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L’Europa trema per i nuovi missili di Putin


Dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di testare il nuovo missile ipersonico Oreshnik attaccando la città ucraina di Dnipro, in Europa la tensione si sta alzando alle stelle. Dal giorno dell’attacco, giovedì scorso, i vertici europei sia a livello nazionale che a livello Nato si stanno riunendo freneticamente per cercare di decifrare la mossa russa e capire le possibili contromisure. L’unica cosa che è chiara in questa escalation del conflitto in Ucraina, è che quello dello zar è un messaggio diretto all’Europa.

La minaccia di Putin all’Europa

È chiaro che Putin voglia avvertire l’Occidente e soprattutto il continente europeo: in primo luogo, il nuovo missile ipersonico è stato testato come risposta diretta all’uso di Kiev di missili britannici e statunitensi in territorio russo; inoltre è un ordigno che, anche se non può valicare l’Oceano, sarebbe capace di devastare in pochi minuti qualsiasi capitale europea, inclusa Londra. E lo hanno fatto sapere anche da Mosca sottolineando che il missile può “colpire obiettivi in tutta Europa”.

Il presidente russo Vladimir Putin minaccia l'Europa
Il presidente russo Vladimir Putin minaccia l’Europa

Ne parla della questione anche Mick Ryan, generale australiano, docente nelle scuole militari statunitensi e uno degli analisti più esperti dei conflitti contemporanei: “Questo è un messaggio all’Europa, non soltanto per il suo sostegno all’Ucraina, ma anche per la volontà russa di condizionarne le strategie nel campo della difesa molto oltre l’Ucraina”. Per il generale, il presidente Putin sta cercando di “intimidire i politici europei e influenzare il loro pensiero sul modo di confrontarsi con una Russia che torna forte“.

Il leader russo non mira solo a occupare i territori ucraini, ma il suo obiettivo e molto più grande: ridisegnare gli equilibri in Europa e riportare la Russia a essere considerata una grande potenza, dopo che ha perso questo status con la dissoluzione dell’Urss. Per questo c’è la continua insistenza sulle armi nucleari. Ryan ha affermato che “ancora una volta Putin manifesta l’intenzione di usare le testate nucleari in caso di necessità e dimostra che la sua determinazione a ottenere un cambiamento dell’architettura della sicurezza nel Continente favorevole a Mosca è più forte della volontà europea a opporsi a lui.

La risposta dei leader europei

Da giovedì i leader del continente europeo si stanno riunendo per capire cosa potrebbe accadere da adesso in poi con la minaccia del leader russo. Il premier polacco Donald Tusk ha dichiarato che “il conflitto ha assunto proporzioni drammatiche. Le ultime ore hanno dimostrato che la minaccia è grave e reale quando si parla di un conflitto reale”. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che lo sviluppo del nuovo sistema missilistico dimostra “quanto sia pericolosa questa guerra. Il fatto che il presidente russo Vladimir Putin abbia ora impiegato anche un missile a medio raggio per colpire il territorio ucraino rappresenta un’escalation terribile”.

Intanto in Germania, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, è stato elaborato un piano che prevede azioni in caso di invasione russa nel fronte orientale della Nato. Il Regno Unito e la Francia, attraverso i loro ministri degli esteri, hanno ribadito che faranno “tutto il necessario” per sostenere l’Ucraina e raggiungere una pace duratura. E hanno risposto a Putin che ha accusato UK e Usa di aver portato all’escalation autorizzando Kiev a lanciare i loro missili contro il territorio russo, dicendo che è stata la “guerra su vasta scala e senza provocazione” della Russia a far degenerare “la più grande guerra nel continente europeo dalla Seconda guerra mondiale”.

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I due ministri hanno dichiarato inoltre di ritenere il leader russo responsabile dell’“annientamento dell’architettura globale che è stata la pietra angolare della pace e della sicurezza internazionale per generazioni”. Il premier inglese Keir Starmer ha parlato della necessità per tutti i Paesi Nato di “aumentare il sostegno alla nostra difesa collettiva”, ribadendo l’obiettivo del Regno Unito di definire il percorso per una spesa per la difesa del 2,5% entro la primavera.

Europa debole

L’escalation che spinge Putin un passo più avanti al suo obiettivo avviene in un contesto già difficile per l’Europa, con il presidente statunitense eletto Donald Trump che ha minacciato di lasciare la Nato se i membri europei non aumenteranno le spese belliche. Il problema è che senza l’aiuto degli Usa, nessuno in Europa può fermare un’arma così forte come Oreshnik, anche se dotata solo di ogive convenzionali. Non esiste nemmeno una batteria capace di intercettare i missili balistici con testate multiple. E anche su questo punto fondamentale per la difesa europea non si è ancora riusciti a trovare una quadra comune.

In Germania un anno fa è stata presa la decisione di adottare i sistemi israeliani Arrow con un programma insieme ad altre 22 nazioni, comprese UK e Svizzera, ma il conflitto in Medio Oriente rischia di allungare i già lunghi tempi di consegna. Italia e Francia invece hanno deciso di puntare sulla nuova generazione di intercettori del Samp-T, gli stessi forniti all’Ucraina.

I paesi europei rischiano così di mostrarsi deboli alla minaccia di Putin, con un’Europa che sta perdendo potere anche sul campo diplomatico, incapace di mediare nei conflitti in corso. Con l’arrivo di Trump e il rafforzamento di Putin, i leader europei devono cercare urgentemente una soluzione per tornare a essere in prima linea in ambito politico, militare e diplomatico.



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