25.11.2024 – 07.01 – Libreria o Antico Caffè? Il secondo precede storicamente il primo, ma le due funzioni del San Marco si completano vicendevolmente: per i triestini e i turisti la Libreria non sarebbe tale senza il suo Caffè e viceversa.
Nato il 3 gennaio 1914 con spirito irredentista però calato appieno nel clima mitteleuropeo della Trieste primo novecentesca, l’Antico Caffè attraversò diverse trasformazioni nel corso del novecento, venendo infatti devastato nel 1915 dagli austriacanti in quanto ritenuto covo di filoitaliani, ricostruito nel primo dopoguerra con uno stile già all’epoca ammiccante all’antico e conservando nonostante tutto i suoi arredi storici: maschere carnevalesche di Ugo Fiumani, affreschi secessionisti di Guido Marussig e vivide pitture di Napoleone Cozzi. Senza considerare il pesante arredo: legno laccato di nero, intarsi di bronzo e grandi specchi a parete.
Ritrovo di letterati triestini fin dal primo dopoguerra, il San Marco è sempre stato un luogo di lettura; come i caffè viennesi tutt’oggi molti si recano nel locale onde perdersi in un buon libro. E il Caffè ha consacrato questa fama nei lenti decenni dove Magris l’ha eletto quale suo studio dove scrivere, studiare e soprattutto riflettere.
In questo contesto il Caffè San Marco ha assunto, dalla gestione di Alexander Delithanassis del secondo decennio del duemila, un indirizzo spiccatamente sociale: si sono moltiplicati gli eventi e le conferenze letterarie, oltre alle mostre d’arte. E in quest’ambito, recuperando un locale adiacente e separato, si è giunti alla felice intuizione di inserire nel Caffè una Libreria. Non una scansia di libri, né una semplice vetrina: piuttosto una Libreria indipendente, con una propria autonomia.
Ma quali sono le sfide connesse a una Libreria dentro a un caffè? E quale confine scorre tra il libro e il ‘nero’ al tavolo? Ce ne parla la libraia Loriana Ursich che, dal 2013, gestisce la Libreria dell’Antico Caffè.
Quando nasce la Libreria del Caffè San Marco?
Si è scelto di inserire la Libreria nel novembre del 2013 quando Alexandros Delithanassis decise di trasferire il bookshop di fronte alla Sinagoga nel Caffè San Marco, in fase di crisi a seguito della scomparsa del precedente gestore. Claudio Magris si era fatto promotore di una campagna per sollecitare l’interesse sul locale che rischiava una chiusura definitiva. La sfida è stata allora di restare fedeli allo spazio dove si era inseriti, senza stravolgere il Caffè; al contempo serviva un’offerta di libri interessante per il cliente sconosciuto, al di fuori dello zoccolo durissimo di triestini che consideravano il San Marco quasi come una seconda casa. Io, a propria volta, avevo avuto l’esperienza di venticinque anni di gestione della Libreria Einaudi con Paolo Deganutti.
Come definirebbe la Libreria del Caffè San Marco?
Si tratta di una libreria indipendente e come tale ‘di proposta’. Chi entra al Caffè San Marco percepisce che i muri trasudano la storia e che l’eredità letteraria è molto forte. Quando nacque il Caffè San Marco, nel 1914, qui si leggevano giornali in italiano, tedesco, sloveno, in altre parole era già allora un luogo di lettura. Alexandros ha tentato di ritornare a quel mondo, recuperando quell’atmosfera letteraria: c’è una chiara osmosi tra i due spazi dove c’è chi compra un libro e si ferma per un caffè e viceversa.
In precedenza, prima dell’arrivo della Libreria, c’erano già eventi musicali e letterari, tra i quali occorre ricordare la Fiera dell’Editoria ‘Bobi Bazlen’, purtroppo interrotto proprio nel 2013.
La maggiore soddisfazione è stata che il Caffè San Marco viene ora percepito come Libreria con una propria dignità: c’era il forte rischio che venissimo considerati solo un Caffè con qualche libro. E’ quanto succede con la maggior parte dei caffè letterari dove è assente la figura del Libraio dedicato: lì il libro diventa un accessorio, un oggetto d’arredamento utilizzato per rinforzare la reputazione del locale.
Come si presenta la Libreria?
La Libreria è divisa longitudinalmente in due parti: saggistica e narrativa. Il bancone centrale presenta le novità e i libri di maggiore interesse del momento; vi sono poi sezioni tematiche (letteratura femminile, ebraica e così via). Cerchiamo di mescolare novità e classici, con l’inevitabile sezione dedicata a Trieste. Inoltre disponiamo di una sezione in lingua tedesca e inglese, molto ben accolta dai visitatori stranieri. Lo spazio è limitato, pertanto lavoriamo molto sugli ordini: se c’è richiesta, possiamo ordinare subito il libro.
Com’è cambiato il vostro lavoro con l’arrivo del turismo di massa?
Chi viene al San Marco di solito è parte di un pacchetto di degustazione: entrano, mangiano i dolci tradizionali, bevono un caffè e comperano anche uno o più libri. Alexandros gli racconta la storia del caffè come bevanda e luogo; in generale chi giunge fino a questa zona ha una cultura medio-alta e di solito visita anche la Sinagoga. Un ruolo fondamentale in tal senso è stato svolto dalla direttrice del caffè Eugenia Fenzi.
Come si caratterizza la vostra clientela giovane?
Lo studente di solito compera romanzi e in generale narrativa. Però il lettore di genere – ad esempio del tipo Young Adult – si trova meglio dove di solito questi libri vengono esposti in una gamma molto ampia, perché usa lo stesso criterio di un acquisto via smartphone: trova il prodotto e lo paga. Non ama rivolgersi al Libraio.
Vi sono però intere generazioni che visitano la Libreria: i genitori portano i figli e questi poi ritornano adolescenti, per proprio conto, a visitare la Libreria.
Quali sono i vostri personali bestseller?
Tra i libri più venduti troviamo la Trieste o del Nessun Luogo di Jan Morris, Trieste sottosopra di Maurizio Covacich e la Trieste Selvatica di Luigi Nacci. Non dimentichiamo poi Alma di Federica Manzon. Tuttavia qui si vende un po’ di tutto, essendo una libreria di proposte non c’è un singolo libro che traina le vendite.
Dov’è finito Claudio Magris? Ci sono altri scrittori che lavorano al San Marco?
Questo luogo in precedenza era molto più tranquillo, lo definirei ‘sonnacchioso’; adesso invece il Caffè San Marco è un luogo vorticoso, c’è sempre una continua attività tra eventi, clienti e la stessa Libreria. Pertanto Magris non vi ritrova più probabilmente il silenzio di un tempo, oltre ad avere qualche problema di salute.
Durante gli anni della pandemia, essendo bloccato a Trieste, c’era un editore messicano che lavorava qui; e specie tra gli stranieri c’è chi viene ogni tanto a scrivere. Tuttavia non abbiamo ancora un emulo di Magris, sebbene c’è sempre chi chieda qual era il suo tavolo preferito.
Cosa rimpiange di una libreria tradizionale?
C’è un unico rimpianto e sono quei ‘tempi morti’ che nella libreria classica consentono di sistemare i libri, ricevere i pacchi e insomma ottemperare a tutto quell’elemento logistico proprio di una libreria. Il Caffè San Marco invece è un continuo via vai; non c’è un attimo di pausa e ciò ovviamente è molto positivo.
Qual è il futuro della Libreria del Caffè San Marco?
Avevamo pensato di allargare la Libreria alla saletta, ma è stato ritenuto eccessivo; perderemmo inoltre gli spazi per gli eventi. L’identità della Libreria è fortemente legata al luogo dove è nata e non avrebbe pertanto senso allargarsi ad ambienti esterni al caffè Diventerebbe una Libreria come tante altre. I nostri clienti vengono rilassati dopo un caffè; non c’è quel senso del ‘negozio’, ma più di una biblioteca dove scegliere con calma. Lo spazio ridotto consente anche di evidenziare libri presenti in altre Librerie, ma nascosti dal gran numero di volumi esposti.
Vendete anche altri oggetti, oltre ai libri?
Lavoriamo con Maurizio Stagni col quale proponiamo la borsa a tema del Caffè San Marco, assieme ad alcune cartoline su Trieste.
Qual è la ricezione dei libri in lingua tedesca?
C’è un forte responso: pensi che l’ultima tiratura in tedesco del giallo di Veit Heinichen è stata esaurita al San Marco in breve tempo, oltre 30 copie tutte vendute.
Spesso, per le piccole tirature, gli autori austriaci portano direttamente loro un po’ di copie; l’esempio classico è l’autore Christian Klinger.
Quale libro del Caffè San Marco consiglia ai nostri lettori?
Sono rimasta molto affascinata da ‘Le straordinarie avventure del professor Toti nel mondo dei ćevapćići’ di Eric Gobetti, a cura della Miraggi Edizioni. Un libro divertente e piacevole dove uno storico di professione riesce ad essere uno scrittore e, al contempo, a tenere un diario di viaggio nei Balcani. L’escamotage è la ricerca di un ricettario cinquecentesco croato che si trasforma però in una riflessione esistenziale.
[La Libreria Caffè San Marco è situata in via Battisti n. 18/S; è contattabile via telefono al +39 040 2035357 e via mail a [email protected]. Il locale (e la Libreria) sono aperti dal lunedì al sabato dalle ore 8.30- 23.30 e domenica dalle ore 9 alle 21. La Libreria è contattabile via mail a [email protected]]
[z.s.]
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