FILIPPO MONETTI
Roma 24 novembre 2024 – La Lazio non si ferma più e continua a volare nelle zone di vertice della classifica, come fa Olympia nei cieli romani. All’Olimpico i capitolini superano con un fin troppo severo 3-0 il generoso Bologna di Italiano, le cui chance di vittoria sono state però pesantemente ridotte dall’espulsione davvero ingenua di Pobega al 35′ per doppia ammonizione. I tre punti permettono ai biancocelesti di mantenere il ritmo delle prime e restare agganciate al nutrito gruppo a un punto di distanza dal Napoli. Si apre ulteriormente invece la forbice tra i felsinei e le zone che al momento assegnano posizioni valevole per l’Europa.
Primo tempo
Per la sfida contro il Bologna, Baroni conferma per dieci undicesimi la formazione ipotizzata alla vigilia. Davanti a Provedel la linea a quattro è composta da Gila e Romagnoli centrali, Lazzari a destra e Pellegrini a sinistra. In mediana Rovella detta il ritmo come vertice basso, affiancato da Vecino e Guendouzi. In avanti guida il tridente il Taty Castellanos, supportato da Zaccagni a sinistra e Pedro a sorpresa sulla fascia opposta, il quale ha battuto la concorrenza di Isaksen. Italiano risponde affidandosi alla grinta di Castro in avanti, supportato in trequarti da Orsolini, Odegaard e Karlsson, quest’ultimo reduce dal primo goal segnato in rossoblù. In mediana Pobega e Freuler agiscono da diga davanti a De Silvestri, Beukema, Lucumí e Miranda. In porta Ravaglia prende il posto del febbricitante Skorupski.
Ritmo basso nei primi minuti di gioco, la Lazio mostra fin da subito la confidenza nel proprio stadio, dove solo il Milan è riuscito ad uscirne con dei punti. Gli ospiti soffrono la pressione iniziale dei biancocelesti, ma concedono poco spazio nel propri ultimi 20 metri di campo. È un avvio di sofferenza per i ragazzi di Italiano, dove però Ravaglia non deve mai sporcarsi i guantoni. Intorno al 10’ del match i felsinei tentano le prime sortite nella trequarti campo avversaria. Proprio come la Lazio dall’altra parte però i bolognesi non riescono a concretizzare una volta alle soglie dell’area di rigore. Intorno al quarto d’ora però un errore di Lucumí apre a Castellanos l’occasione per beffare Ravaglia, fuori dai pali, calciando da centrocampo. Il tocco del Taty è impreciso e si perde sul fondo.
La partita è molto dinamica con frequenti cambi di possesso, ma la lotta è furibonda soprattutto nella zona mediana. La Lazio sembra capace di poter prendere il sopravvento e al 21’ crea il primo vero pericolo dalle parti di Ravaglia. Lazzari scappa sulla destra, arriva sul fondo e mette in area un velenoso cross rasoterra a cercare in area Castellanos: l’argentino attacca bene il primo palo e anticipo il proprio marcatore il quale però è bravo a sporcare il giro quanto basta perché la palla finisca docile tra le braccia del portiere emiliano. Il Bologna però soffre e al 23’ riceve anche il primo cartellino dell’incontro, con Pobega a finire sul taccuino dei cattivi del direttore.
Le emozioni non decollano all’Olimpico, la Lazio detiene il predominio territoriale e del ritmo di gioco e nonostante diverse incursioni pericolose sbaglia sempre l’ultimo passaggio per crearsi l’occasione vincente. Dall’altra parte il palleggio è impreciso e sbatte spesso contro l’eccellente pressione avversario. Gli attaccanti del Bologna sono isolati e mal serviti. La partita sembra essere in una fase di stallo, ma al 34’ arriva l’episodio che cambia completamente le carte in tavola: sul palleggio nella proprio area di rigore dei biancocelesti Pobega si fa prendere dall’irruenza e interviene in scivolata su Guendouzi. Rapuano vede tutto e non ha dubbi: secondo cartellino giallo e cartellino rosso per il centrocampista felsineo. Si infuria Italiano in panchina, mentre si dispera il giocatore in campo, consapevole dell’ingenuità appena commessa. Lazio in superiorità numerica con ancora un’ora da giocare.
I padroni di casa provano subito ad approfittare dell’uomo in più, cercando di schiacciare gli ospiti nella propria metà campo. Il Bologna si compatta e concede pochissimo in profondità ai capitolini. Italiano sceglie con coraggio di non spendere sostituzioni, i suoi ragazzi in campo soffrono, ma reggono l’urto. Nei due minuti di recupero rocambolesca occasione per i laziali in area di rigore rossoblù, ma il tentativo di Pellegrini sul tocco smarcante di Castellanos è murato da uno stoico Orsolini. Un intervento da parte del 7 del ospite che vale lo 0-0 al termine della prima frazione di gioco.
Secondo tempo
Tre cambi all’intervallo: Baroni perde Romagnoli per un problemino fisico, costretto dunque all’ingresso di Gigot al suo posto. In casa felsinea invece fuori Orsolini e Karlsson, al loro posto dentro due centrocampisti a fare da diga in mediana come Moro e Urbanski. Con l’inferiorità numerica gli ospiti soffrono molto la pressione della Lazio. I capitolini invece alzano ulteriormente il baricentro a caccia dei gol che può valere il vantaggio. Al 56′ arriva forse la prima grande occasione da gol dell’incontro in favore dei padroni di casa. Ottimo lancio dalla difesa che favorisce l’inserimento in area di rigore di Vecino. Il sudamericano addomestica la sfera e crossa benissimo per lo stacco in area di Castellanos. Lo stadio grida già al gol del vantaggio, ma il tentativo esce di un nonnulla sulla sinistra della porta difesa da Ravaglia. Si dispera il Taty per l’occasione fallita.
Baroni vuole spingere sull’acceleratore e aumenta il peso specifico in attacco. Entrano Dia e Isaksen per Pedro e Vecino. Il Bologna dall’altra parte lotta, in particolare Castro è tarantolato e prova da solo a far innervosire tutta la retroguardia avversaria. Lo sforzo vale al giovane attaccante emiliano il cartellino giallo su Gigot. Il difensore francese però non perde la bussola e cinque minuti dopo il cartellino giallo ricevuto, precisamente al 68′ si riscatta alla grande, realizzando la rete del vantaggio. Su calcio d’angolo infatti Moro manca il disimpegno sul primo palo e il cross a giro diventa un assist per l’inserimento del centrale ex Marsiglia, che in tuffo di testa realizza l’1-0 dei biancocelesti.
Sbloccata la gara, la Lazio veleggia sulle ali dell’entusiasmo e in quattro minuti mette subito in ghiaccio il risultato trovando il raddoppio. Ripartenza rapida sulla corsia di sinistra per i capitolini, con Pellegrini bravo a scambiare con Zaccagni, lanciando quest’ultimo verso la porta. Il capitano laziale è freddo e preciso quando arriva in area di rigore: apre il compasso e piazza il destro sul palo lontano per realizzare la rete del 2-0. Festeggia la rete il numero 10 capitolino, che poi viene subito sostituito per concedere un po’ di spazio anche a Tchaouna. Dall’altra parte Italiano si gioca le carte Fabbian e Dallinga per Freuler e Odgaard, mentre al minuto 80 si gioca anche la carta Holm al posto di uno sfinito Castro, in preda ai crampi.
Il finale è un lungo e lento attendere il triplice fischio. La Lazio gestisce il possesso e porta a spasso i felsinei, stanchi e appesantiti dall’inferiorità numerica. Ammonito Tchaouna all’84’, un minuto più tardi entra anche Dele-Bashiru, il quale rileva uno stanco Castellanos. È un ingresso perfetto per il centrocampista nigeriano, che nell’ultimo minuto trova anche la rete del definitivo 3-0. Sul contropiede guidato da Lazzari, Isaksen entra in area e dribbla Ravaglia. Il giocatore cade e sarebbe calcio di rigore, ma sul vantaggio il neo-entrato anticipa l’avversario e mette in porta il pallone, realizzando il regolare gol finale. Grande festa sotto la Nord che anticipa il triplice fischio finale di Rapuano. Qualche istante prima della rete, ammoniti Pellegrini e Holm per una scaramuccia dopo il fallo subito dallo svedese.
La Lazio vince dunque per 3-0 e infligge ai ragazzi di Italiano la loro seconda sconfitta in Serie A, con una punizione, in termini di risultato, forse anche più severa di quanto dimostrato dalle squadre sul terreno di gioco. Il Bologna paga però a carissimo prezzo, soprattutto alla distanza, l’ingenua espulsione di Pobega per somma di ammonizioni. La squadra di Baroni resta così agganciata al gruppo di quattro inseguitrici alle spalle del Napoli, mentre i felsinei vedono allungarsi la forbice che li separa dalle posizioni al momento valevoli per l’Europa.
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