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Conflitti aerei, Pechino presenta Jiu Tian: il gigante volante senza pilota




Negli ultimi anni, il rafforzamento delle capacità militari cinesi ha attirato l’attenzione globale, con particolare riferimento all’impiego di sistemi aerei senza pilota (Uav) all’interno dell’Esercito Popolare di Liberazione (Pla). Il documento del Chinese Aerospace Studies Institute, intitolato “The Pla’s Unmanned Aerial Systems: New Capabilities for a ‘New Era’ of Chinese Military Power”, offre un’analisi dettagliata delle nuove capacità offerte dagli Uav, sottolineando il loro ruolo cruciale nei quattro rami delle forze armate cinesi.

La Forza Popolare ha avviato un’integrazione significativa di Uav nei suoi principali settori operativi: l’Esercito (Plaa), la Marina (Plan), l’Aeronautica Militare (Plaaf) e la Rocket Force (Plarf), oltre alla Forza di supporto strategico (Plasf). Un elemento di rilievo è rappresentato dall’evoluzione dell’Ufficio di intelligence del Dipartimento di stato maggiore congiunto (Jsd) del Cmc, che ha iniziato a utilizzare droni per attività di ricognizione e raccolta informazioni, evidenziando così l’importanza crescente di queste tecnologie nella strategia militare cinese. Recenti sviluppi indicano che l’unità di intelligence (6113) sia stata trasferita al Plaaf, divenendo Unità 95894, ma il Jsd mantiene la possibilità di impiegare un numero limitato di Uav. Nonostante la prevalenza di modelli tattici più piccoli, sia il Plaaf che il Plaan stanno ampliando il loro arsenale con droni avanzati e multifunzionali. Alcuni di questi Uav mostrano sorprendente somiglianza con i modelli statunitensi, suggerendo pratiche di mimetismo o cyber furto di tecnologia.

Il documento, testualmente, ci spiega inoltre che, “parallelamente”, il Pla sta anche investendo nella ricerca di droni più piccoli, utilizzati per operazioni logistiche e missioni di sorveglianza tattica. Tale strategia si allinea con l’approccio nazionale cinese che mira a integrare il settore militare e quello civile, facendo leva sul dinamismo dell’industria dei droni commerciali cinese. Questa fusione non solo potenzia le capacità operative del Pla, ma favorisce anche l’innovazione e l’efficienza all’interno delle forze armate.

La crescente sofisticazione dei sistemi Uav del Pla non si limita solo alla loro dimensione o funzionalità, ma si estende anche alle loro caratteristiche tecnologiche. Gli sforzi di ricerca e sviluppo hanno già iniziato a produrre droni di nuova generazione, che includono modelli solari, invisibili e supersonici, progettati per operazioni sempre più autonome. Questa evoluzione rappresenta un cambiamento paradigmatico nel modo in cui il Pla concepisce le operazioni militari, segnando un passo significativo verso una modernizzazione che potrebbe alterare gli equilibri strategici nella regione e oltre.

Gli sviluppi tecnologici di guerra a Zhuai

Dall’analisi, inoltre, si apprende che, secondo il rapportoMilitary and Security Developments Involving the People’s Republic of China 2020, la Repubblica Popolare Cinese ha successivamente fatto notevoli progressi nel campo degli Uav, come dimostrato dalla vasta gamma di velivoli esposti durante il Zhuhai Air Show già nel 2018. La varietà di Uav presentati, che spazia da droni da ricognizione armati a velivoli ad ala volante stealth, evidenzia l’impegno della Cina nell’innovazione tecnologica e nello sviluppo di capacità militari avanzate.

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Velivoli come il CH-4, CH-5 e Yilong hanno attirato attenzione per le loro capacità operative, mentre i nuovi progetti come il CH-7 e il Gongji-11 mostrano l’intenzione di spingersi verso droni più avanzati e stealth. Inoltre, l’introduzione dell’Xianglong e dei programmi di aggiornamento per il BZK-005 Changying indicavano una strategia chiara per migliorare la durata e le prestazioni degli Uav esistenti. Questi sviluppi non solo miravano a rafforzare la posizione della Cina nel panorama della difesa globale, ma ponevano anche interrogativi sulle dinamiche di sicurezza regionale e sulle risposte da parte di altre nazioni. Durante l’appuntamento di quest’anno, la potenza cinese ha continuato la ricerca e lo sviluppo in questa direzione. Sul sito ufficiale del Ministero della Difesa cinese, infatti, sono mostrati ufficialmente nuove tecnologie ed armamenti come: “CH-7, WJ-700 falcon, WZ-10, elicotteri armati ed obici semoventi, cacciatorpediniere missilistico guidato tipo-055 Xianyang, J-10C fighter. Alla lista si annoverano truppe che trasportano veicoli militari attraverso il fiume, jet a reazione da comunque multifunzione J-16, veicoli militari che marciano sul campo, barche missilistiche ad attacco veloce in addestramento marittimo, caccia J-10C, la nave da combattimento senza equipaggio “Orca” e le prime donne pilota di aerei. Ma, “casualmente”, manca l’ultima creatura rimbalzata, invece, su molte testate internazionali che riguarda la “nave madre di droni” SS- Uav Jiu Tian.

Cos’è la “Nave Madre” SS-Uav Jiu Tian

Il Jiu Tian è un nuovo drone a reazione cinese sviluppato dalla Aviation Industry Corporation of China (AVIC), presentato probabilmente come “prototipo” al Zhuhai Airshow di quest’anno. Con un peso stimato di circa 10 tonnellate, il drone vanterebbe, secondo quanto riportato da “fonti aperte”, una sezione di carico utile modulare che gli consentirebbe di lanciare sciami di droni più piccoli. Dal punto di vista del design, il Jiu Tian si caratterizza per un’ala principale alta e una coda a forma di H, risultando simile a un mix tra l’A-10 Warthog e l’Ov-10 Bronco. Sembra essere alimentato da un motore a reazione montato sulla fusoliera centrale e dotato di un carrello di atterraggio a triciclo. Nella parte centrale, è presente una torretta di sensori con telecamere elettro-ottiche e infrarossi, insieme a un radome per il radar interno.

Una delle sue principali innovazioni potrebbe essere il “modulo alveare isomerico“, che consentirebbe l’operazione in sciami. Questo aspetto si rivelerebbe cruciale per le esigenze militari moderne, rendendo possibile l’esecuzione di missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), guerra elettronica e attacchi cinetici. Gli sciami-dronici, in genere, offrono vantaggi come la rapida copertura di ampie aree e la diversificazione delle missioni grazie a droni con carichi utili variabili. Il design modulare, secondo quanto riportato, consente al Jiu Tian di essere facilmente adattato per diverse applicazioni in futuro, comprese missioni che necessitano di sensori avanzati o sistemi di campionamento dell’aria. La crescente attenzione della Cina verso le capacità di sciame e l’integrazione dei droni nelle operazioni militari rappresenta un’evoluzione significativa nella guerra moderna, con potenziali impatti sulle dinamiche di sicurezza globale.

Il Jiu Tian “potrebbe” quindi rafforzare le forze armate cinesi, fornendo una piattaforma versatile per una varietà di missioni. La sua propulsione a reazione migliora velocità e autonomia, permettendo un rapido dispiegamento in aree strategiche, un fattore cruciale in scenari di conflitto. La crescente integrazione di droni a lungo raggio nell’Esercito Popolare di Liberazione (Pla) dimostra un forte impegno nel potenziare le capacità di sorveglianza e attacco. In particolare, la capacità di operare in zone critiche come lo Stretto di Taiwan sottolinea l’importanza strategica di questi droni per mantenere la superiorità operativa nella regione.

Alcuni analisti sono divisi in controversie riguardo al significato di “SS” posto sulla fusoliera del prototipo recentemente presentato e sulla frase “isomerism hive module”, la quale, per alcuni potrebbe risultare come una probabile traduzione non corretta dall’inglese; tuttavia, ulteriori sviluppi a venire saranno utili a chiarire la questione.

In conclusione, il Jiu Tian e le sue tecnologie correlate non solo potrebbero rafforzare la potenza militare cinese, ma anche avere un impatto significativo sull’equilibrio strategico a livello regionale.

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