Per ottenere le tariffe agevolate sull’elettricità, dal 2024 le imprese energivore devono effettuare la Diagnosi energetica e rispettare le condizionalità green. Vediamo di cosa si tratta.
INDICE:
Agevolazioni vincolate agli interventi di decarbonizzazione
Le imprese energivore italiane con consumi pari o superiori a 1 GWh beneficiano di agevolazioni tariffarie sull’energia elettrica, in particolare di una riduzione delle tariffe a copertura degli oneri generali di sistema. Per essere iscritti nell’elenco energivori del CSEA (Cassa per i servizi energetici e ambientali) e poterle sfruttare, però, dal 1° gennaio 2024 è necessario che queste imprese rispettino importanti condizioni, chiamate “condizionalità green”.
Le nuove condizioni per le imprese energivore sono state stabilite dall’articolo 3 del Decreto legge n. 131 del 29 settembre 2023 per adeguare la normativa nazionale alla comunicazione della Commissione europea 2022/C 80/01, recante “Disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia 2022”. Il Decreto Ministeriale del MASE n. 256 del 10 luglio 2024 ha poi definito più precisamente le indicazioni contenute nel precedente Decreto del 2023, che puntano essenzialmente a vincolare gli sconti in bolletta agli interventi per la decarbonizzazione e per l’installazione di fonti rinnovabili.
L’obbligo di Diagnosi energetica
Prima di tutto, per poter accedere alle agevolazioni le imprese devono effettuare la Diagnosi energetica (come specificata all’articolo 8 del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102), oppure devono aver implementato un Sistema di gestione dell’energia conforme alla norma ISO 50001 che includa anche una Diagnosi energetica.
La Diagnosi energetica deve essere trasmessa attraverso l’apposito portale predisposto dall’ENEA, anche se elaborata nell’ambito di un Sistema di gestione dell’energia conforme alla ISO 50001.
Se un’impresa è di recente costituzione oppure se non era precedentemente soggetta all’obbligo di Diagnosi, deve impegnarsi a redigerla o ad adottare un sistema di gestione dell’energia conforme alla norma ISO 50001 entro l’anno di fruizione dell’agevolazione.
Per il 2024, le imprese che non dispongono di una Diagnosi al momento della domanda possono accedere alle agevolazioni impegnandosi a effettuarla o ad adottare un Sistema di gestione dell’energia entro il 31 marzo 2025.
Oltre alla Diagnosi energetica, le imprese energivore devono poi rispettare una delle condizionalità green che vediamo qui sotto.
Quali sono le condizionalità green
Ci sono tre importanti condizioni aggiuntive per poter sfruttare le tariffe agevolate sull’elettricità e bisogna adottarne almeno una, a scelta.
- Attuare gli interventi contenuti nelle raccomandazioni nella Diagnosi energetica, se il tempo di ammortamento degli stessi investimenti non supera i tre anni e se il costo non è superiore all’agevolazione percepita; gli interventi, inoltre, devono essere effettuati per almeno un terzo del valore nell’anno di riferimento dell’agevolazione e completati entro il secondo anno successivo a quello dell’agevolazione. Le imprese di recente costituzione devono effettuare investimenti corrispondenti ad almeno un terzo del valore degli interventi entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento dell’agevolazione.
- Ridurre la carbon footprint coprendo almeno il 30% del proprio fabbisogno con energia prodotta da fonti che non emettono carbonio (ossia fonti rinnovabili); questa condizione si può soddisfare con l’autoproduzione da fonti rinnovabili (come il fotovoltaico) effettuata sul posto o in sua prossimità, tramite contratti a lungo termine con produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili, oppure tramite l’acquisizione e l’annullamento di garanzie d’origine.
- Investire almeno il 50% dell’importo dell’agevolazione in progetti che comportano riduzioni sostanziali delle emissioni di gas a effetto serra, così da restare sotto il 90% del parametro di riferimento utilizzato per l’assegnazione gratuita delle quote di emissione nel sistema Emission Trading System europeo, oppure sotto le emissioni medie del 10% dei migliori impianti secondo il regolamento della Commissione Europea 2021/447. Il livello di emissioni raggiunto deve essere verificato da un certificatore esterno e trasmesso all’ISPRA entro due anni dall’ottenimento dell’agevolazione.
Se almeno gli obblighi non vengono rispettati, la CSEA disporrà la revoca delle agevolazioni energivori e l’impresa dovrà rimborsare l’intero importo delle agevolazioni ricevute, oppure restituirlo in parte a seconda dei risultati raggiunti.
Come abbiamo visto, i “paletti” posti dalla nuova normativa che regolano l’accesso alle tariffe elettriche agevolate per gli energivori sono molto precisi. Se per accedere agli incentivi si decide di attuare gli investimenti identificati nella Diagnosi oppure interventi per ridurre le emissioni diventa cruciale capire quali siano quelli più indicati per soddisfare i requisiti richiesti. E qui può essere d’aiuto la lista preparata dall’ENEA.
L’elenco di ENEA per individuare gli interventi
Il decreto n 250 del MASE del luglio scorso prevedeva che l’ENEA dovesse preparare un elenco non esaustivo delle tipologie di interventi che possono essere utilizzati per le proposte di miglioramento dell’efficienza contenute nella Diagnosi energetica. In effetti, a settembre questo elenco è arrivato e sarà aggiornato con cadenza biennale. Si tratta di una semplice lista operativa che riporta le possibili voci di intervento, ma è comunque utile per individuare azioni che altrimenti potrebbero non essere prese in considerazione.
L’elenco ENEA è costituito da due tabelle A1 e A2. La tabella A1 contiene una lista di interventi per area ad esempio relativi ad aria compressa, centrale termica, climatizzazione, cogenerazione/trigenerazione, produzione da fonti rinnovabili, involucro edilizio e per sotto area specifica, ossia l’indicazione del preciso ambito di intervento ad esempio, nuova caldaia per la centrale termica.
La tabella A2 approfondisce invece gli interventi relativi alle linee produttive, con l’indicazione della tipologia di intervento e il relativo codice ATECO potenzialmente interessato.
Gli interventi per la centrale termica, la climatizzazione e le rinnovabili
Interessanti gli interventi contenuti nell’elenco ENEA per efficientare la centrale termica, la climatizzazione degli edifici e l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Nel primo caso, si suggerisce tutto quello che può essere effettuato nel contesto di un generatore di calore: dalla sostituzione della caldaia alla sostituzione dei bruciatori, fino all’installazione o sostituzione degli economizzatori che recuperano il calore dai fumi in uscita; per sapere di più leggi: Le caratteristiche delle migliori caldaie industriali per acqua calda.
Per quanto riguarda l’area della climatizzazione, vengono suggeriti i sistemi a pompa di calore a flusso refrigerante variabile (VRF/VRV), in grado di provvedere alla climatizzazione invernale ed estiva con un’efficienza particolarmente elevata, un’installazione facile e un’ampia flessibilità e modularità di installazione. Oppure viene indicata l’installazione di un impianto di cogenerazione/trigenerazione che permette di autoprodurre in modo efficiente elettricità e calore e di provvedere anche al raffrescamento estivo con un unico impianto.
Per la produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre all’installazione o rifacimento/ampliamento di impianto fotovoltaico su terra o copertura per soddisfare parzialmente il fabbisogno elettrico dell’impresa, è indicato tra gli interventi consigliati anche il solare termico, una tecnologia che può essere proficuamente utilizzata anche in ambito aziendale per abbattere i costi (e le emissioni) di produzione dell’acqua calda, come testimoniano alcuni casi di successo di imprese che hanno scelto la tecnologia dei pannelli solari Viessmann.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link