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Elezioni in Emilia-Romagna, Antonio Tajani: «Forza Italia cresce, giusta la candidatura civica. De Pascale? Governo pronto al dialogo»


di
Francesco Rosano

Il vice premier e segretario di Forza Italia: «Quando si parla di istituzioni bisogna evitare le polemiche politiche. Per vincere in Emilia-Romagna bisognava partire con più anticipo»

«Se c’è voglia di dialogare noi siamo assolutamente pronti». Il ministro Antonio Tajani, vicepremier e segretario di Forza Italia, apre un primo spiraglio al «patto repubblicano» sul post alluvione chiesto dal neo eletto presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale. Dopo il responso delle urne, intanto, Tajani rivendica la «rinascita» di Forza Italia e indica agli alleati gli errori da non ricommettere: «La scelta di Elena Ugolini è stata positiva, ma bisogna partire per tempo. Le battaglie si vincono al centro, anche a Bologna».

Ministro, mentre FdI confermava la sua leadership nel centrodestra e la Lega scivolava giù, Forza Italia alle Regionali ha aumentato i voti assoluti e raddoppiato le percentuali del 2020. È l’inizio di una rinascita?
«Assolutamente sì, con le dovute proporzioni in Emilia-Romagna il risultato coincide con quello nazionale. Ci siamo confermati secondo partito del centrodestra, il terzo a livello nazionale. L’Emilia-Romagna è una regione dove bisogna lavorare molto, ma mi pare che i risultati si comincino a vedere. A Parma abbiamo avuto uno straordinario 12% in città, ma anche a Bologna il risultato è stato positivo. Pietro Vignali e Valentina Castaldini in Regione faranno un’opposizione costruttiva, intelligente, concreta e questo ci permetterà di fare crescere ancora il partito».




















































Il risultato della coalizione però non può lasciarvi soddisfatti. Dove si è sbagliato?
«In Emilia-Romagna la situazione la conosciamo. La sinistra, se si esclude il caso Guazzaloca, è sempre stata molto forte. Ha avuto sempre un radicamento robusto, con un uso del potere molto capillare. Questo sul voto amministrativo pesa. Abbiamo scelto una candidata che non era di partito e che poteva aggregare mondi diversi, ma le vittorie si costruiscono anche nel tempo. La sinistra ha vinto, chapeau, ma per il futuro chiedo che partendo dal ruolo di Forza Italia si possa arrivare a costruire una proposta puntando su liste civiche, mondo cattolico e cooperazione, un mondo a cui guardiamo con attenzione. Non a caso ho festeggiato il Primo maggio a Bagnacavallo con Confcooperative. Guardiamo con attenzione anche alle banche del credito cooperativo, agli artigiani, ai commercianti e alle partite Iva per far crescere il nostro consenso, ma serve un lavoro forte per stringere le maglie della nostra organizzazione. Presto annuncerò una serie iniziative al Consiglio nazionale di Forza Italia per rinforzare la nostra presenza sul territorio».

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Con il senno di poi avrebbe preferito un’altra candidatura a Elena Ugolini? Magari un volto più noto o un esponente politico?
«Più che altro credo che bisognava partire con largo anticipo. In Emilia-Romagna forse abbiamo deciso troppo tardi la candidatura, che però ha dimostrato di essere un modello: una civica moderata di area cattolica che comunque ha iniziato un lavoro di cambiamento in Emilia-Romagna. Ritengo positiva la scelta di Ugolini, adesso anche lei dovrà essere parte della costruzione di una nuova stagione. Ma dobbiamo farlo a partire da adesso, preparare un candidato con un largo anticipo. Questa è sempre stata una roccaforte della sinistra, per espugnarla serve una strategia a lungo termine. Ci vogliono anni per costruire l’alternativa».

La prima grossa sfida alle porte, tra circa due anni, è quella per il Comune di Bologna. Insisterete su un profilo civico o i partiti del centrodestra hanno nomi spendibili?
«Le battaglie politiche si vincono sempre al centro. A Bologna bisognerà trovare un candidato che possa raccogliere consensi al di là del centrodestra, anche nell’elettorato ex democristiano ed ex socialista che non si riconosce nelle politiche sempre più a sinistra di Pd e M5S. Bisogna trovare un altro Guazzaloca, preparare in anticipo il terreno anche a Bologna. Noi saremo ancora più presenti sul territorio, partiremo dai nuovi eletti e dai componenti delle liste che ci hanno permesso di fare un balzo in avanti per guardare con ottimismo anche alle elezioni di Bologna».

In Regione intanto il neo presidente Michele de Pascale chiede un «patto repubblicano» sul post alluvione con la premier Giorgia Meloni e il governo. Basta polemiche politiche, lavoro congiunto. Lei è d’accordo?
«Le polemiche vanno archiviate, dobbiamo ricostruire. Noi siamo disponibili a discutere e dialogare per dare risposte concrete ai cittadini dell’Emilia-Romagna. Io mi auguro che non ci siano più polemiche e che anche il nuovo presidente dell’Emilia-Romagna contribuisca a trasformare in realtà ciò che ha detto».

La premier è d’accordo?
«Meloni è sempre disponibile a dialogo e al corretto rapporto istituzionale. Quando si parla di istituzioni bisogna evitare le polemiche politiche tra opposizione e maggioranza e anche de Pascale, da presidente della Regione, rappresenta un’istituzioni e non un partito».

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