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Dopo le recenti turbolenze di mercato, come la pandemia di COVID-19 e la crisi del mercato dei gilt nel Regno Unito, la Commissione Europea ha avviato una revisione delle politiche macroprudenziali per l’intermediazione finanziaria non bancaria (NBFI). Nel luglio 2024, è stata lanciata una consultazione per valutare se l’UE debba adattare strumenti microprudenziali esistenti o introdurre nuovi requisiti macroprudenziali.

Un’analisi più ampia per affrontare i rischi

L’Associazione Europea dei Fondi e della Gestione Patrimoniale (EFAMA) ha sottolineato la necessità di un’analisi più olistica e rigorosa per identificare i rischi alla stabilità finanziaria prima di proporre nuove politiche macroprudenziali. Secondo EFAMA, mentre la discussione è cruciale, arriva in un momento delicato in cui l’UE punta a rafforzare i suoi mercati dei capitali e a sviluppare soluzioni innovative per affrontare sfide urgenti come il divario pensionistico e il finanziamento della transizione climatica.

Sebbene la consultazione riguardi l’NBFI, l’attenzione principale sembra essere rivolta alla gestione patrimoniale, un settore che ha dimostrato resilienza grazie a un solido quadro normativo. La recente revisione delle direttive UCITS/AIFMD, entrata in vigore nell’aprile 2024, ha ulteriormente rafforzato il settore introducendo strumenti obbligatori per la gestione della liquidità, limiti alla leva finanziaria per i fondi di credito privati e requisiti aggiuntivi di reporting.

Raccomandazioni per un approccio mirato

Partendo da queste basi, EFAMA ha formulato diverse raccomandazioni per affrontare le preoccupazioni della Commissione sui rischi nei mercati dei capitali:

1. Focalizzare il dibattito sui mercati dei capitali piuttosto che sull’ambigua categoria dell’intermediazione finanziaria non bancaria.
2. Sviluppare un quadro analitico accurato per identificare le aree di rischio che necessitano di maggiore attenzione.
3. Rafforzare le capacità di supervisione macroprudenziale dell’UE, migliorando lo scambio di dati tra autorità bancarie, assicurative e di valori mobiliari. La mancanza di condivisione dei dati limita le analisi rigorose sulla stabilità finanziaria.
4. Introdurre riforme mirate nei mercati dei capitali, tra cui:
– Sviluppo di un sistema consolidato per il reporting su obbligazioni e azioni.
– Ampliamento della gamma di garanzie accettabili per soddisfare le richieste di margine nei mercati centralizzati.
– Riduzione dei vincoli sui bilanci dei dealer durante periodi di stress.
5. Evitare misure macroprudenziali che impongano comportamenti controciclici ai mercati, come modifiche forzate ai buffer di liquidità.

La view dell’EFAMA

Tanguy van de Werve, direttore generale di EFAMA, ha commentato:
“Che si tratti del crescente divario pensionistico o della transizione ambientale, l’Europa affronta sfide senza precedenti. La gestione patrimoniale è parte della soluzione. Mobilitiamo capitali in un’ampia gamma di asset, dagli strumenti azionari a quelli obbligazionari, fino alle infrastrutture, che richiederanno investimenti significativi nei prossimi anni. Per garantire il successo, le autorità macroprudenziali devono accettare che i mercati dei capitali sono intrinsecamente più volatili rispetto a quelli bancari e devono evitare di applicare regolamentazioni bancarie al nostro settore”.

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Marin Capelle, consulente politico regolamentare dell’EFAMA, ha aggiunto:
“Le recenti turbolenze di mercato hanno dimostrato la necessità di un approccio olistico nella valutazione della stabilità finanziaria. Purtroppo, molte autorità continuano ad affrontare il tema con pregiudizi e obiettivi limitati, impedendo un’analisi adeguata”.

Conclusioni

Mentre l’UE si prepara a implementare nuove politiche, è fondamentale che queste siano calibrate per rispondere efficacemente ai rischi senza ostacolare lo sviluppo dei mercati dei capitali. Un approccio ben bilanciato può garantire una stabilità finanziaria duratura, supportando al contempo le ambizioni di crescita economica e innovazione dell’Unione Europea.



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