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» Quaranta accusa Nugnes: “Minacce politiche e sabotaggio del lavoro”


La dirigente provinciale denuncia intimidazioni legate alla sua attività politica a Roseto

Vanessa Quaranta, capo di gabinetto della Provincia di Teramo e presidente di “SiAmo Roseto”, accusa l’amministrazione comunale di Roseto, guidata dal sindaco Mario Nugnes, di aver messo in atto atti intimidatori nei suoi confronti. In una conferenza stampa, ha denunciato un tentativo di screditare il suo incarico pubblico e di sabotare la sua posizione lavorativa a causa del suo impegno politico contro la giunta locale. Quaranta ha sottolineato l’ignoranza delle norme amministrative da parte dell’amministrazione e ha respinto le accuse di conflitto di interesse, facendo riferimento a precise disposizioni legislative a suo favore.

La nota di “SiAmo Roseto”:

Chi fa politica non può lavorare. È la grottesca interpretazione che l’amministrazione comunale di Roseto, guidata dal sindaco Mario Nugnes, rende a giudicare dalle intimidazioni che rivolge agli avversari politici, colpiti nella sfera lavorativa finanche con tentativi di sabotaggio del posto di lavoro. 
È il caso che ha posto sotto i riflettori Vanessa Quaranta, capo di gabinetto della Provincia di Teramo e presidente dell’associazione politica “SiAmo Roseto”.
«Questa amministrazione ignora le principale norme amministrative- ha dichiarato Quaranta nel corso di una conferenza stampa – visto che con una nota protocollata nelle scorse settimane in Provincia, il sindaco di Roseto congiuntamente al presidente Recchiuti e all’intera maggioranza, ha posto dubbi al presidente della Provincia Camillo D’Angelo e al segretario generale dell’Ente Maria Grazia Scarpone, dubbi sulla liceità dell’incarico che ricopro in Provincia per il semplice fatto che svolgo attività politica a Roseto. Un atto intimidatorio nei confronti di una persona che svolge attività politica che, oltre a dare il senso della violenza con cui questa amministrazione si scaglia contro un oppositore politico, per di più donna, restituisce anche in maniera plastica l’ignoranza delle norme che regolano la vita amministrativa o l’attribuzione di ruoli pubblici. Il che evidenzia anche lo scarso grado di preparazione di una classe dirigente che in assenza di contenuti politici e programmatici tenta di screditare i potenziali avversari con atti persecutori che arrivano a minacciare la legittimità di un posto di lavoro. Nugnes e i suoi, con tanto di articoli e note pubbliche, hanno sottoposto al presidente D’Angelo un excursus della mia attività politica sostenendo che le prese di posizione che assumo a Roseto contro questa amministrazione confliggono con il ruolo di capo di gabinetto in un ente quale la Provincia che ha rapporti con tutti i Comuni. In sintesi Nugnes, oltre a ignorare la casistica dei capi di gabinetto che fanno regolare attività politica, ignora le prerogative del compito in questione, e soprattutto lascia intendere che chi fa politica non può ricoprire incarichi pubblici come se l’esercizio stesso della politica fosse un lavoro.
Per fortuna a riportare Nugnes con i piedi per terra sono le prescrizioni legislative richiamate dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione circa le possibili limitazioni e preclusioni della funzione di Capo di Gabinetto. Ebbene con cristallina chiarezza, l’art.90 del D.Lgs 267 del 18 agosto del 2000 precisa che “gli uffici di supporto agli organi di direzione politica hanno esclusivecompetenze di supporto e raccordo con l’Amministrazione. Ad essi è precluso l’esercizio di funzioni gestionali e il soggetto che ne è responsabile è sottratto alla disciplina sulle inconferibilità e incompatibilità (come chiarito da una delibera Anac n. 788 del 2017).
A supporto dell’inesistenza dei conflitti di interesse che solleva Nugnes, c’è anche la stessa norma dell’anticorruzione (Legge 190 del 2012) che nell’escludere il conferimento di determinati incarichi con alcune amministrazioni conferenti, pone un’eccezione proprio per gli incarichi di diretta collaborazione dell’organo di indirizzo politico “rispetto ai quali non è ritenuta sussistente una condizione di inammissibile interferenza tra attività politica svolta e corretto disimpegno dalle mansioni afferenti il ruolo professionale”.
«Se ne faccia una ragione il sindaco Mario Nugnes – dichiara Vanessa Quaranta. Il suo digiuno di competenze amministrative e politiche non potrà essere colmato con l’abbattimento degli avversari, o con le minacce sul lavoro formulate a un’oppositrice  politica. Dovrà ripresentarsi ai rosetani e agli avversari sulla base dei risultati ottenuti nel corso della “svolta” annunciata. Ed è forse proprio per la consapevolezza dei risultati nulli che questa amministrazione cerca di disfarsi degli oppositori. Purtroppo, serviranno altri argomenti per convincere i rosetani e scoraggiare le opposizioni. E non saranno le mance elettorali, dove, qui sì, Nugnes e i suoi, sono stati prodighi di generosità in barba dei regolamenti e dei perimetri amministrativi consentiti».

SiAmo Roseto


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