I dati del Report congiunto Oms e Cdc statunitensi. Infezioni in crescita del 20% rispetto al 2022, mortalità in calo dell’8%. A determinare l’aumento dei contagi, «una copertura vaccinale inadeguata a livello globale»
Aumentano in tutto il mondo, i casi di morbillo. Lo evidenzia una nota congiunta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli Stati Uniti (CDC), pubblicata oggi, evidenzia un aumento dei casi di morbillo, ma riporta una diminuzione della mortalità da morbillo nel 2023.
A livello globale, nel 2023 i casi di morbillo sono aumentati del 20%, superando i 10,3 milioni, mentre la mortalità è diminuita dell’8%
(da 116.800 a 107.500) rispetto al 2022.
Sebbene si tratti di un calo, «troppi bambini stanno ancora morendo a causa di questa malattia prevenibile», ammoniscono le due agenzie. Eppure basterebbe poco per invertire la rotta. Come è stato sottolienato a fine ottobre in un nuovo rapporto della Lancet Commission, si potrebbero dimezzare le morti premature entro il 2050 se si investesse in alcune aree mirate e se anche gli aiuti sanitari fossero concentrati su queste aree. Tra gli interventi raccomandati rientrano i vaccini, indicati come strumento fondamentale per proteggere i bambini dalle malattie infantili mortali e per salvare vite umane da patologie quali, tra le altre, la tubercolosi, la malaria e il cancro cervicale.
Coperture vaccinali scarse
A determinare l’aumento dei contagi, analizzano gli esperti, «una copertura vaccinale inadeguata a livello globale. Il morbillo è prevenibile con 2 dosi di vaccino; eppure più di 22 milioni di bambini hanno saltato la prima dose nel 2023. A livello globale, si stima che la copertura sia stata dell’83% per la prima dose di vaccino anti-morbillo, mentre solo il 74% ha ricevuto la seconda dose raccomandata».
Per prevenire epidemie e «proteggere le popolazioni da uno dei virus umani più contagiosi al mondo, è necessaria invece una copertura del 95% o superiore», per le due dosi di vaccino «in ogni Paese e comunità», esortano le due agenzie. «Il vaccino contro il morbillo ha salvato più vite di qualsiasi altro vaccino negli ultimi 50 anni», afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. «Per salvarne ancora di più e impedire a questo virus mortale di danneggiare i più vulnerabili, dobbiamo investire nell’immunizzazione di ogni persona, indipendentemente da dove viva».
Epidemie di morbillo «dirompenti» in 57 Paesi
Per effetto dei gap nella copertura vaccinale, continua l’analisi, 57 Paesi hanno sperimentato grandi o dirompenti epidemie di morbillo nel 2023. Questi episodi hanno interessato tutte le regioni tranne le Americhe, e si rileva un aumento di quasi il 60% rispetto ai 36 Paesi interessati dal fenomeno nell’anno precedente. Le regioni dell’Africa, del Mediterraneo orientale, dell’Europa, del Sud-est asiatico e del Pacifico occidentale hanno sperimentato un aumento sostanziale dei casi. Quasi la metà di tutte le grandi epidemie si sono verificate nella regione africana.
Bilancio delle vittime «inaccettabile»
Il numero di infezioni da morbillo, aggiunge la direttrice dei Cdc Mandy Cohen, «sta aumentando in tutto il mondo, mettendo a rischio vite e salute. Il vaccino è la nostra migliore protezione e dobbiamo continuare a investire negli sforzi per aumentarne l’accesso». Oms e Cdc Usa definiscono «inaccettabile» il bilancio delle vittime del morbillo. La leggera riduzione dei decessi, spiegano, è dovuta principalmente al fatto che l’aumento dei casi si è verificato in Paesi e regioni in cui i bambini con morbillo hanno meno probabilità di morire, grazie a un migliore stato nutrizionale e accesso ai servizi sanitari.
I gravi effetti del morbillo sulla salute
Anche quando le persone sopravvivono al morbillo, però, possono verificarsi gravi effetti sulla salute, alcuni dei quali durano tutta la vita. I neonati e i bambini piccoli sono maggiormente a rischio di gravi complicanze della malattia, tra cui cecità, polmonite ed encefalite. Con l’aumento dei casi di morbillo e delle epidemie, tra l’altro, si fa notare nell’analisi, «l’obiettivo mondiale di eliminazione» della malattia, «come stabilito nell’Agenda sull’immunizzazione 2030, è a rischio.
A rischio l’obiettivo di eliminazione del morbillo entro il 2030
In tutto il mondo, 82 Paesi avevano raggiunto o mantenuto l’eliminazione del morbillo alla fine del 2023. Proprio questa settimana, il Brasile è stato nuovamente verificato come libero dal morbillo, rendendo la regione americana dell’Oms nuovamente «free», per quanto riguarda la malattia endemica. Ad eccezione della regione africana, almeno 1 Paese in tutte le regioni Oms ha eliminato la malattia. «Sono necessari sforzi urgenti e mirati», in particolare «in contesti fragili, colpiti da conflitti e vulnerabili, per vaccinare completamente tutti i bambini con due dosi di vaccino contro il morbillo. I Paesi e i partner globali» impegnati su questo fronte «devono anche rafforzare la sorveglianza delle malattie, tra cui il Global Measles Rubella Laboratory Network.
Nel 2023, 57 Paesi hanno registrato focolai, rivelando lacune nella copertura vaccinale. I Paesi africani hanno mostrato resilienza, aumentando la copertura vaccinale di 2 punti percentuali, raggiungendo il 70%, nonostante una crescita della popolazione infantile e altre priorità sanitarie pubbliche concorrenti.
Serve una copertura vaccinale di almeno il 95%
Il morbillo è altamente contagioso e richiede una copertura vaccinale di almeno il 95% con 2 dosi di vaccino per prevenire i focolai. Il persistere di focolai di morbillo nei Paesi a basso, medio e alto reddito ricorda l’importanza di affrontare le lacune nella copertura, ovunque. In risposta, Gavi, the Vaccine Alliance, in collaborazione con i Paesi a basso reddito, si è concentrata sul rafforzamento dell’immunizzazione di routine attraverso l’introduzione di una seconda dose di vaccino contro il morbillo, nonché sull’attuazione di campagne preventive, tempestive e di qualità per ridurre ulteriormente il rischio di epidemie. Campagne mirate e ad alta copertura che raggiungano i bambini non immunizzati o sottoimmunizzati sono fondamentali per colmare le crescenti lacune immunitarie, in particolare nei Paesi con problemi di immunizzazione di routine e in contesti fragili e di conflitto. Gavi finanzia anche la risposta ai focolai di morbillo nei Paesi a basso reddito attraverso il Measles & Rubella Partnership’s Outbreak Response Fund.
L’azione di Gavi
Nel 2024, Gavi sta offrendo il suo sostegno a governi, comunità e partner per avviare campagne preventive, di recupero, e follow-up, raggiungendo fino a 100 milioni di bambini, in 24 paesi, con i vaccini contro il morbillo. Questo impegno si basa sui risultati del 2023, anno in cui Gavi ha supportato 11 paesi a basso reddito nell’immunizzazione di 8,5 milioni di bambini. Gli sforzi vaccinali del 2024 sono stati potenziati dall’approvazione, da parte del Consiglio di Gavi, di un finanziamento di 290 milioni di dollari per l’iniziativa «Big Catch Up», finalizzata a colmare le lacune create dalla pandemia di COVID-19. Nel complesso, questo rappresenta uno degli sforzi più significativi contro il morbillo nei Paesi a basso reddito nella storia ventiquattrennale dell’Alleanza.
L’intervista
«Vaccini, un piano da 2,5 miliardi di dollari contro le future pandemie»
Nel 2025, Gavi continuerà a lavorare con i partner per sostenere i Paesi. Ciò include il supporto nel passaggio a fiale da 5 dosi, che possono contribuire ad aumentare la copertura e a ridurre gli sprechi. «A fronte dell’aumento dei focolai di morbillo, i Paesi a basso reddito hanno compiuto sforzi storici per migliorare la copertura e rispondere alle emergenze» dichiara Derrick Sim, Chief Vaccines Programmes and Markets Officer di Gavi, the Vaccine Alliance. «Nei Paesi africani, ad esempio, la copertura con la prima dose è aumentata del 2% nel 2023. Dobbiamo mantenere questi sforzi per raggiungere i livelli di copertura necessari a prevenire focolai e decessi: ogni bambino merita di essere protetto dal morbillo, e spesso sono i più vulnerabili ad essere a rischio. Gavi è impegnata a garantire che ogni bambino abbia un accesso equo al potere salvavita dei vaccini».
La situazione in Italia: 935 i casi al 31/10/2024
L’ultimo bollettino Morbillo & Rosolia News (13/11), curato dalla Sorveglianza epidemiologica nazionale del morbillo e della rosolia dell’Istituto superiore di sanità, riporta che, dal 1 gennaio al 31 ottobre 2024, in Italia, sono stati notificati 935 casi di morbillo (19,0 casi per milione di abitanti) di cui 33 nel mese di ottobre 2024. Il 91,2% del totale dei casi segnalati nel periodo è stato confermato in laboratorio e il 7,0% sono casi importati.
Sono 17 le Regioni/PPAA che hanno segnalato casi dall’inizio dell’anno, di cui otto (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Toscana, Abruzzo, Liguria) hanno segnalato complessivamente l’88,9% dei casi. In Abruzzo è stata osservata l’incidenza più elevata (42,5/milione abitanti). L’età mediana dei casi segnalati è pari a 30 anni, oltre la metà dei casi (52,8%) sono adolescenti o giovani adulti e un ulteriore 23,4% ha più di 40 anni di età.
Incidenza più elevata nei bambini sotto i 5 anni
Tuttavia, l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto i 5 anni d’età e sono stati segnalati 45 casi in bambini con meno di un anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati. Lo stato vaccinale è noto per il 93,2% dei casi segnalati, di cui l’89,9% erano non vaccinati al momento del contagio. Tra i casi segnalati, 74 sono operatori sanitari, di cui 54 non vaccinati mentre le complicanze più frequentemente riportate sono state epatite/aumento delle transaminasi, polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato.
Rischio «ondata», se non aumenta la copertura vaccinale
Il 2024 per la lotta al morbillo «non è stato un anno bello: 935 casi al 31 ottobre sono tanti, troppi. Se non portiamo la copertura vaccinale a 95%, continueremo ad avere una forte circolazione del virus e altre ondate e focolai, anche peggiori. Ogni 4-5 anni ci sono queste ondate, perché c’è un serbatoio naturale che fa circolare il virus e i soggetti sensibili si ammalano. Il consiglio ai genitori è di vaccinare i figli e soprattutto di fare la dose di richiamo», ha detto all’Adnkronos Salute Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), commentando l’ultimo bollettino dell’Iss.
«I dati sul morbillo in Italia cominciano a preoccuparmi. Numeri inaccettabili soprattutto in relazione al fatto che l’Oms aveva dato il compito a tutte le nazioni, compresa l’Italia, di eliminare il morbillo. Noi eravamo abbastanza vicini a questo risultato, poi c’è stata una grande ripresa dei casi, soprattutto nei bambini sotto i 5 anni, sebbene l’età media dei pazienti sia di oltre 30 anni. La maggior parte sono persone non vaccinate», aggiunge sempre all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, professore emerito di Malattie infettive dell’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive tropicali (Simit).
«Il nostro ad oggi è uno dei Paesi che ha avuto in Europa il maggior numero di casi di morbillo, secondo solo alla Romania. C’è qualcosa che non va – spiega Andreoni -. É evidente che stiamo ridando fiato a una malattia che ha un alto tasso di letalità, cioè 1 decesso ogni 1000 casi. Quindi purtroppo ci stiamo avvicinando a quel numero che ci fa temere il primo caso letale. Ovviamente non sappiamo quando questo accadrà ma ci stiamo avvicinando al peggio. E quindi questo è un elemento di enorme preoccupazione che ci deve richiamare a fare tutto ciò che è possibile per far comprendere agli italiani che malattie come il morbillo non sono banali». Andreoni ricorda poi l’importanza dei vaccini: «Negli ultimi 50 anni più di 90 milioni sono state le morti evitate attraverso la vaccinazione del morbillo. Il morbillo è una malattia molto grave, soprattutto quando colpisce i bambini più piccoli» conclude.
«É un anno orribile per il morbillo in Italia, il nostro Paese si mette in linea con altri meno evoluti dal punto di vista sanitario e della propensione alla vaccinazione, parlo di Romania, Serbia, Bulgaria – commenta all’Adnkronos Salute, Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova. Questi non hanno la nostra stessa cultura delle immunizzazioni. Spero che nel 2025 si invertirà questa tendenza, ma il morbillo è tornato ad essere una malattia endemica che colpisce i soggetti giovani non vaccinati. Forse bisogna fare di più a livello di informazione, di formazione ai medici e di comunicazione nelle scuole».
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