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alle 18 la manifestazione in città


«Siamo il grido di tutte quelle donne che non hanno voce». Inizia con questo slogan la manifestazione di lunedì 25 novembre in centro a Bergamo, organizzata per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e di genere. Un corteo promosso dalla Rete bergamasca contro la violenza di genere che è partito alle 18: sono migliaia le donne che hanno sfilato e sono giunte in piazza Pontida dove sono state stimate circa 2 mila persone secondo le forze dell’ordine, circa 3 mila per gli organizzatori.
Sono stati ricordati anche i recenti e terribili fatti di cronaca nazionale e locale, in particolare l’omicidio di Sara Centelleghe.

«Una straordinaria partecipazione – hanno detto gli organizzatori -. In piazza Pontida, dove il corteo si è concluso, decine di interventi al microfono che hanno rispecchiato la composizione della manifestazione: giovani per la pace, amministratori e amministratrici, attivisti per la Palestina, la Sindaca Elena Carnevali e tante altre persone e voci». L’iniziativa, contro femminicidi e violenza di genere, «ha compreso anche il tema della pace: la cultura patriarcale, che genera la violenza sulle donne, vede nella guerra la sua degenerazione estrema».

«Non c’è un posto al mondo dove le donne si sentono libere e sicure»

«Mai più civili e bambini innocenti sotto le bombe» hanno gridato al microfono alcune delle organizzatrici. «I Centri antiviolenza bergamaschi quest’anno hanno accolto più di mille donne – ha detto una delle responsabili del Centro Aiuto Donna di Bergamo -, non c’è un posto al mondo dove le donne si sentono libere e sicure. Significa che non è un problema di provenienza, nè di paese nè di classe sociale: è un problema di noi tutte e tutti».

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Il corteo in centro

La partenza alle 18 da piazzale Marconi, il corteo si è snodato per le vie della città fino a piazza Pontida. L’adesione era «aperta, partecipata e libera» e ha riscosso molte sottoscrizioni: dal Comune di Bergamo alla Diocesi, e poi una cinquantina di associazioni e realtà tra città e provincia, e oltre 680 sottoscrizioni tra singoli cittadini. Hanno aderito anche il Pd («Ribadiamo la necessità di un’azione coordinata tra istituzioni, scuole e associazioni, per sensibilizzare e formare le nuove generazioni su temi come il consenso, il rispetto reciproco e l’uguaglianza di genere», sostiene il Pd) e l’Associazione Italia Israele.

I numeri della violenza sulle donne

«Sono 99 le donne uccise in Italia tra il 1° gennaio e il 18 novembre di quest’anno» ha riferito Annalisa Colombo, segretaria provinciale della Cgil di Bergamo, citando i dati dell’XI Rapporto Eures, appena diffuso. «Gli studi ci dicono che crescono i delitti di donne che hanno più di 65 anni: sono state 37 nei primi 11 mesi del 2024, pari al 37,4% delle vittime femminili totali, uccise nella maggior parte dei casi dal coniuge o dai figli. Il Rapporto registra poi una forte crescita delle figlie uccise, passate da 5 a 9. Il numero delle vittime straniere risulta in forte crescita, passando da 17 a 24, arrivando a rappresentare un quarto delle vittime totali (24,2%), mentre diminuisce il numero delle vittime italiane, passate da 95 a 75. L’aumento delle vittime straniere si accompagna ad una forte diminuzione degli autori di femminicidio di nazionalità non italiana, passati da 23 a 16, con un decremento del 30,4%, mentre rimane stabile il numero degli autori italiani (83 nei primi 11 mesi del 2023 e del 2024)».

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Al corteo, insieme alla sindaca di Bergamo Elena Carnevali, le assessore Marzia Marchesi e Oriana Ruzzini, Ferruccio Rota, la presidente del Consiglio comunale Romina Russo e tanti consiglieri, oltre che numerosi sindaci della provincia bergamasca. «Tocca a noi, con le reti sociali, leggere ogni minima spia che ci fa capire che non siamo indifferenti – ha detto la sindaca Carnevali -. Oggi qui ci sono tanti uomini e diciamo che è ora di dire basta al controllo sulle donne, indipendentemente da qualsiasi colore e provenienza. E no alle divisioni: bisogna restare uniti ed essere contro la cultura del possesso e della prevaricazione, per una società più giusta ed equa».

Gli studi ci dicono che crescono i delitti di donne che hanno più di 65 anni: sono state 37 nei primi 11 mesi del 2024, pari al 37,4% delle vittime femminili totali, uccise nella maggior parte dei casi dal coniuge o dai figli

Concerto in Seminario

E sempre lunedì, alle 20.30, al Seminario vescovile di Città Alta, torna l’appuntamento per sensibilizzare e per sostenere il lavoro di chi, come l’associazione «Aiuto Donna – Uscire dalla violenza», ogni giorno supporta le donne vittime di violenza. Il tradizionale evento promosso dalla Pro loco di Bergamo, con la direzione artistica di Roberto Gualdi, si prepara alla settima edizione, che quest’anno renderà omaggio a una delle voci femminili più iconiche della canzone italiana, Ornella Vanoni.

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