Catastrofe ecologica al Lago Trasimeno: biodiversità a rischio
Uno studio del professor Franco Pedrotti, pubblicato nel 2024 nei “Les Cahiers de Braun-Blanquetia”, mette in luce il drammatico collasso ecologico del Lago Trasimeno, situato nella regione Umbria, in Italia centrale. Il lago, un tempo ricco di flora e vegetazione, è oggi ridotto a un ambiente profondamente alterato, con una quasi totale estinzione della biodiversità vegetale.
Una panoramica del lago
Il Lago Trasimeno si trova a 258 metri di altitudine e ha una profondità massima di 6,50 metri. Di origine tettonica, privo di emissari naturali, rappresenta uno dei principali specchi d’acqua dell’Italia centrale. Fino agli anni Settanta, il lago ospitava una ricca flora composta da 80 specie fanerogamiche e 57 associazioni vegetali, come documentato da numerosi studi geobotanici e idrologici condotti dagli anni Cinquanta fino al Duemila.
Il collasso della biodiversità
Secondo lo studio, il lago ha subito un drastico declino a partire dal 2012, con la scomparsa progressiva di quasi tutta la flora originaria. Oggi rimangono solo frammenti di Phragmites australis (canneto), che però rischiano anch’essi l’estinzione a causa dell’inquinamento e della pressione antropica.
Declino documentato:
Vegetazione del 1976: completa in tutte le sue componenti, inclusi canneti, praterie galleggianti e vegetazione perilacuale.
Situazione del 2023: la vegetazione originaria è pressoché scomparsa, rimpiazzata da specie invasive come Oxybasis rubra, che colonizzano le rive liberate dall’abbassamento delle acque.
Questo degrado rappresenta una perdita significativa su tre livelli:
α-biodiversità: riduzione delle specie vegetali.
β-biodiversità: scomparsa delle associazioni vegetali.
γ-biodiversità: impoverimento del paesaggio ecologico.
Cause e fattori di declino
Pedrotti identifica diverse cause alla base di questa catastrofe:
Inquinamento delle acque: scarichi agricoli, industriali e urbani non adeguatamente trattati.
Modificazioni climatiche: variazioni dei livelli idrici e delle temperature.
Mancanza di gestione integrata: interventi sporadici e inefficaci da parte delle istituzioni.
Nonostante il lago sia stato incluso in programmi di protezione nazionali e regionali, le misure adottate si sono dimostrate insufficienti. La mancanza di coordinamento tra protezione, conservazione e gestione ha aggravato la situazione.
Un ecosistema alterato
Il lago ha subito una serie di trasformazioni che ne hanno profondamente modificato l’ecosistema. Tra queste:
Scomparsa delle praterie galleggianti: note come “gallonaie”, queste formazioni vegetali erano una caratteristica distintiva del lago fino agli anni Settanta.
Invasione di specie nitrofile: il degrado delle rive ha favorito l’insediamento di piante come Ranunculus sceleratus e Cyperus fuscus, che si adattano ai nuovi livelli di inquinamento.
Alterazioni della vegetazione forestale: specie come Salix cinerea e Populus nigra, che un tempo dominavano le rive, sono oggi ridotte a frammenti isolati.
Tentativi di conservazione
Pedrotti sottolinea come il lago sia stato riconosciuto come biotopo meritevole di protezione fin dal 1971 dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Tuttavia, gli interventi si sono limitati a misure di protezione, senza un’effettiva implementazione di strategie di conservazione e gestione.
L’autore propone un approccio basato su tre pilastri:
Protezione attiva: tutela delle aree ancora intatte.
Conservazione della biodiversità: reintroduzione di specie autoctone.
Gestione sostenibile: regolamentazione delle attività umane, monitoraggio continuo e ripristino degli habitat.
Le implicazioni per l’Umbria
Il degrado del Lago Trasimeno non rappresenta solo una perdita ecologica, ma anche un danno per l’economia e il turismo locale. Il lago, che un tempo attirava visitatori per la sua bellezza naturale, rischia di trasformarsi in un bacino inquinato e privo di vita vegetale.
Considerazioni conclusive
L’analisi di Pedrotti è un monito sull’importanza di un’azione tempestiva per salvaguardare gli ecosistemi lacustri. Senza interventi mirati, il Lago Trasimeno potrebbe diventare un esempio emblematico di catastrofe ecologica irreversibile.
L’opera completa, che include dati dettagliati, mappe della vegetazione e immagini comparative, è disponibile nei volumi del Les Cahiers de Braun-Blanquetia, pubblicati dalla Société Française de Phytosociologie e dall’Università di Camerino.
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