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«Siamo a Muraglia, non a New York e quelle due torri vanno abbassate»


PESARO – «Le torri vanno spostate o quantomeno abbassate, Muraglia non è New York». Hanno ascoltato per oltre un’ora, mercoledì sera, la relazione dell’architetto Francesco Ferri, i presenti nella sala del Circolo di Loreto. Quasi 90 slide partite dal piano particolareggiato nella zona dell’ex Fabbrica Carloni, ovviamente con un focus sul nodo della discordia, le due torri residenziali, per poi allargare il raggio al nuovo ospedale di Muraglia (in sala ad ascoltare oltre a diversi consiglieri di centrodestra, anche l’assessore regionale all’Urbanistica Francesco Baldelli) e agli altri due comparti urbanistici previsti lungo le sponde del Genica, con i conseguenti problemi legati al rischio esondazione.

Tutti i dubbi

Poi hanno preso la parola alcuni abitanti, in particolar modo quelli che abitano in via Compagni e via Terzi, le due principali strade di Muraglia, insieme a via Guerrini, che saranno gravate dal traffico collegate ai nuovi appartamenti, di circa 200 auto in più al giorno. «Quelle torri vanno abbassate, bisogna che l’amministrazione comunale si renda conto che qua non siamo a New York». E ancora: «Io abito in via Compagni e da anni lottiamo contro tanti problemi legati a quella fabbrica. Le due torri andrebbero ridimensionate almeno a metà altezza rispetto a quella prevista nel Prg e lì davanti bisognerebbe farci un giardino». «Se quella è una zona R4 non c’è nessun appiglio di legge per evitare di costruire anche se si hanno i diritti? L’incolumità pubblica non conta?». In sala erano presenti oltre 70 persone. Qualcuno non è riuscito ad entrare ed ha ascoltato vicino alla porta di collegamento con il bar.

I calcoli

«Io avrei voluto organizzare la serata alla Casa del Popolo o al Centro Salice Gualdoni, che erano sicuramente più grandi. Ma le sale ci sono state negate», ha ribadito Ferri. Secondo i calcoli del consigliere di quartiere, che di professione è un architetto, la superficie a terra occupata dalle due torri sarà di 454 metri quadri, che sale a 9988 metri quadri considerando gli 11 piani di altezza. A ciò si aggiungono 2340 metri quadri di autorimessa, per un totale di 12328 metri quadri. Considerando 3,2 metri di altezza per ogni piano, di cui 2,70 di altezza interpiano più 50 di solaio, si arriva a circa 37 mila metri cubi di edificato relativamente al residenziale. Nel corso della relazione, è stata approfondita la parte della viabilità sul quale il piano è andato in deroga al Prg 2001 per quanto riguarda la parte viaria con la bretella prevista, mostrata a video, che non verrà realizzata.

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«Con la delibera approvata il 29 ottobre (sull’istanza di mitigazione, ndr) la giunta ha rimosso in variante i vincoli all’edificazione – ha detto Ferri – I diritti dei proprietari vanno tutelati, nessuno vuole ostacolare gli investimenti legittimi degli investitori. Ma va tutelato anche il territorio e la sicurezza idrogeologica. Le previsioni del Prg, che ha 25 anni, nelle zone a rischio esondazione devono essere oggetto di trattativa Comune-privato. Non è vero che è impossibile fare la trattativa, perchè è già stato fatto a Pesaro in passato, vedi Miralfiore-Ex Amga. Sono convinto che il sindaco potrebbe ancora avere potere contrattuale per convincere il privato a spostarsi».

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Quasi un “miracolo”

Dopo aver illustrato anche gli altri due comparti edilizi, Ferri ha sottolineato che «questi comparti edilizi oggi partono probabilmente perchè si fa l’ospedale a Muraglia. L’ex sindaco Ricci dichiarò che non avrebbe fatto passare una variante a Case Bruciate, perchè si doveva costruire sul costruito. L’assessore Baldelli ci ha detto che gli edifici del nuovo ospedale arriveranno massimo a 20 metri, è quasi un miracolo, potevano arrivare anche a 50 metri. Questo quartiere sopporterà un peso urbanistico-ambientale di un grande ospedale a servizio della provincia intera. Ma in cambio deve ricevere in cambio opere di compensazione». Quali? «La cassa di espansione per la messa in sicurezza del Torrente Genica, un bosco, piste ciclabili, zone 30 fatte bene nelle vie prettamente residenziali o delle scuole. Recupero di via Guerrini e valorizzazione del tratto fuori terra dell’acquedotto romano».





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