuro più florido, prospero ed equo per le nostre società.



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