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deficit da 180 milioni tra mobilità e farmaci in Puglia


Il 2024 si chiuderà ancora una volta con i conti in rosso della sanità. Nonostante i correttivi e gli aggiustamenti su spesa farmaceutica e mobilità passiva, due delle voci che maggiormente incidono ma non le uniche, il deficit viaggia verso i 180 milioni di euro. Questo non significa che la Regione dovrà ripianare la cifra interamente con il bilancio autonomo ma sicuramente dovrà mettere mani nelle casse pubbliche. Da specificare che, al momento, si tratta di una proiezione perché il dato ufficiale potrà essere accertato al centesimo soltanto nei primi mesi del 2025, quando le Asl chiuderanno i loro singoli bilanci. Ma la tendenza è questa, tanto che nell’assestamento di Bilancio l’assessorato all’Economia, ora guidato da Fabiano Amati, è stato molto cauto e ha previsto uno stanziamento di 60 milioni in favore della sanità, di cui 15 sono accantonati già in previsione del deficit e di una parziale copertura. Non saranno sufficienti ma una prima tranche c’è. Assestamento di bilancio che dovrà essere approvato dal Consiglio entro fine mese, per poi potersi dedicare alla lunga sessione di Bilancio di previsione che inizierà la seconda metà di dicembre nelle commissioni. In quella occasione, la Regione provvederà, come sempre accade ormai, a stanziare le ulteriori risorse necessarie al deficit sanitario.

E ora che succede?

Se non sarà sufficiente, come quasi certamente accadrà, l’ultima parte verrà coperta con i fondi del bilancio autonomo. Nel 2023 la giunta Emiliano prelevò 39 milioni, quest’anno la cifra potrebbe essere superiore, considerando che l’anno scorso il deficit si attestò a 130 milioni. Certamente la situazione è migliore rispetto al 2022, quando si toccarono i 450 milioni di “rosso” ma non c’è stato il progresso che era pure atteso. Va detto che nel 2022, in parte, i maggiori costi furono dovuti a fattori “esterni”: dal Covid all’aumento imprevisto di energia elettrica e gas, quindi non preventivabili, ma comunque vennero registrati anche 255 milioni di “sprechi”. Tanto che la Regione fu costretta a intervenire e correre immediatamente ai ripari con una serie di misure per stringere la cinghia: dallo stop alle assunzioni al giro di vite sulla spesa farmaceutica, passando per il blocco degli investimenti e persino dalla “riorganizzazione della rete ospedaliera e di quella territoriale, al fine di concentrare l’erogazione di specifiche attività di particolare complessità nelle sole strutture di riferimento”. Il maggiore finanziamento dal fondo sanitario nazionale per la Puglia fu nel 2022 di 260 milioni ma, allo stesso tempo, le Asl dovettero sopportare costi aggiuntivi pari a 710 milioni: 110 di costi energetici, 50 milioni costi Covid non coperti da finanziamenti specifici, 105 milioni per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, 100 milioni per la stabilizzazione del personale impegnato nell’emergenza Covid. E sin qui parliamo di una spesa non controllabile e preventivabile. Ma poi ci furono anche 85 milioni di incremento della spesa farmaceutica, in una regione che già in passato aveva sforato di molto il tetto massimo; 65 milioni di incremento della spesa socio sanitaria e territoriale, 75 milioni di investimenti non coperti da finanziamenti in conto capitale. Queste alcune voci. Complessivamente, secondo la Regione stessa, nel 2022 ci furono costi per “fattori esogeni” pari a 425 milioni, ma anche spese dovute a scostamenti rispetto alle previsioni pari a 255 milioni. Tradotto, si poteva comunque risparmiare, almeno 255 milioni. Qualcosa non funzionò nelle Asl e negli ospedali, al di là del sottodimensionamento della quota destinata alla Puglia dal fondo sanitario nazionale, dal Covid e i costi energetici incrementati. Tanto che il dipartimento Promozione della Salute, preso atto dei preconsuntivi trimestrali, già in sede di assestamento al Bilancio di previsione della Regione Puglia aveva “rappresentato la necessità di appostare 200 milioni di euro per la copertura dello sbilancio previsto per maggiori costi rispetto ai ricavi del sistema sanitario regionale”. Nel 2023 la situazione è cambiata, il deficit è tornato a scendere ma nel 2024 non c’è stato l’ulteriore passo in avanti, almeno stando alle previsioni e nonostante il dipartimento Salute avesse fissato gli obiettivi per le sei Asl per il contenimento della spesa.





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