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Gran finale del Sondrio Festival con le premiazioni | Gazzetta delle Valli


Sondrio – La scienza come condivisione, l’intelligenza artificiale, che diventa lo strumento più potente che il genere umano abbia mai avuto tra le mani, l’importanza dell’energia, che muove l’universo, e ancora la bellezza del documentario, che sembra un film ma è vero, e le bufale sul clima, pericolose e da contrastare, tanti temi a riconnettersi con il filo rosso della natura, portati sul palco del Teatro Sociale da voci autorevoli ed empatiche. Con Fabio Toncelli, Valerio Rossi Albertini, Luca Perri e Serena Giacomin, Sondrio Festival, la XXXVIII Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi, ha vissuto ieri un’altra, intensa giornata, l’ultima per quanto riguarda la proiezione dei filmati in concorso,

La presentatrice Tessa Gelisio ha aperto la serata introducendo l’attore Stefano Scherini, accompagnato al piano dal giovane Matteo Baruffi, che ha letto brani tratti da “Randagio”, scritto da Fulvio Valbusa, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Torino 2006 nello sci di fondo, con Serena Marchi. Il progetto “Sesto cerchio”, coinvolge la Provincia di Sondrio, sede di gare a Milano Cortina 2026, e il Comune di Verona, che ospiterà la cerimonia di chiusura. A presentarlo Evaristo Pini, che ha evidenziato la volontà dell’ente di esaltare i valori dello sport dal punto di vista culturale, sociale e inclusivo, e la presidente di Assomidop Marcella Fratta, che con orgoglio ha mostrato il logo dell’Olimpiade Culturale sul manifesto di Sondrio Festival a comunicare la collaborazione. Per le Conversazioni, Fabio Toncelli, che nel pomeriggio aveva esaltato la bellezza del cinema documentario, raccontando esperienze e aneddoti della sua attività, ha dialogato con il fisico sperimentale Valerio Rossi Albertini. È partito dalla scienza, “che gli studenti non capiscono, ma non per colpa loro”, come approfondimento di quello che succede intorno, per arrivare all’intelligenza artificiale, flessibile e in grado di rinnovarsi, uno strumento che, al pari di altri, “può fare molto bene o molto male”. Per arrivare al cambiamento climatico, sottolineando il dovere di fare la nostra parte, per concludere con l’energia, che “è quello che rende noi e il mondo che ci circonda ciò che è”: senza energia non si fa niente, la disponibilità di energia significa democrazia, per questo è fondamentale la fusione nucleare.

Gli ultimi tre documentari della selezione ufficiale sono stati presentati il pomeriggio, due, e la sera, uno.

Con “Le vite estreme dei rapaci”, girato tra il Sudafrica, Taiwan, gli Stati Uniti e il Canada, il regista Matt Hamilton ha raccontato questi uccelli, abili predatori, seguendoli da una parte all’altra del pianeta, in ambienti diversi, svelandone le tecniche di caccia. In un mondo in trasformazione a causa del cambiamento climatico, anche i rapaci, come altre specie, dovranno adattarsi per sopravvivere. Melanie Haft, già in concorso nel 2021, ha indagato l’area protetta bavarese, in Germania, con “Il meraviglioso mondo dell’acqua nel Parco Nazionale di Berchtesgaden”, soffermandosi sul ruolo svolto dall’acqua, in tutte le sue forme, nella natura e nei suoi processi biologici e chimici. In serata, ha favorevolmente colpito “Queens, le regine africane”, della regista Rachel Kinlev, girato nel cuore della Tanzania. La troupe ha lavorato per mesi, di giorno e di notte, usando telecamere speciali per rendere i colori al buio, per catturare momenti intimi. Il pubblico si è appassionato alla storia di una iena maculata, mamma Malchia, che perde e ritrova la sua piccola Yeye, e ancora di più alla strenua difesa dei suoi cuccioli della leonessa Shany, che lotta con il leone che non vuole altri maschi sul suo territorio. Tutto accade all’interno del cratere del vulcano Ngorongoro, a 2200 metri di quota, in un’area di circa 265 chilometri quadrati.

Il pomeriggio di ieri, si era aperto al Teatro Sociale con lo spettacolo “Pinguini all’equatore”, tratto dal libro omonimo, messo in scena dai due autori Luca Perri e Serena Giacomin. In chiusura, Raniero Spaterna e Pietro Maspes del Rotary Club Sondrio, con il regista Alberto Camanni, hanno presentato “Valtellina Iron Camp”, resoconto del viaggio sostenibile di otto ragazzi provenienti da sette Paesi diversi, realizzato con il sostegno di Fondazione Pro Valtellina, rappresentata in sala dal presidente Marco Dell’Acqua. Il racconto di nove giorni trascorsi camminando, pedalando e pagaiando è accompagnato dagli splendidi paesaggi, la Valtellina ritratta così com’è, senza filtri, che appare in tutta la sua sconvolgente bellezza.

La Mostra Internazionale dei Documentari sui Parchi è organizzata da Assomidop, che riunisce al suo interno Comune di Sondrio, Club Alpino Italiano, Bim dell’Adda, Parco delle Orobie Valtellinesi e Parco Nazionale dello Stelvio. È presieduta dall’assessore alla Cultura, Educazione e Istruzione del Comune di Sondrio Marcella Fratta ed è diretta da Simona Nava. Può contare sul sostegno di Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, Comunità Montana Valtellina di Sondrio, Fondazione Pro Valtellina e Apf Valtellina. Gli sponsor sono Banca Popolare di Sondrio, Iperal, A2A, Acinque, Pezzini e Feval.

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