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Giornata nazionale degli alberi: la rete degli Orti Botanici della Lombardia celebra il suo patrimonio arboreo


Roma, 19 nov. – Riflettere sull’importanza della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio arboreo, promuovendo azioni concrete nell’ambito della protezione del suolo e del miglioramento della qualità dell’aria, al fine di garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire: questo l’obiettivo con cui, nel 2013, il Ministero dell’Ambiente ha istituito la Giornata Nazionale degli Alberi, che si celebra ogni anno il 21 novembre. Una dichiarazione di intenti che gli Orti botanici aderenti alla Rete della Lombardia mettono in pratica ogni giorno con il loro operato, valorizzando l’importanza delle piante e degli ecosistemi anche in ambito urbano.

Il riconoscimento del valore essenziale degli alberi per l’essere umano e per il Pianeta da parte della Rete lombarda è testimoniato innanzitutto dalla loro assoluta centralità all’interno degli Orti botanici che aderiscono al circuito: l’Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”; il Giardino Botanico Alpino “Rezia” di Bormio; l’Orto Botanico di Brera, l’Orto Botanico “Città Studi” e l’Orto Botanico “G.E. Ghirardi” di Toscolano Maderno (BS), appartenenti all’Università degli Studi di Milano; e l’Orto Botanico dell’Università di Pavia sono infatti impegnati da anni nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio vegetale, con particolare attenzione alla conservazione delle piante e delle specie minacciate. Molti di questi musei botanici che ospitano collezioni viventi, inoltre, collaborano con le municipalità per la scelta delle specie arboree più resilienti da piantare in città.

In occasione della Giornata Nazionale degli Alberi 2024, gli Orti della Rete Orti botanici della Lombardia celebrano il loro patrimonio arboreo identificando alcuni alberi simbolo, come esempio di resilienza e determinazione, ma anche attraverso mostre sugli alberi e nuovi progetti tesi a valorizzare antiche varietà. Infatti, oltre ai molti servizi ecosistemici che assicurano (produzione di ossigeno, stoccaggio ci carbonio, rimozione dell’inquinamento dall’aria, regolazione del microclima…), gli alberi hanno molto da insegnare attraverso le loro storie, gli adattamenti biologici e le curiosità botaniche che li caratterizzano.

IL PLATANO DI SCOPOLI DELL’ORTO BOTANICO DI PAVIA. L’Orto botanico dell’Università di Pavia ha come suo simbolo il platano di Scopoli, albero monumentale seminato nel 1778 e oggi alto 45 m, che s’innalza al di sopra dell’intero arboreto. L’Orto pavese si distingue inoltre per la recente collaborazione con la municipalità nell’ambito dell’ambizioso progetto di riforestazione urbana, supportando il Comune nella scelta delle specie da mettere a dimora. In particolare, la collaborazione si è concretizzata in un confronto con l’assessore all’ambiente Lorenzo Goppa, che ha identificato le zone di Pavia in cui piantare 349 nuovi alberi.
La scelta delle specie da piantare è stata guidata dall’obiettivo di mitigare le isole di calore, tenendo presenti le caratteristiche di tali zone (quali spazi disponibili per il singolo albero, coerenza con elementi vegetali già presenti e morie di specie utilizzate in passato), e dalla volontà di diversificarle il più possibile, puntando, spazio permettendo, su quelle in grado di produrre chiome ampie e ombrose, come aceri, querce, ciliegi.

LA COPPIA DI GINKGO BILOBA DELL’ORTO BOTANICO DI BRERA. Simbolo dell’Orto Botanico di Brera è la coppia di Ginkgo biloba, un maschio e una femmina: risalenti alla fine del ‘700, sono tra i primi esemplari ad essere stati importati in Europa dalla Cina.
Il ginkgo è una specie considerata “fossile vivente” in quanto l’unica della sua famiglia presente sulla Terra da più di 200 milioni di anni. In autunno le sue inconfondibili foglie a ventaglio assumono una splendida colorazione dorata, tanto che in una giornata buia di fine novembre la sagoma di questi alberi sembra splendere di luce propria. Oltre che per la loro bellezza, i ginkgo sono conosciuti e coltivati da tempo anche per le loro proprietà benefiche, che si devono alla presenza di molecole ad azione antiossidante e vasoprotettrice.
La severa potatura degli anni ‘80 si legge ancora oggi nel particolare profilo di questi due alberi che superano i 30 metri di altezza; negli ultimi tre decenni i due ginkgo, come tutti i grandi alberi dell’Orto, sono monitorati e manutenuti con tecniche in “tree climbing” eseguite da arboricoltori specializzati con metodi e materiali analoghi a quelli dell’alpinismo. Sono tecniche che garantiscono il rispetto della fisiologia delle piante e consentono di esplorare in sicurezza anche le parti apicali delle alberature.

LE SEQUOIE DELL’ORTO BOTANICO DI CITTÀ STUDI. L’Orto botanico “Città Studi”, il più giovane della Rete, sta lavorando per implementare l’arboreto delle conifere, nel quale è già stato piantato un esemplare di Sequoia sempervirens proveniente dal vecchio Orto botanico di via Colombo, che è ormai uno degli alberi più alti del quartiere. A breve verrà piantato un grande esemplare di Metasquoia glyptostroboides, che il corrispondente asiatico delle sequoie, pianta che si riteneva estinta ma è stata riscoperta nel 1945 in Cina. Il progetto prevede di piantare anche la terza specie di sequoia, Sequoiadendron giganteum e avere quindi tutte e tre le specie nell’arboreto di Città Studi. È stato possibile acquistare queste piante grazie alla donazione di un cittadino.

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GLI ALBERI DELLA STORIA D’ITALIA: I PERI ANTICHI DI ASTINO ALL’ORTO BOTANICO DI BERGAMO. A Bergamo, grazie ai Lions Club Bergamo Host, è stato avviato un progetto di recupero e propagazione dei peri antichi sopravvissuti fino ai giorni nostri nel paesaggio rurale storico della Valle d’Astino, alle porte della Città. In Città Alta, inoltre, prosegue fino al 6 gennaio presso la Sala Viscontea di Piazza Cittadella la mostra molto partecipata “ALBERI, 30 frammenti di storia d’Italia”.
Altre iniziative dell’Orto Botanico sono inserite nel Festival “Foreste, i polmoni verdi della Terra” (www.montagnaitalia.com/festival-delle-foreste).

LE 12 AIUOLE ARTISTICHE DELL’ORTO BOTANICO GHIRARDI DI TOSCOLANO MADERNO (BS). L’Orto botanico Ghirardi prosegue la sua produzione divulgativa nell’ambito della collana “Quaderni Ghirardi” con l’uscita del compendio Gli Alberi nell’arte, nato grazie alla preziosa collaborazione con il disegnatore Carlo Grimoldi. Il suo tratto in bianco e nero, delicato ma deciso, celebra 12 alberi dipinti da altrettanti famosi artisti del passato, da Van Gogh, Munari e Mondrian fino a Hokusai, Cavandoli e Klimt. A tali artisti sono intitolate le 12 aiuole dell’Orto botanico che ospitano specie officinali provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un “viaggio” botanico e artistico al contempo, un connubio perfetto tra arte, bellezza e mondo vegetale che i visitatori potranno apprezzare con uno sguardo rinnovato e inusuale.

IL LARICE DELL’ORTO BOTANICO DI BORMIO. A caratterizzare il Giardino Botanico Alpino Rezia di Bormio è l’imponente Larix decidua che i visitatori incontrano appena superata l’area di accoglienza dell’Orto.
Unico tra le conifere a perdere le foglie durante la stagione invernale, il larice offre in ogni stagione spettacolari spunti di osservazione: in primavera i delicati aghi delle foglie verde chiaro spuntano appena dopo la sorprendente fioritura di un fuxia intenso e durante l’autunno le sue chiome si accendono virando tra le molteplici sfumature dal giallo/verde all’arancione acceso. Ma il larice del Giardino botanico non è solo; a fargli da cornice sono le foreste della “Reit”: il giardino sorge, infatti, alle pendici del Monte Reit, la cresta dolomitica che domina la conca di Bormio. Ai piedi della cresta rocciosa si estendono vasti boschi di larice; da qui il nome “Laréit” ovvero lariceto, nome attribuito anticamente a questa montagna dalla popolazione locale.



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