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Figli e conflitti, i genitori più soli chiedono aiuto ai consultori




Cristian Gennari

Chiedono di essere aiutati a comprendere meglio il senso del loro impegno educativo, mettere a fuoco competenze più mirate, pianificare interventi più efficaci. Sono i genitori disorientati e confusi della nostra epoca alle prese con il mestiere più complesso e più scivoloso, quella dell’educazione. Una sfida che si annuncia immediatamente in salita, alla nascita del primo figlio, e presenta interrogativi sempre più impattanti durante l’adolescenza dei figli e deve spesso confrontarsi con risvolti drammatici quando la conflittualità familiare diventa il calice amaro della quotidianità di genitori e figli. Ma anche quando emergono problematiche relazionali e difficoltà comunicative nel cuore della famiglia. In tutti questi casi, mamme e papà chiedono un sostegno specialistico, molto spesso anche un supporto terapeutico per i figli.

È quanto emerge da una ricerca presentata durante l’assemblea annuale del Forum delle associazioni familiari, l’organismo presieduto da Adriano Bordignon, e che ha radunato a Bari i rappresentanti delle 55 realtà associative che danno vita al cartello e i presidenti dei 21 forum regionali, per una rappresentanza complessiva che sfiora i cinque milioni di famiglie. L’assemblea, intitolata “Guardando al futuro”, ha messo al centro il tema dei giovani e del rapporto tra generazioni, con l’esigenza di ricreare un equilibrio che oggi appare sempre più precario, messo in discussione da timori esistenziali e insicurezze sociali.

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Come nasce questa ricerca? Tra il 2023 e il 2024 la Confederazione nazionale dei consultori familiari di ispirazione cristiana (Cfc) in collaborazione con l’Università Cattolica (Centro studi sul volontariato e la partecipazione sociale), ha deciso di indagare il tema della promozione della natalità e al valore della genitorialità.

«In un tempo in cui il fenomeno della decrescita demografica interroga le dinamiche sociali e culturali – ha spiegato ieri Livia Cadei, presidente della Confederazioni dei consultori – i nostri centri si sono sentiti interpellati per lo specifico ruolo nell’accompagnamento e nel sostegno alle famiglie e, in particolare, per l’impegno a promuovere e predisporre progetti a vantaggio della procreazione responsabile e di una genitorialità appagata e consapevole».

La riflessione ha permesso di fare il punto sulla formazione e sull’accompagnamento da offrire alle famiglie e sull’urgenza di cogliere buone prassi e ambiti di implementazione, trasferibili nei diversi contesti sociali, a favore della crescita della natalità e del passaggio, tutt’altro che scontato, dalla coppia coniugale a quella genitorialità. Una crescita in cui maturità personale, consapevolezza a due e buone prassi di cura devono essere bilanciare in un quadro armonico. Approdo affascinante ma non sempre agevole.

La ricerca ha raggiunto 125 Consultori familiari – 103 della Confederazione dei consultori familiari di ispirazione cristiana e 22 Ucipem – per un totale di 2.700 operatori, tra professionisti volontari (52%) e retribuiti (47%). Ma chi oggi va a bussare alle porte dei consultori? Persone e famiglie di qualsiasi estrazione sociale, anche se «un’attenzione speciale – ha aggiunto Livia Cadei – viene riservata alle persone che vivono una situazione di vulnerabilità, in relazione a precarie condizioni socio-economiche, background migratorio, fragilità relazionali.

Le richieste più numerose – come detto – riguardano il sostegno psico-sociale ed educativo al singolo genitore, oppure al figlio, ma sempre più spesso all’intera famiglia. Per rispondere a questi bisogni, i consultori predispongono interventi e azioni mirati. Il 64% dei Consultori si dedica a percorsi di accompagnamento alla genitorialità e il 62% offre consulenze individuali o familiari. Vi è anche una proposta significativa di percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità (49%). Uno degli aspetti educativi che oggi interroga con particolare urgenza non solo le famiglie, ma anche associazioni, movimenti, realtà pastorali.

Un focus specifico – sempre secondo quanto emerge dalla ricerca – viene dedicato dai consultori ai percorsi prenatali (46%) e al supporto alla neogenitorialità (41%) con riferimento al puerperio e ai primi mille giorni di vita dei nascituri.

E, inoltre, il 41% dei consultori si dedica all’insegnamento dei metodi naturali di regolazione della fertilità. Un terzo (34%) offre consulenza sui temi inerenti alla ricerca della gravidanza, con un’attenzione particolare a quanti incorrono in situazioni di infertilità. E un altro terzo (34%) propone percorsi di accompagnamento all’affido e all’adozione. Nell’ambito della collaborazione con i vari uffici pastorali della famiglia, ci sono anche consultori (25%) impegnati nella preparazione delle coppie che si accostano al matrimonio (26%). Meno frequenti, ma comunque significative per sottolineare la specifica sensibilità dei consultori verso l’accompagnamento alla famiglia nelle differenti età della vita, le proposte che riguardano il sostegno in momenti di particolare sofferenza.

«La presenza di un’équipe multiprofessionale – ha detto ancora la presidente dei Consultori di ispirazione cristiana – agevola uno sguardo alle molteplici dimensioni della realtà di vita della persona; promuove un lavoro integrato con il soggetto e/o la famiglia; incoraggia il dialogo fra l’interno e l’esterno del consultorio. Si denota come fondamentale la delineazione di azioni sinergiche con altri servizi o realtà del Terzo settore, nella logica di poter offrire alle famiglie dei percorsi sempre più corrispondenti ai bisogni emersi».

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C’è stato anche un breve focus sulla Puglia, la regione che quest’anno ha ospitato l’assemblea del Forum. Qui le richieste di supporto giungono in prevalenza da persone svantaggiate, spesso migranti, a cui non viene garantito l’accesso alle ordinarie prestazioni socio-sanitarie.I maggiori bisogni espressi rientrano nell’ambito della natalità e della genitorialità: coppie che chiedono una consulenza mirata per quanto riguarda la fertilità; donne costrette a interrogarsi sull’opportunità o sulla possibilità di portare a termine una gravidanza. Tante anche le problematiche espresse sulle difficoltà del rapporto di coppia e del rapporto con i figli.

«Famiglie e giovani possono e devono stringere una nuova alleanza per continuare a costruire un ecosistema dove sia essere bello nascere, crescere, diventare adulti e poi anziani – ha detto Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari -. Un ecosistema capace di ricostruire un rapporto sereno tra persone e Paese, tra nuclei familiari e questa splendida Italia. Non è un’utopia, famiglie e giovani guardano insieme al futuro e questo fa di loro – ancora oggi, malgrado tutto – la vera forza propulsiva che alimenta speranza e senso di responsabilità».

All’assemblea del Forum sono intervenuti, tra gli altri, la ministra per la famiglia, la natalità, e le pari opportunità, Eugenia Roccella; il presidente Regione Puglia, Michele Emiliano; il sindaco di Bari, Vito Leccese; il vescovo Giuseppe Favale, Segretario della Conferenza Episcopale Pugliese, Giuseppe Favale. Per mettere a fuoco la realtà del mondo giovanili sono risultate preziose le analisi dello psicoterapeuta Alberto Pellai, del rappresentante dell’Osservatorio Giovani, Andrea Orio e di Lorenzo Pellegrini di Ac.





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