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Emilia-Romagna, valanga De Pascale: «Ora Meloni collabori»


Sul muro esterno del centro civico Giorgio Costa un gigantesco murale di Umberto Eco vigila tranquillo sulla strada dove sorge il cinema Lumiere e la facoltà fondata del semiologo. All’interno gli anziani giocano a carte, nel cortile alle 15.01 si presentano alcuni membri dello staff del neopresidente Michele De Pascale: gli exit poll non lasciano spazio alla suspence, la vittoria è larghissima, tra il 53 il 57%, la candidata civica delle destre Elena Ugolini è intorno al 40%. Arrivano l’ex sindaco di Bologna Virginio Merola, e l’ex di Rimini, anche lui parlamentare Andrea Gnassi, e si concedono tranquillamente alle tv.

DE PASCALE SI PRESENTA attorno alle 17, quando ormai non c’è più nessuna scaramanzia da osservare, sotto braccio a Elly Schlein: 57 a 40, partita strachiusa all’ora del tè. La destra è competitiva solo nella provincia di Ferrara. Con loro anche Stefano Bonaccini, raggiante per un risultato che considera in parte anche suo. L’affluenza è stata bassa, intorno al 46%, con punte un poco più alte a Bologna (51,6%) e Ravenna (49,7%), la città che il candidato governa dal 2016.

Lui si avvia tra la piccola folla sul palchetto (rosso) allestito sotto un tendone, si stappano birre e bottiglie di prosecco, e fa un discorso identico a quelli della campagna elettorale: «Dal voto arriva un gigantesco basta alle liti e alle speculazioni politiche sull’alluvione. Nei prossimi giorni vedrò Meloni, ora deve iniziare una collaborazione istituzionale per mettere in sicurezza questa terra, serve un cambio di passo». «Una collaborazione leale per dare risposte concrete alle persone che la notte non dormono se il meteo annuncia pioggia».

Lui da sindaco di Ravenna e da presidente di una provincia che comprende anche Faenza duramente colpita nel maggio 2023 sa bene che non c’è tempo da perdere: gli indennizzi ai cittadini alluvionati sono al 2%, la destra ha cercato di cavalcare questo malessere ma la risposta è stata chiara. «Spero che le opposizioni di centrodestra ci daranno una mano». Ringrazia tutte le forze del campo larghissimo che l’ha sostenuto, dai 5S ai renziani, «ha vinto la squadra» e pure Schlein e Bonaccini, che l’hanno preceduto al governo della regione. «L’orgoglio degli emiliano-romagnoli per questa regione è ancora intatto e così i nostri valori: da domani ci mettiamo al lavoro».

GLI ALTOPARLANTI DIFFONDONO La Cura di Battiato, Sogna ragazzo sogna di Vecchioni e Sempre per sempre di De Gregori. Una play list decisamente di sinistra. A De Pascale scappa una lacrima quando abbraccia Manuela Rontini, presenza fissa al suo fianco da agosto, e Enzo Lattuca, sindaco di Cesena e suo fratello politico dai tempi della Sinistra giovanile nei primi anni Duemila.

Su una panchina a lato del palco ci sono la moglie Laura e i figli Giacomo e Gaia, di 9 e 5 anni. E il suocero Claudio Casadio, sindaco di Faenza 20 anni fa, che ricorda come «noi in Romagna siamo stati i primi a unire ex Pci e ex Dc dopo la vittoria di Berlusconi nel 1994». I bimbi protestano perchè il «babbo» non arriva, sequestrato dalle telecamere. Poi finalmente l’abbraccio familiare. «Ora però stai un po’ con noi». Ma lei cosa vuole fare da grande? «Da bambino sognavo di fare il presidente della regione, e sono sicuro che qui la coalizione non litigherà».

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SCHLEIN, IN QUEL MOMENTO non ha ancora certezze sull’Umbria, ma parla di una «vittoria bellissima e commovente». «Passione, competenza e generosità»: così descrive la campagna del candidato, «sarà un grande presidente». «Qui si dimostra dove possiamo arrivare se siamo uniti, è la vittoria di una coalizione e di una squadra». «C’è il riconoscimento di una buona amministrazione, ma qui non ci sediamo sugli allori, ce la metteremo tutta per migliorare questa regione».

Poi ricorda il dato del Pd, che sfiora il 43%, seguito da Avs è al 5,3% e dal M5S al 3,5% (i centristi all’1,7%). Praticamente un monocolore dem con piccoli satelliti. Schlein glissa: «È la conferma che siamo il perno nella costruzione di un’alternativa alla destre». Bonaccini si compiace per il «rinnovamento generazionale». «Questo ragazzo ha 20 anni meno di me, abbiamo fatto una buona semina».

A DESTRA SI LECCANO le ferite. Con la sfidante Elena Ugolini al comitato non ci sono esponenti dei partiti. Lei è garbata: «Il centrodestra mi ha sostenuta in tutto il percorso». Fair play anche verso De Pascale: «Gli ho telefonato, la sua è una vittoria schiacciante. Bene se avrà un rapporto costruttiv3333o col governo nazionale». Fdi resiste al 23,7%, la Lega tracolla al 5,3% (nel 2020 era al 32%) superata anche da Fi.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore guarda avanti: «Ora al governo della regione c’è una nuova generazione di sindaci come Michele che hanno avuto il coraggio di andare in mezzo al fango a prendersi le critiche. Il centrosinistra vince perchè non ha lasciato sole le persone, e questa è una formula che vale anche a livello nazionale, molto più dei rapporti tra i partiti e i leader». Al comitato di De Pascale sono quasi tutti del Pd. Ma si notano gli abbracci di Schlein con la vicesindaca di Bologna Emily Clancy di Avs e con Silvia Piccinini e Giulia Sarti, due volti storici del M5S in Emilia-Romagna. A Bologna il campo largo va.



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