L’intelligenza artificiale alla guida dei tribunali digitali
Di Alfredo Baggio
La Cina ha già lanciato la sfida al sistema giudiziario tradizionale con i suoi “Internet courts”
Tribunali virtuali che dal 2017 risolvono controversie legali senza che le persone debbano mai mettere piede in aula. Sono alimentati da intelligenza artificiale (IA) e stanno trasformando la giustizia come la conosciamo, portando l’innovazione tecnologica sullo scranno del magistrato (ma solo per controversie di lieve entità, per le quali non sia richiesto un comparto umano “etico”)
I tribunali digitali: la giustizia a portata di clic
Il primo “tribunale virtuale” cinese è stato creato a Hangzhou, una delle città tecnologicamente più avanzate del Paese, nel 2017. La missione iniziale era di gestire le dispute legate al mondo digitale, come le controversie su proprietà intellettuale, violazioni dei diritti di e-commerce, responsabilità dei produttori di beni venduti online, e molto altro ancora. In pochi anni, questo modello di giustizia digitale ha avuto un successo tale da spingere il governo cinese a espandere il sistema.
Nel 2019, il tribunale di Hangzhou aveva già visto il completamento di oltre 3,1 milioni di casi legali, coinvolgendo più di un milione di utenti e 73.000 avvocati registrati. Grazie all’efficienza delle piattaforme online, un caso legale può essere risolto in media in soli 40 giorni, con una durata media delle udienze che non supera i 37 minuti. Sorprendentemente, il 98% delle decisioni è stato accettato senza ricorsi, un dato che testimonia il buon funzionamento e l’affidabilità del sistema.
Giudici virtuali e blockchain: l’evoluzione del diritto
A differenza dei tribunali tradizionali, i giudici delle corti digitali cinesi non sono esseri umani, ma avatar olografici alimentati da algoritmi di intelligenza artificiale. Durante una delle dimostrazioni aperte al pubblico, è stato possibile vedere come i giudici virtuali interagiscano con i litiganti. Questo tipo di interrogatorio e di discussione è possibile grazie a una sintesi di intelligenza artificiale che può comprendere e processare prove elettroniche in tempo reale.
I giudici digitali, oltre a fungere da intermediari tra le parti, sono in grado di analizzare vasti database giuridici e utilizzare la blockchain per garantire che le prove presentate siano immutabili e sicure. Queste caratteristiche offrono un livello di trasparenza e affidabilità che può essere difficile da ottenere in tribunali tradizionali, dove la gestione delle prove è un processo complesso e talvolta vulnerabile a errori o manipolazioni.
Tecnologia al servizio della giustizia: vantaggi ed efficienza
L’adozione di tecnologie avanzate nei tribunali cinesi, per quanto dibattuta, è stata una risposta efficace a una crescente domanda di giustizia più veloce ed economica. In Cina, per esempio, il sistema di giustizia digitale ha permesso di ridurre i costi operativi e accelerare i tempi di risoluzione delle controversie. I litiganti possono risolverle in modo rapido e senza dover affrontare i costi e le complessità di un tradizionale processo giudiziario.
I tribunali cinesi utilizzano piattaforme per la gestione elettronica dei documenti, che classificano e analizzano i vari file legali presentati dalle parti, separando quelli rilevanti da quelli irrilevanti. Un sistema avanzato di IA, inoltre, suggerisce quali sono i casi precedenti più pertinenti, migliorando l’accuratezza delle decisioni senza la necessità di una lunga ricerca manuale da parte degli avvocati. Un altro vantaggio significativo è che, a differenza degli esseri umani, le IA non sono soggette a stanchezza, distrazione o errori legati all’affaticamento mentale, garantendo quindi una maggiore precisione e tempestività.
L’ascesa globale dei tribunali digitali
La Cina non è sola in questo esperimento giuridico. Altri Paesi, come l’Estonia, hanno adottato soluzioni simili per gestire le piccole cause legali. In Canada, il Digital Hearing Workspace (DHW) è un progetto pilota che sta digitalizzando l’intero processo giudiziario per le controversie commerciali. Questo strumento consente di archiviare e organizzare tutta la documentazione del caso in formato elettronico, riducendo la necessità di documenti cartacei e velocizzando le operazioni di ricerca e consultazione. La possibilità di combinare questi strumenti con un sistema di risoluzione delle dispute online (ODR) e un giudice IA potrebbe migliorare ulteriormente l’efficienza delle corti e ridurre il notevole arretrato di casi che affligge molti tribunali.
Anche gli Stati Uniti stanno facendo progressi in questa direzione. I tribunali statunitensi, infatti, già utilizzano algoritmi per aiutare i giudici a raccomandare pene adeguate nel sistema penale. L’applicazione della tecnologia nel diritto non si ferma qui. Nel Regno Unito, l’app DoNotPay ha assistito nel contenzioso di oltre 160.000 multe per sosta, dimostrando l’impatto pratico e la crescente accettazione dell’IA nelle questioni legali quotidiane.
Sfide e resistenze: l’equilibrio tra innovazione e tradizione
Nonostante i vantaggi, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei tribunali non è esente da controversie. Molti professionisti del diritto, in particolare avvocati e giuristi, sono scettici riguardo all’affidamento della giustizia a entità non umane. La preoccupazione principale riguarda la capacità delle IA di sostituire completamente il giudizio umano, in particolare nelle cause più complesse che richiedono una valutazione etica o una sensibilità che i sistemi automatizzati non possiedono. Tuttavia, gli esperti sostengono che l’IA non debba essere vista come una sostituzione, ma come uno strumento di supporto che affianca i giudici e gli avvocati nel loro lavoro, migliorando la qualità e la velocità delle decisioni.
Inoltre, i sistemi di IA che lavorano nei tribunali devono affrontare sfide relative alla protezione dei dati e alla privacy. Se da un lato la digitalizzazione promette una maggiore trasparenza, dall’altro crea nuove preoccupazioni legate alla gestione dei dati sensibili. Per questo motivo, è fondamentale che le tecnologie utilizzate siano sicure e che siano garantiti i diritti dei cittadini.
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