I rimedi ai «tagli» continui, tra chi sceglie i rincari e chi punta su strategie alternative: ecco come si muovono le città capoluogo del Veneto
Aliquote Irpef più alte, mense e rette degli asili rincarate e in alcuni casi cresce pure la tariffa dei rifiuti. A Padova e Vicenza, poi, con il nuovo anno arriverà una ministangata anche per i turisti: a bilancio è stato inserito l’aumento della tassa di soggiorno. Con l’approvazione del nuovo bilancio alle porte, i Comuni e le Province hanno iniziato la corsa ad ostacoli per far quadrare i conti: i tagli, già pesanti l’anno scorso, in arrivo nei trasferimenti da Roma vanno coperti in qualche modo. E così le direzioni Bilancio dei Municipi, piccoli e grandi del Veneto e di tutta Italia in generale, si ingegnano in soluzioni, talvolta creative. Padova e Belluno hanno scelto la strada dei rincari, strada perseguita l’anno scorso da Treviso. Vicenza, Rovigo, Verona e Venezia hanno scelto altrimenti, il che però impone di tirare la cinghia su altri capitoli di spesa.
L’imposta di soggiorno
Il capoluogo di Regione, ad esempio, trasferisce 5,5 milioni di imposta di soggiorno e uno di ticket d’accesso sul contratto che ha con il gruppo Veritas sui rifiuti, che aumentano esponenzialmente per la presenza dei turisti. La questione delle riduzioni nei trasferimenti destinati alla spesa corrente (l’insieme delle uscite per il funzionamento e la gestione di un ente pubblico) non è l’unico grattacapo da togliere il sonno la notte a sindaci e assessori: ci sono anche l’aumento dei costi dei cantieri e l’adeguamento degli stipendi dei dipendenti. Altra nota dolente, il 2025 sarà segnato dal ritorno del Patto di stabilità: «È finita l’ubriacatura del Covid», osserva Carlo Rapicavoli, direttore di Anci (Associazione nazionale comuni italiani). Tra i provvedimenti europei per attutire la crisi nel periodo della pandemia c’era stato lo stop, temporaneo, al Patto ma i nuovi documenti di programmazione finanziaria ne dovranno tenere conto con la necessità di accantonare fondi appunto per non rischiare di incorrere in sanzioni.
«Con grandissime difficoltà siamo riusciti a non alzare Irpef e Imu — dice il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai — , ma sostenere il peso di questi tagli sta diventando impossibile».
Ritocco delle tariffe
Vicenza calcola che nei prossimi tre anni avrà 12 milioni in meno, tra tagli e stipendi da adeguare. E il rischio che sia necessario ritoccare le tariffe è dietro l’angolo: «Vedremo a inizio 2025, faremo un’ulteriore spending review». La coperta è corta e se non si aumenteranno le tasse, potrebbero essere falcidiati i servizi ai cittadini. A Venezia (il suo bilancio di previsione ammonta a 800 milioni di euro), da Roma arriveranno 1,5 milioni in meno che saliranno a 3 nel 2026 e nel 2027, stando a quanto preannunciato nella prossima legge di stabilità. Minori entrate che si aggiungono, ricorda l’assessore al Bilancio Michele Zuin, ai tagli disposti in passato, ossia 8,5 milioni nel triennio 2025-2027. «L’impatto poteva essere maggiore, perché Venezia veniva penalizzata nel calcolo, ma siamo riusciti con mia lettera al ministro Giorgetti, come indicatomi dal consiglio comunale con un ordine del giorno — sottolinea — a togliere la Tari dal computo della “base imponibile dei costi” su cui calcolare le minori risorse. E di questo, appunto, Venezia ne ha avuto un beneficio. Il governo ci ha ascoltato. In generale per la mia funzione istituzionale posso solo che comprendere le difficoltà che trova il governo nella finanza nazionale». Di fronte al fuoco incrociato di chi attacca Roma per la situazione in cui versano le amministrazioni, Zuin difende Roma: «Non deve essere facile supplire ai miliardi che se ne sono andati e se ne andranno ogni anno sulle manovre fuori controllo scelte del governo 5 stelle sul Superbonus 110% e reddito di cittadinanza. Purtroppo, con i conti in rosso che ti lasciano gli altri non si possono fare miracoli, cosa che so bene con quello che mi sono trovato nel 2015 dopo i governi di centrosinistra».
Aliquota Imu
Padova, a fronte di 8,1 milioni in meno, porta all’1,02% l’aliquota Imu per uffici, negozi e magazzini, aumenta anche Irpef, imposta di soggiorno, Tari e le rette degli asili e delle mense (più 4,3%, per Isee superiori a 16 mila euro). Irpef più salata anche Belluno: «Scelta necessaria per garantire il supporto ai nuclei più fragili», dice il sindaco Oscar De Pellegrin. A Treviso, nel 2023 erano stati aumentati Irpef, canone unico, tariffe cimiteriali e tassa di soggiorno, e ora si punta alle alienazioni: a fine anno ci sarà un bando per la vendita di villa Margherita. E si tratta anche per rivedere il contratto per la gestione del verde da 3,5 milioni l’anno con Contarina. Jesolo ha scelto di non aumentare nulla per il 2025 ma «a fronte del fatto che le tariffe sono ferme da dieci anni dal 2026 dovremmo rivederle», dice il sindaco Christofer De Zotti. Ancora un anno di tregua, quindi arriverà la stangata.
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