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Cinque conflitti sottotraccia che stanno ridisegnando i mercati


Le attenzioni e le preoccupazioni degli investitori si concentrano su Ucraina e Medio Oriente. Ma accanto a questi, ci sono altri cinque conflitti sottotraccia che stanno ridisegnando i mercati. A delineare gli scenari è questa analisi di Freedom24, società internazionale di broker online.

“Esistono diverse crisi regionali che, pur rimanendo fuori dai riflettori mediatici europei, esercitano un’influenza profonda sui mercati finanziari globali” spiega Francesco Bergamini, Head of Representative Office di Freedom24 in Italia.

Sono conflitti apparentemente marginali ma non per questo meno significativi: causano interruzioni nelle catene di approvvigionamento, oscillazioni nelle valute locali e incertezze nelle politiche di investimento.

“In un’economia sempre più interconnessa, anche le tensioni meno visibili – in questo caso dalla prospettiva europea – possono destabilizzare settori strategici come l’energia o le materie prime, e creare un effetto domino che si estende ben oltre i confini geografici immediati” continua Bergamini.

“Analizzare questi fenomeni richiede uno sguardo attento e una comprensione più ampia delle dinamiche geopolitiche, poiché il loro impatto non si limita a singoli mercati, ma si intreccia con le scelte economiche e politiche a livello globale. Comprendere appieno il loro impatto sull’economia mondiale è dunque essenziale”.

Ecco allora i cinque conflitti individuati da Freedom24.

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Colpo di stato in Niger e instabilità in africa occidentale

L’instabilità politica seguita al colpo di Stato del luglio 2023 in Niger ha aggravato le già delicate sfide della regione. Il Niger, produttore chiave di uranio, risorsa essenziale per i mercati energetici globali e in particolare per l’energia nucleare europea, è ora al centro delle preoccupazioni. Il rischio di un’escalation regionale potrebbe compromettere le forniture di uranio, con conseguenze sui prezzi e possibili interruzioni dei servizi energetici.

Impatto sul mercato. I timori legati all’approvvigionamento di uranio hanno già provocato un aumento brusco dei prezzi dopo il colpo di Stato. Se l’instabilità si estendesse ai Paesi vicini, come Mali, Burkina Faso o addirittura alla Nigeria, l’effetto sui mercati delle materie prime potrebbe essere ancora più ampio, con ricadute su petrolio, gas e minerali.

Instabilità politica In America Latina (Perù Ed Ecuador)

L’instabilità politica e i disordini sociali in Perù ed Ecuador, esportatori chiave di risorse come rame e petrolio, hanno creato rischi per la catena di approvvigionamento globale. In Perù, le proteste e l’instabilità seguite alla destituzione dell’ex presidente Pedro Castillo hanno causato notevoli interruzioni nella produzione di rame, una risorsa chiave per il comparto IT e per la produzione di veicoli elettrici (EV).

Impatto sul mercato. Il rame è un materiale fondamentale per la transizione verso l’energia pulita e il Perù è il secondo produttore mondiale di questo metallo. Interruzioni prolungate potrebbero portare a una carenza di forniture e a un aumento dei prezzi, con un impatto sui settori che dipendono dal rame, dalla tecnologia all’EM.

Tensioni nel Mar Cinese Meridionale

Il Mar Cinese Meridionale continua a essere una delle aree geopolitiche più contese al mondo, con rivendicazioni territoriali incrociate che coinvolgono Cina, Vietnam, Filippine e altri Paesi. Sebbene queste tensioni non facciano sempre notizia in Europa, hanno implicazioni significative per il commercio globale. La regione è una rotta vitale, attraverso la quale transita circa il 30% del commercio marittimo mondiale.

Impatto sul mercato. Qualsiasi conflitto militare o blocco della navigazione provocherebbe gravi disagi al trasporto marittimo, con impatti significativi sulle catene di approvvigionamento, in particolare nei settori tecnologico, manifatturiero ed energetico.

Il conflitto in Sudan e le catene di approvvigionamento globali

Il conflitto civile in corso in Sudan è rimasto in gran parte ai margini dell’attenzione degli investitori internazionali, ma ha ripercussioni sulle rotte commerciali che collegano l’Africa orientale e il Medio Oriente. Il Paese, importante esportatore di oro, sta affrontando un’interruzione della produzione e delle esportazioni, con conseguenze significative per l’offerta globale.

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Impatto sul mercato. L’instabilità potrebbe far lievitare i prezzi dell’oro, sia a causa della ridotta disponibilità, sia per la corsa degli investitori verso beni rifugio nei momenti di incertezza geopolitica. Inoltre, la posizione strategica del Sudan lungo il Mar Rosso rende critica qualsiasi destabilizzazione prolungata, con possibili conseguenze sul trasporto marittimo, specialmente per le forniture di petrolio.

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Instabilità politica del Pakistan

La perdurante instabilità politica in Pakistan, amplificata dalle difficoltà economiche e dalle tensioni con l’India, rappresenta un rischio per l’intera Asia meridionale. La delicata situazione economica e la posizione geopolitica del Paese lo rendono particolarmente vulnerabile. Qualsiasi significativa escalation, come scontri con l’India o disordini interni, potrebbe avere conseguenze su scala regionale.

Impatto sul mercato. L’instabilità in Pakistan non si limita ai mercati locali, ma influenza le dinamiche commerciali dell’intera Asia meridionale. Cambiamenti improvvisi nella leadership politica o tensioni militari potrebbero innescare volatilità, con effetti particolarmente evidenti nei settori tessile, agricolo e manifatturiero.

Conclusioni

“Queste tensioni – conclude Bergamini – sebbene lontane dalle luci della ribalta, ci ricordano quanto le dinamiche geopolitiche possano influenzare le economie mondiali in modi inaspettati e complessi. Per gli investitori e gli osservatori del mercato, comprendere le implicazioni di queste crisi significa essere preparati ad affrontare un contesto economico in continua evoluzione, dove i fattori locali hanno ripercussioni globali. In un’epoca di interdipendenze sempre più profonde, l’analisi geopolitica rimane uno strumento cruciale per anticipare le sfide e cogliere le opportunità che emergono anche nei momenti di instabilità”.



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