L’AQUILA – “La Giunta Regionale esercita nei confronti delle Aziende Sanitarie le funzioni di
indirizzo e coordinamento, direttiva e vigilanza compresa la verifica dei risultati
aziendali conseguiti dai Direttori Generali”, e in caso “di accertata o persistente inerzia o inadempimento da parte degli organi delle Aziende Sanitarie abruzzesi nel compimento di atti o
provvedimenti obbligatori esercita il potere sostitutivo”.
E quanto prevede la norma voluta dal presidente della Regione Marco Marsilio, di Fdi, inserita nel pacchetto di provvedimenti che arriveranno martedì in consiglio regionale. e che sta provocando già gli attacchi dell’opposizione del centrosinistra, che in una nota parla di “espressione tangibile del fallimento di Marsilio” e di “un provvedimento tardivo, che arriva a disavanzo fatto e che non servirà ad arrestare la crescita di quello futuro, che rischia di essere più imponente del 2023. Un atto imbarazzante, non solo perché mette in moratoria manager di nomina politica, designati anche contravvenendo le normative vigenti, come dimostrano i ricorsi vinti dai manager rimossi da Marsilio, ma perché è di fatto un autocommissariamento”.
Di fatto la norma è una decisa stretta sui quattro direttori generali Ferdinando Romano per la Asl provinciale dell’Aquila, Thomas Shael per la Asl provinciale di Chieti, Vero Michitelli per l’Asl di Pescara e Maurizio Di Giosia per la Asl di Teramo, impegnati con i piani di rientro approvati a fine agosto a tagliare i costi per contenere il deficit intorno al 120 milioni di euro, ed evitare che schizzi ai 200 milioni tendenziali.
Una misura che va nella direzione di quanto stabilito il documento congiunto delle commissioni Bilancio e Sanità che hanno invitato la giunta a prendere provvedimenti, in linea di principio anche il commissariamento, in caso i quattro dg avessero sforati i loro obiettivi di risanamento del 20%. Il commissariamento si legge ancora nella norma “avverrà con il potere sostitutivo del direttore del dipartimento sanità”, che è Emanuela Grimaldi. E all’uopo si conferma la costituzione di una task force a supporto del servizio sanitario regionale che risponde direttamente a Marsilio e all’assessore alla Salute, Nicoletta verì.
Commentano dunque il segretario regionale Pd Daniele Marinelli, il capogruppo in Consiglio Silvio Paolucci e dei consiglieri regionali Dino Pepe, Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci.
“La verità è che con la gestione della destra il comparto sta andando verso un nuovo commissariamento, cosa che diciamo da anni e che è stata sempre smentita dal Governo regionale, salvo presentare subito dopo la riconferma elettorale i conti in rosso di una sanità non gestita da anni . Da anni diciamo che i conti delle Asl sarebbero stati in rosso, nonostante i tanti fondi a disposizione negli anni del Covid, da quando i disavanzi sono stati “svelati” dopo essere stati a lungo negati e addirittura nascosti, abbiamo detto che i manager che Marsilio ha scelto erano divenuti abusivi, perché questo dice la normativa vigente e il contratto stesso dei dg”.
“Non solo, con le nostre denunce abbiamo sventato il tentativo di creare altre poltrone con un organismo di controllo che solo con l’emendamento di qualche giorno fa è divenuto una task force gratuita, perché era nato come struttura di missione che sarebbe costata almeno un milione di euro alla comunità. Spiace che a pagare tale fallimento non sarà chi lo ha provocato, ma saranno ancora una volta gli abruzzesi e gli operatori sanitari, i medici, il personale della sanità che quotidianamente deve accogliere e curare i pazienti, nonostante il crollo delle prestazioni, nonostante i servizi che, a causa del disavanzo, la sanità pubblica non è più in grado di assicurare. Questo, nonostante i mancati investimenti in edilizia sanitaria e sul personale e i tempi per le cure che insieme ai costi costringono chi può a migrare altrove e verso la sanità privata e chi non può, almeno 120.000 abruzzesi a rinunciare a curarsi. Non c’è una cifra che vada in positivo nella gestione Marsilio, una realtà riconosciuta da tutti, Ministeri, Agenzia sanitaria nazionale e regionale, Tavoli di monitoraggio e tutti gli altri soggetti attivi nella gestione della sanità italiana”.
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