La notizia è lanciata dall’agenzia giornalistica Nova. E potrebbe segnare uno spartiacque nella complessa partita per la cessione degli impianti di Acciaierie d’Italia a Taranto: il gruppo ucraino Metinvest infatti non sarebbe intenzionato a partecipare al bando predisposto dal Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Metinvest aveva già bypassato la prima scadenza, quella del 20 settembre, non presentando alcuna manifestazione di interesse, ma avrebbe tempo sino al 30 novembre per presentare una più impegnativa offerta vincolante per l’ex Ilva. Una ipotesi fatta trapelare in più occasioni dal ministero. Invece, il “niet” degli ucraini ad un investimento a Taranto andrebbe inteso come una decisione definitiva. Questo, alla luce del fatto che la società ha ufficializzato un altro progetto in Italia: un impianto di produzione di acciaio green, ma a Piombino, affare da 2,5 miliardi di euro.
L’agenzia Nova cita «un bilaterale si è svolto a Roma, nell’ambito del Forum di un dialogo imprenditoriale Italia-Ucraina organizzato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano e dal ministero dell’Economia dell’Ucraina, dove a presiedere la sessione plenaria è stato il vicepremier e titolare della Farnesina, Antonio Tajani. Il Forum ha visto la partecipazione di diversi rappresentati del mondo imprenditoriale, istituzioni finanziarie e associazioni di categoria. Si tratta di un evento pensato in vista della conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025. Inizia a delinearsi il quadro di interventi che il governo italiano metterà in atto a favore della ricostruzione dell’Ucraina. Il Piano, approvato dal Consiglio europeo a maggio, è costituito da un prestito di 50 miliardi provenienti dagli extra profitti degli asset russi immobilizzati. A quanto ha appreso Agenzia Nova, a una decina di giorni dal termine ultimo per presentare un’offerta vincolante per l’ex llva, Metinvest non sembra lasciare molti dubbi: gli investimenti sono dirottati sullo stabilimento di Piombino. La tabella di marcia prevede la firma di un accordo di programma entro l’inizio del 2025. Intanto, Metinvest suggerisce all’Italia di considerare il progetto nella provincia di Livorno di “interesse strategico nazionale”, se approvato potrebbe portare un’accelerazione nei processi di approvazione con il coinvolgimento diretto del Consiglio dei ministri».
La stesse agenzia spiega che «La scelta di investire risorse a Piombino potrebbe essere stata determinata dal contesto non roseo in cui verte l’ex Ilva, oggi per la seconda volta in amministrazione straordinaria. Il ministro Adolfo Urso ha ribadito in diverse occasioni che per Metinvest “è sempre aperta” la possibilità di presentare una manifestazione d’interesse per AdI. Il colosso ucraino, però, non ha inviato nulla entro il 20 settembre, ma avrebbe comunque tempo fino al 30 novembre per presentare un’offerta vincolante. Nel frattempo continuano i sopralluoghi negli stabilimenti siderurgici. Negli scorsi mesi i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia hanno accolto i rappresentanti di alcune realtà interessate all’intero gruppo (…) Senza Metinvest, è escluso un eventuale coinvolgimento dell’ex Ilva tra gli interventi volti alla ricostruzione dell’Ucraina. Al contrario, l’accordo di Piombino rappresenta “un passo importante verso la creazione di uno degli impianti di acciaio più sostenibili d’Europa” per l’ad di Metinvest, Ryzhenkov.
Il gruppo assicura che il progetto ha lo scopo di rafforzare l’industria italiana e le strutture minerarie ucraine. La realizzazione di uno degli impianti di acciaio green più avanzati d’Europa avrà una capacità pianificata di 2,7 milioni di tonnellate all’anno. L’impianto utilizzerà tecnologie basate su forni elettrici ad arco e materiali riciclati, tra cui rottami d’acciaio, ghisa e ferro preridotto provenienti dall’Ucraina».
Chi potrebbe essere ancora della partita-Taranto, ma si resta nel campo delle ipotesi e delle indiscrezioni, è Nippon Steel, gigante giapponese tra i primi gruppi siderurgici al mondo, il cui peso potrebbe risultare decisivo. Da registrare il grande attivismo degli indiani di Vulcan Green Steel, i cui vertici nelle scorse settimane hanno incontrato il sindaco Rinaldo Melucci, e degli azeri di Baku Steel.
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