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Che fine hanno fatto i rifugiati ucraini


Oltre sei milioni di rifugiati ucraini si sono riversati in tutta Europa dopo l’invasione del loro Paese da parte della Russia. La risposta da parte degli alleati occidentali di Kiev è stata immediata, per accogliere soprattutto donne e bambini in fuga dalla guerra. In diversi Paesi queste persone hanno goduto di piani di accoglienza appositi e di procedure semplificate rispetto ad altri richiedenti asilo, ma a distanza di mille giorni dall’inizio del conflitto in alcuni Paesi la situazione potrebbe cambiare.

In Germania, dove sono presenti circa circa 1,2 milioni di ucraini, le imminenti elezioni potrebbero modificare lo status di cui hanno goduto finora. Il centrodestra della Cdu spinge per ridurre i sussidi, sottolineando una correlazione tra la difficoltà di trovare un lavoro stabile e la quantità di aiuti che ricevono. Uno studio dimostra però che la disoccupazione degli ucraini dipende soprattutto da ostacoli pratici e dalla crisi economica nel Paese, che richiede sempre meno lavoratori qualificati. 

I Paesi del Piano regionale per i rifugiati ucraini

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) allo scoppio del conflitto ha coordinato un apposito piano regionale, che ha l’obiettivo di fornire una risposta coordinata alle esigenze dei rifugiati provenienti dall’Ucraina. Il piano copre 11 Paesi della regione limitrofa al Paese in guerra e include: Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. Sono tutti Stati membri dell’Ue, a cui va aggiunta la Repubblica di Moldova, anch’essa inclusa nel piano. Il programma ha offerto assistenza finora a circa 730mila persone, rispetto ai 2,3 milioni di ucraini che sarebbero presenti nell’intera area.

A fronte di oltre un miliardo di euro richiesti ai governi, l’Unhcr è riuscita ad ottenere solo il 23% dei fondi richiesti, pari a 251 milioni di euro. I servizi di assistenza includono mezzi di sussistenza, come alloggi e pasti, consultazioni mediche gratuite, formazione scolastica dei bambini e programmi di educazione non formale rivolti all’infanzia. Con quasi un milione di rifugiati è la Polonia ad ospitare la stragrande maggioranza di ucraini tra i Paesi che aderiscono al piano regionale. 

Perché gli Ucraini si rifugiano soprattutto in Germania

Altri Stati europei, membri e non dell’Ue, ospitano gli altri quattro milioni circa di rifugiati ucraini. Anche in questo contesto c’è un Paese in particolare dove le famiglie hanno deciso di vivere: la Germania. Secondo gli ultimi dati disponibili del 2024, circa 1 milione e 200 mila persone provenienti dall’Ucraina hanno aderito al programma di accoglienza messo in piedi dal governo tedesco. Segue a debita distanza il Regno Unito (251mila), la Spagna dove ne sono state registrate circa 216mila, e l’Italia con 173.780.

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Oltre alla vicinanza geografica, le ragioni che spingono molte persone a recarsi nel Paese teutonico sono legate ai diritti accordati e alle procedure semplificate che Berlino ha riconosciuto per favorire la loro integrazione. Sotto la guida del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, il governo tedesco ha stabilito che gli ucraini debbano ricevere il sussidio di disoccupazione standard, chiamato Bürgergeld (“reddito di cittadinanza”), anziché i sussidi previsti per i richiedenti asilo, che sono inferiori.

Questo status deriva anche dal fatto che i rifugiati ucraini erano soggetti a una direttiva del Consiglio dell’Ue per la protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati, per i quali non si applicano le normali procedure di asilo. Per questa ragione in Germania è stato concesso loro lo status di “residenza temporanea” e hanno diritto a tutti i sussidi di assistenza sociale previsti per i cittadini tedeschi. Una situazione che nel 2025 potrebbe però cambiare. 

La crisi tedesca e le proposte del centrodestra sui rifugiati

Dopo il collasso della “coalizione a semaforo”, Berlino ha stabilito di andare al voto il prossimo 23 febbraio. Al momento in testa ai sondaggi c’è l’Unione cristiano-democratica (Cdu) insieme agli alleati dell’Unione cristiano-sociale (CSU). Entrambi i partiti, espressione del centro-destra, promettono di tagliare le prestazioni sociali e far entrare nel mercato del lavoro oltre 5,5 milioni di disoccupati di lunga durata. Tra le misure messe in discussione ci sono anche i sussidi riconosciuti ai rifugiati ucraini.

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Il portavoce per la politica sociale del gruppo parlamentare Cdu/Csu, Stephan Stracke, ha dichiarato alla stampa che mentre chiunque fugga “dalla guerra e dalla violenza” ha diritto alla protezione, “ciò non significa, tuttavia, che ci debba essere un diritto automatico al reddito di cittadinanza in Germania”. Ai microfoni del media DW, Stracke ha aggiunto che i rifugiati di guerra ucraini appena arrivati​​ dovrebbero inizialmente ricevere i benefici previsti per tutti gli altri richiedenti asilo. Nessuna parificazione quindi ai cittadini tedeschi. 

Quanto ricevono i rifugiati ucraini in Germania

Degli 1,2 milioni di rifugiati ucraini presenti nel Paese, circa 530mila sono classificati dall’Agenzia federale per l’impiego come “abili al lavoro” e aventi diritto al reddito di cittadinanza. Questo significa che ricevono un sussidio di disoccupazione fino a 563euro al mese, più l’affitto e le spese di riscaldamento pagate dallo Stato. È inoltre previsto un sussidio extra per i bambini, scaglionato in base all’età. Circa 360mila dei rifugiati ucraini in Germania sono minori.

In base alla proposta del centrodestra, col sussidio standard per i richiedenti asilo gli ucraini riceverebbero solo 460 euro al mese. Da uno studio recente dell’Istituto tedesco per la ricerca sull’occupazione (Iab), sono emerse difficoltà di integrazione degli ucraini nel mondo del lavoro tedesco. A marzo di quest’anno solo il 27% degli ucraini in Germania aveva trovato lavoro. Dati decisamente migliori sono stati riscontrati in Lituania (57%) e in Danimarca (53%).

Le difficoltà nel trovare lavoro per i rifugiati ucraini 

I commenti critici nei confronti dei rifugiati ucraini non sono una novità per la Cdu, spinta su posizioni sempre più dure dall’avanzata dell’estrema destra di Alternativa per la Germania (Afd).  Due anni fa, il leader della Cdu Friedrich Merz aveva messo in dubbio la necessità di protezione degli ucraini. “Stiamo assistendo a una forma di turismo sociale tra questi rifugiati: in Germania, di nuovo in Ucraina, in Germania, di nuovo in Ucraina”, aveva dichiarato Merz all’emittente televisiva Bild nel 2022, scatenando un’indignazione diffusa.

Secondo lo studio dell’Iab le difficoltà a trovare lavoro da parte degli ucraini non dipendono dalla quantità di aiuti statali che ricevono, ma da altri fattori più significativi. A incidere sono soprattutto le barriere linguistiche, i processi burocratici complessi e la domanda di manodopera da parte di settori a basso salario, dove è più facile trovare lavoro. L’Iab ha anche messo in luce che circa il 72% dei rifugiati ucraini ha una laurea o una qualifica professionale, una percentuale molto più alta di quella di altri rifugiati o della popolazione lavorativa tedesca in generale.

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