L’Istat ha presentato oggi, 25 novembre, gli ultimi dati aggiornati sull’utilizzo del numero di emergenza 1522. Rispetto ai trimestri precedenti, l’andamento del terzo trimestre del 2024 continua a mostrare una crescita di richieste d’aiuto, con un incremento del 37,3% delle chiamate valide rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a 15.349 chiamate in termini assoluti. Nello stesso periodo le richieste di aiuto erano 11.183.
I dati regionali
Nel 2023 sono stati 517 gli utenti che hanno chiesto informazioni o un supporto al 1522. Le richieste risultano più alte nella provincia di Udine (214). A seguire le province di Pordenone (126), Trieste (109) e Gorizia (47).
Come emerge dall’ultimo report dell’Istat le chiamate sono in aumento nel 2024. Basti pensare che solo nei primi tre trimestri si è praticamente raggiunto il numero dello scorso anno in Friuli Venezia Giulia. In totale sono arrivate 506 richieste d’aiuto. E anche in questo caso la classifica non cambia. Il primato resta a Udine (220) mentre Pordenone conferma la seconda posizione con 115 chiamate. A Trieste i contatti sono stati 108. Gorizia si ferma a 48.
I dati in Italia
Analizzando invece le ragioni per cui ci si rivolge al 1522, l’aumento delle richieste riguarda principalmente informazioni sul tipo di servizio offerto dalla help-line, chiarimenti sugli strumenti normativi a tutela delle vittime di violenza e informazioni sui centri antiviolenza; rispetto allo stesso trimestre del 2023, questi ambiti hanno registrato rispettivamente un incremento del 42,5%, del 42,1% e del 44%. Tra i motivi che inducono le vittime a chiedere aiuto è ancora lo stalking che registra un forte incremento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+97%). Restano alte le richieste di aiuto vittima di violenza in Italia (3.287 nell’ultimo trimestre).
Dai dati emersi dall’Istat è interessante notare l’effetto emotivo provocato dal femminicidio della 22enne Giulia Cecchettin. Nell’ultimo trimestre del 2023 il numero 1522 ha ricevuto 21.132 chiamate valide. Un numero rimasto pressoché costante anche nel primo periodo del 2024 (17.880).
I commenti della politica
“Combattere la violenza sulle donne con ogni sforzo e soprattutto coinvolgere le nuove generazioni. Il 25 di novembre di ogni anno ci ritroviamo a scorrere le statistiche dei reati di violenza di genere”. Lo affermano in una nota stampa i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia. “I dati statistici parlano di un costante allarme nella nostra società. Nel leggere la triste conta delle donne uccise – proseguono gli esponenti di FdI – si riscontrano dinamiche sempre uguali. E gli stessi sono anche i copioni, che non guardano a ceto sociale o età ma diventano fenomeno quotidiano contro il quale come regione possiamo ancora lavorare”.
“Nonostante le tante iniziative di sensibilizzazione e sostegno alle vittime, i retaggi della cultura patriarcale del passato si fanno sentire ancora in modo indegno”, commentano i consiglieri regionali del Pd. “Questo è un tema cruciale sul quale la politica non deve dividersi proprio per quanto siamo ancora indietro. Servono dunque risposte ed educazione, ma anche prevenzione e sostegno. Il contrasto alla violenza sulle donne – rimarcano i dem – deve poggiare su una solida base che faccia leva su reti operative e sinergie tra servizi sociali, centri di ascolto, servizi sanitari di primo accesso, i medici di base e centri antiviolenza e forze dell’ordine, affinché sia efficace e veloce la presa in carico delle vittime di violenza”.
“Dal 2018 a oggi – evidenziano gli esponenti della Lega – la Regione ha più che quadruplicato i fondi per i progetti che, grazie al bando ‘Iniziative speciali volte a contrastare la violenza di genere nei confronti delle donne’, hanno permesso di finanziare oltre 100 operazioni. L’elevato numero è necessario non solo a tenere alta l’attenzione sul tema della violenza di genere ogni giorno dell’anno, ma anche a diffondere un messaggio che deve diventare parte della nostra cultura perché gli atti di violenza non si verifichino più”.
“La violenza di genere riguarda profondamente tutte e tutti noi – ha dichiarato il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo -, non si esaurisce in freddi numeri su cui portare l’attenzione solo una volta l’anno. È necessario un cambio radicale dal punto di vista culturale, sociale, istituzionale. È una questione che investe il tema dei rapporti di genere dentro la società, della posizione delle donne dentro il mondo del lavoro, della presenza femminile dentro le istituzioni, dell’utilizzo di un linguaggio finalmente paritario e non discriminante. Se le parole sono lo specchio di una cultura, la forma concreta del pensiero, allora abbiamo anche la possibilità e la responsabilità di modificare una situazione che non è più accettabile”.
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