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Lazio, Lotito: “Con Baroni rapporto familiare, non servono contratti. Non parlo di scudetto. Flaminio? Entro fine mese…”


Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto a margine del Gran Galà del Calcio Italiano.

Queste le sue parole raccolte da TMW

“Speriamo di continuare su questo percorso, con un clima favorevole sia tra i tifosi che nello spogliatoio. L’importante è mantenere un profilo umile, uno spirito di gruppo e determinazione. Questo atteggiamento è fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi.”

Il tecnico Marco Baroni è una delle sorprese del campionato. Si aspettava questi risultati?
“Quando l’ho scelto sapevo che tipo di persona fosse e cosa potesse dare al gruppo. Abbiamo costruito la squadra insieme, ci sono margini di miglioramento. Se restiamo umili, determinati e combattivi, possiamo dare grandi soddisfazioni ai tifosi. Però dobbiamo giocare partita dopo partita, perché il calcio è imprevedibile. È essenziale mantenere equilibrio, coscienza dei propri mezzi e voglia di divertirsi, facendo divertire anche i tifosi.”

Si parla di rinnovo per Baroni. A che punto siamo?
“La cosa negativa di questo mondo è parlare di denaro. Il denaro è l’ultima cosa. Con Baroni c’è un rapporto familiare, non servono contratti: ci siamo stretti la mano. L’empatia tra noi e con il direttore sportivo è forte. Valutiamo i meriti al momento giusto e saranno sempre riconosciuti.”

Rovella e Guendouzi si sono sfidati in Italia-Francia. Che impressione le hanno fatto?
“Mi ha fatto sorridere. Se avete visto, c’è stato un confronto serrato sul campo, segno del loro agonismo. Sono un valore aggiunto per la Lazio, punti di riferimento per dimostrare che ci siamo e lo dimostreremo sul campo.”

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La Lazio è in vetta insieme ad altre squadre. Chi vede favorito per lo scudetto?
“Non parliamo di scudetto, è troppo presto. Non faccio pronostici. Viviamo questa esperienza giorno per giorno. Con questo atteggiamento possiamo dare grandi soddisfazioni, dimostrando che la Lazio è tornata a essere un club di riferimento. Non è più un punto di partenza, ma di arrivo.”

La Salernitana è già in vendita, che effetto le fa?
“Non voglio entrare nelle proprietà altrui, ma i numeri parlano chiaro. Quella società aveva un valore commerciale superiore rispetto a quanto è stato pagato. È stata venduta il 31 dicembre, a un prezzo che considero ridicolo e la proprietà era all’estero. La Salernitana aveva 26 milioni di liquidità sui conti, aveva un affidamento bancario di 50 milioni non utilizzato, aveva 37 milioni di patrimonio giocatori, aveva tutto il valore delle infrastrutture ed era stata fatta una stima da 80 a 100 milioni, poi è stava venduta a 10 milioni. Fate voi le vostre considerazioni.

Parlando del VAR, come giudica il suo utilizzo attuale?
“Quando io e Carlo Tavecchio abbiamo introdotto il VAR, l’obiettivo era renderlo uno strumento di supporto agli arbitri, non un sostituto. Oggi è necessario valutare meglio le esigenze tecniche per utilizzarlo in modo efficace. Il calcio è dinamico e veloce: in Italia si gioca meno rispetto ad altri campionati, come quello inglese, dove il tempo effettivo è maggiore. Introdurre un VAR “a chiamata” potrebbe frammentare ulteriormente il gioco, rendendolo meno avvincente. È una questione di equilibrio: bisogna bilanciare l’imparzialità del giudizio arbitrale con la fluidità della partita”.

Come si può migliorare l’attrattività del calcio?
“Dobbiamo rendere il calcio più credibile e coinvolgente. Prendete esempio dal tennis: grazie a campioni come Sinner, ha recuperato attenzione e seguito. Nel calcio dobbiamo fare lo stesso, puntando sui fatti e non sui proclami. Solo così il calcio potrà tornare al centro dello sport internazionale”.

I tifosi hanno due sogni: uno stadio nuovo e il mercato di gennaio. Cosa può dirci a riguardo?
“Lo stadio non ha una scadenza, non è uno yogurt. Abbiamo detto che entro fine mese presenteremo un progetto di prefattibilità, e siamo nei tempi previsti. Vogliamo realizzare una struttura funzionale, rispettosa delle norme sportive e fruibile per i tifosi. Collaboriamo con esperti internazionali e abbiamo coinvolto figure legate alla storia architettonica dello stadio Flaminio, come la famiglia Nervi. Sarà uno stadio avveniristico, che rispetterà il territorio e valorizzerà la sua storia”.



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