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Al Tesoro la nomina più attesa di Trump: è Scott Bessent


Donald Trump ha nominato Scott Bessent segretario al Tesoro. Il manager di hedge fund è top fundraiser di Trump e suo ex consigliere economico. È  la «nomina più attesa», e non solo negli Stati Uniti.

Scott Bessent, 62 anni, è un miliardario della South Carolina. Ha fondato la società di investimento Key Square Capital Management ed è stato chief investment officer alla Soros Fund Management dal 2011 al 2015.

Negli ultimi mesi è diventato il più importante consigliere economico del tycoon. È stato al suo fianco per tutta la campagna elettorale. Lo ha sempre difeso sulla proposta di imporre «dazi estremi», nonostante l’opposizione di alcuni a Wall Street, i quali temono che imporre tariffe radicali scatenerà guerre commerciali e alla fine aumenterà i prezzi per i consumatori americani.

Il «colpo di fulmine» per Trump sarebbe arrivato quando Bessent dichiarò che, secondo le sue previsioni, il mercato azionario sarebbe crollato se Kamala Harris avesse vinto le elezioni.  Di recente, Scott Bessent ha firmato un editoriale sul Wall Street Journal nel quale boccia la tesi di un gruppo di premi Nobel secondo i quali l’agenda economica di Trump avrebbe danneggiato l’economia degli Stati Uniti.

Tra gli alleati più di lunga data di Bessent, che hanno spinto per la sua nomina, c’è Larry Kudlow, che guidò il Consiglio economico nazionale durante il primo mandato di Trump. I detrattori, invece, puntano il dito contro la sua collaborazione con George Soros e lo hanno attaccato sostenendo che non abbia fatto abbastanza per difendere l’impegno di Trump sull’imposizione di tariffe rigide.

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Procedura celere

Elon Musk non era tra i sostenitori e, anzi, sabato aveva dato il suo endorsement a Howard Lutnick, l’amministratore delegato della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald, in lizza per il posto. Lutnick, ha scritto Musk su X, «metterà in atto il cambiamento». Bessent, aveva detto, è una «scelta di business as usual».

Se sarà confermato, il miliardario sarà alla guida di uno dei dipartimenti più importanti del Governo. Dall’edificio proprio accanto alla Casa Bianca, Bessent dovrà attuare la politica fiscale, gestire il debito nazionale, guidare i regolatori finanziari, controllare le sanzioni e condurre la diplomazia economica. Per non parlare del ruolo centrale sui dazi.

Tra i consigli che ha dato al presidente eletto c’è quello di perseguire la politica del «3-3-3»: tagliare il deficit di bilancio al 3% del prodotto interno lordo entro il 2028, stimolare la crescita del PIL del 3% attraverso la deregolamentazione e produrre 3 milioni di barili di petrolio o suoi derivati al giorno.

Intanto, il processo Stormy Daniels è sospeso e Trump lavora, secondo il Washington Post, a un’inchiesta per dimostrare i brogli alle elezioni 2020. Il presidente eletto sta pensando di creare squadre investigative all’interno del Dipartimento di Giustizia, riferiscono fonti informate, secondo le quali il tycoon vorrebbe anche licenziare l’intero team che ha lavorato con il procuratore speciale Jack Smith.

Il presidente della Commissione giustizia del Senato, il democratico Sick Durbin, ha nel frattempo chiesto di effettuare i cosiddetti «background check», i controlli dell’FBI, su Pam Bondi, nominata da Donald Trump per il ruolo di attorney general (procuratore generale), funzione corrispondente a ministro della Giustizia. Lo riporta la CNN. «Sono state sollevate serie domande sulla condotta di Bondi come procuratrice generale della Florida e avvocato personale del presidente eletto», ha detto Durbin. «Dopo la controversa nomina e l’imbarazzante ritiro di Matt Gaetz, il Senato e la Commissione Giustizia del Senato dovrebbero insistere affinché Trump, come i precedenti presidenti eletti di entrambi i partiti, seguano le regole».

Tulsi Gabbard, nominata da Donald Trump per guidare tutte le agenzie d’intelligence americane, è stata inserita per un breve periodo in una lista nera del governo per la sicurezza dei trasporti come persona che «doveva essere ulteriormente controllata» per via di alcuni suoi viaggi sospetti. Lo riferiscono tre fonti informate alla CNN. L’ex deputata è stata tolta dalla lista, un programma anti-terrorismo poco conosciuto chiamato «Quiet Skies», dopo qualche giorno. Gabbard dichiarò poi di essere presa di mira perché aveva criticato l’allora candidata alla presidenza Kamala Harris in un’intervista a Fox News, circostanza che le fonti hanno categoricamente negato. «Il regime di Harris-Biden mi ha etichettato come una minaccia terroristica interna. Perché? Mi vedono come una minaccia al loro potere», aveva attaccato in un post su X a settembre. Gabbard è stata criticata in questi giorni, anche dal partito repubblicano, per la sua vicinanza al presidente siriano Bashar Assad che incontrò nel 2017 e per il sospetto che avesse diffuso la propaganda della Russia.  

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