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le novità in arrivo per i fringe benefit — idealista/news


La Manovra 2025 prevede delle interessanti novità anche per quanto riguarda i fringe benefit, oltre ad aver confermato diverse misure già introdotte in passato. Scopriamo, nel dettaglio, cosa c’è da sapere su questi particolari interventi del Governo che mirano a sostenere i lavoratori e le famiglie. 

Fringe benefit: le novità nella Manovra 2025

Si continua a parlare quasi quotidianamente della Manovra 2025, a distanza di poco più di un mese dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.

La prossima legge di Bilancio, al pari delle precedenti, è tornata a occuparsi anche dei fringe benefit, ossia di quegli strumenti utilizzati per integrare il reddito dei dipendenti attraverso beni e servizi non monetari corrisposti dal datore di lavoro. 

Accanto alla conferma di alcune norme già in vigore, la Manovra 2025 ha introdotto delle rilevanti novità e si tratta in particolare di agevolazioni per i nuovi assunti

L’articolo 68 della legge di bilancio 2025 recita: “le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione dei fabbricati locati dai dipendenti assunti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 non concorrono, per i primi due anni dalla data di assunzione, a formare il reddito ai fini fiscali entro il limite complessivo di 5.000 euro annui”. 

In sostanza, viene introdotta una maggiorazione non da poco per i nuovi assunti a tempo indeterminato nel 2025: è innalzato a 5.000 euro il limite per la non tassazione delle somme riconosciute dal datore di lavoro per la copertura delle spese relative all’affitto e alla manutenzione dell’alloggio. 

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Questo fringe benefit sarà riconosciuto per due anni dall’assunzione, a quanti saranno disposti a trasferire la propria residenza di oltre 100 chilometri

Un’altra condizione per l’accesso all’agevolazione dei 5.000 euro è che nell’anno precedente all’assunzione, il reddito da lavoro dipendente sia stato inferiore a 35.000 euro

Manovra di bilancio: cosa prevede per i fringe benefit

Oltre alla novità delle agevolazioni per i nuovi assunti, la manovra fiscale contempla delle conferme e alcune modifiche per i fringe benefit già previsti negli anni precedenti. 

Nel dettaglio, non solo per il 2025, ma anche per i periodi di imposta 2026 e 2027, è confermato l’aumento della soglia prevista per l’esenzione fiscale dei beni e dei servizi corrisposti non in denaro al lavoratore. 

Diversamente dai rumor circolati in un primo momento, relativamente alla possibilità dell’adozione di un tetto massimo per tutti i dipendenti, viene mantenuta la distinzione in due differenti soglie, la cui discriminante è rappresentata dalla presenza o meno di figli. 

Per i dipendenti senza prole, la soglia di fringe benefit anche per il 2025 sale a 1.000 euro, in linea con quella già indicata per l’anno di imposta 2024, aumentata rispetto alla soglia ordinaria di 258,23 euro. 

Confermato il taglio per i dipendenti con figli a carico, per i quali il tetto massimo sarà di 2.000 euro, in linea con il 2024, ma in riduzione rispetto ai 3.000 euro annui del 2023. 

Cosa comprende il fringe benefit di 3.000 euro?

Come appena indicato, la soglia di 3.000 euro per i fringe benefit destinati ai lavoratori con figli fiscalmente a carico, è stata valida solo per il 2023. 

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Di fatto già da quest’anno è stata tagliata a 2.000 euro, mentre è stato confermato l’elenco dei beni e servizi inclusi, con l’introduzione peraltro di alcune voci nuove. 

Ecco una lista non esaustiva di cosa comprende il fringe benefit di 3.000 euro (che nel 2023 poteva raggiungere i 3.200 euro vista la sua cumulabilità con il buono carburante da 200 euro):

  • buoni acquisto;
  • buoni benzina;
  • auto aziendale ad uso promiscuo;
  • polizze assicurative integrative;
  • alloggio aziendale in uso ai dipendenti;
  • prestiti aziendali a condizioni agevolate;
  • servizi di trasporto collettivo;
  • spese legate all’istruzione, alla cultura e allo sport;
  • fornitura e uso di dispositivi elettronico (smartphone, tablet ecc.).

Una delle novità per il 2024, confermata anche per il 2025 dalla manovra di bilancio, è che i fringe benefit possono riguardare anche i rimborsi di: 

  • utenze domestiche (energia elettrica, acqua e gas); 
  • spese per l’affitto della prima casa;
  • interesse sul mutuo della prima casa. 

Fringe benefit in busta paga, è possibile?

I fringe benefit entro i limiti indicati prima, ossia 2.000 e 1.000 euro, a seconda che il lavoratore abbia o meno figli a carico, non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e quindi sono esenti sia dal punto di vista fiscale che contributivo. 

I fringe benefit vengono considerati parte della categoria dei compensi in natura, ovvero quella parte di retribuzione che non è corrisposta dal datore in denaro in busta paga, ma tramite l’erogazione di beni e servizi che vanno comunque nel cedolino. La casistica dei benefits ai dipendenti è varia, i principali e più diffusi fringe benefit in busta paga sono i buoni pasto, le auto aziendali, il cellulare aziendale, le abitazioni, i prestiti agevolati e le borse di studio. Vediamo un rapido elenco dei fringe benefits più comuni e come funzionano.

In sede di conguaglio, si andrà a verificare il controvalore dei fringe benefit ricevuti, che al di sotto delle soglie indicate prima saranno esentasse. 

In caso di superamento del tetto di 1.000 e 2.000 euro, nel caso di un dipendente rispettivamente senza e con figli a carico, l’intero importo del beneficio, e non solo l’eccedenza, viene tassato e assoggettato a contribuzione previdenziale. 

Facciamo un esempio per capire meglio: se un dipendente senza figli ha ricevuto fringe benefit per 800 euro nel 2024, essendo questo valore al di sotto della soglia dei 1.000 euro, non dovrà versare alcuna imposta né pagare contributi su questa somma. 

Se il beneficio erogato è di 1.300 euro, allora l’intero controvalore sarà aggiunto al reddito imponibile lordo. 

Che differenza c’è tra welfare e fringe benefit?

I fringe benefit sono una forma di welfare aziendale e se da una parte si tratta di due concetti che hanno molti aspetti in comune, dall’altra presentano anche varie differenze, visto che hanno caratteristiche e obiettivi diversi. 

Welfare e fringe benefit si differenziano tra loro dal punto di vista del trattamento contrattuale, fiscale e previdenziale, ma anche per la tipologia dei beneficiari, delle misure previste e altro ancora.

Nella tabella seguente, riportiamo alcune dei principali aspetti per i quali si differenziano fringe benefit e welfare aziendale. 

ASPETTI FRINGE BENEFIT WELFARE AZIENDALE
Tipologia Beni o servizi tangibili Servizi, rimborsi, piani previdenziali
Obiettivo Benessere e qualità della vita del lavoratore Retribuzione aggiuntiva o benefici in natura
Beneficiari Anche singoli lavoratori Gruppi o categorie di lavoratori
Erogazione Tramite piattaforme di welfare Direttamente dall’azienda
Accordo È sufficiente anche individuale Accordo o contratto collettivo, regolamento interno o atto unilaterale 
Modalità di regolamentazione Non obbligatorio Per libera volontà o in base a un preciso obbligo stabilito dalla contrattazione collettiva
Vantaggi fiscali Esentasse se rispettano i requisiti normativi Previsti limiti di esenzione 
Esempi di beni e servizi Auto aziendale, telefono aziendale, buoni pasto, carte regalo, alloggio Asilo nido, buoni per attività culturali, rimborso spese sanitarie, contributi per istruzione



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