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Il GrIG contro la speculazione energetica e per una concreta transizione ecologica in Toscana.


Chiusdino, ruderi dell’Abbazia di San Galgano. Vogliamo circondarla di “torri” eoliche?

la petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), impegnata da anni nel contrasto alla speculazione energetica in tutto il territorio nazionale, con una particolare attenzione alla salvaguardia della Tuscia, ha inviato (25 novembre 2024) una serie di considerazioni e di proposte all’Assessore all’Ambiente, Economia Circolare, Difesa del Suolo, Lavori Pubblici e Protezione Civile della Regione Toscana Monia Monni, Regione attualmente impegnata all’individuazione delle aree idonee e non idonee all’ubicazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, così come previsto dall’accordo Stato – Regioni – Province autonome codificato nel  D.M. 21 giugno 2024 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili).

Il D.M. Ambiente 21 giugno 2024 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili) assegna alla Toscana la potenza aggiuntiva da realizzare entro il 2030 pari a GW 4,250, cioè circa il doppio della potenza attualmente installata (GW 2,210).

Regione Toscana, incontro Assessore Monia Monni con Associazioni ambientaliste su energia e ambiente (Firenze, 21 novembre 2024)

In questi mesi più volte (l’ultima nel corso di un incontro fra l’Assessore Monni e le Associazioni ambientaliste lo scorso 21 novembre 2024) il GrIG ha fornito al Consiglio regionale e ai vertici politico amministrativi della Toscana considerazioni e proposte che puntano all’utilizzo delle aree già compromesse (es. zone industriali, siti degradati, ecc.) e delle coperture di edifici industriali, commerciali, residenziali per il posizionamento specifico di pannelli fotovoltaici, così come suggerito da ricerche E.N.E.A. e I.S.P.R.A.

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parcheggi di un centro commerciale con pannelli fotovoltaici

Infatti, lo studio ENEA pubblicato sulla Rivista Energies (N. Calabrese, D. Palladino, Energy Planning of Renewable Energy Sources in an Italian Context: Energy Forecasting Analysis of Photovoltaic Systems in the Residential Sector, 27 marzo 2023) afferma che per sopperire ai fabbisogni energetici dell’intero patrimonio residenziale italiano basterebbe realizzare pannelli fotovoltaici sul 30% dei tetti a uso abitativo.

Inoltre, afferma e certifica l’I.S.P.R.A. (vds. Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202), è molto ampia la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti, considerando una serie di fattori che possono incidere sulla effettiva disponibilità di spazio (presenza di comignoli e impianti di condizionamento, ombreggiamento da elementi costruttivi o edifici vicini, distanza necessaria tra i pannelli, esclusione dei centri storici).

Dai risultati emerge che la superficie netta disponibile può variare da 757 a 989 km quadrati. In sostanza, si spiega, “ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza installabile sui fabbricati esistenti variabile dai 73 ai 96 GW”. A questa potenza, evidenziano i ricercatori dell’Ispra, si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate; “ipotizzando che sul 4% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che, sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe posto per una potenza fotovoltaica compresa fra 70 e 92 GW”.

centrale eolica

Inoltre, sarebbe semplicemente doveroso vincolare qualsiasi autorizzazione alla prestazione di adeguata fideiussione (art. 1936 cod. civ..) per eventuali danni all’ambiente e agli interessi pubblici nelle fasi di cantiere, di gestione dell’impianto e del ripristino ambientale (decommissioning).

E questo, naturalmente, vale per tutta Italia.

Tuttavia, la realtà odierna della speculazione energetica è di banale quanto spaventosa evidenza.  Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.

Qualche sintetica considerazione sulla speculazione energetica in corso in Italia è stata svolta autorevolmente dalla Soprintendenza speciale per il PNRR, che, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “… è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) … tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno … previsto … a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328* GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024)”. [*lievitati a 342 GW solo 5 mesi dopo]

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Qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria.  

Maremma, bosco

Il fenomeno della speculazione energetica, i cui progetti più ingenti ora beneficiano anche di corsia preferenziale, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sardegna, in Sicilia, sui crinali appennnici.

In Toscana è particolarmente preoccupante la situazione in Maremma.

Recentemente il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un nuovo atto di intervento (12 novembre 2024) nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto per la realizzazione della centrale eolica “Pellestrina Wind” proposto dalla società veneta Pellestrina s.r.l. in Val di Cornia, nella Maremma livornese, fra Campiglia Marittima, Piombino e Suvereto.

Il sito del progetto è nella medesima zona degli analoghi progetto per la realizzazione della centrale eolica “Energia Sorano” della società romana Olsen Renewables Italy s.r.l. nella Maremma etrusca fra Sorano, Pitigliano, Ischia di Castro e Manciano, nei confronti del quale il GrIG ha effettuato (18 ottobre 2024) un atto di intervento nel relativo procedimento di V.I.A., al progetto di realizzazione del “Parco eolico Pitigliano” della società milanese Gruppo Visconti Pitigliano s.r.l. nelle località di Pian di Morrano e La Rotta, nei Comuni di Pitigliano e di Manciano, avverso il quale il GrIG ha già inoltrato (16 agosto 2024) un atto di intervento nel relativo procedimento di V.I.A., al progetto di realizzazione della centrale eolica “Pitigliano” sempre della società romana RWE Renewables Italia s.r.l. fra boschi, campi e macchia mediterranea al confine fra Toscana e Lazio, nei Comuni di Pitigliano, Sorano, Manciano (GR) e Onano (VT), nei confronti del quale  il GrIG aveva già depositato (18 luglio 2024) un atto di intervento nel relativo procedimento di V.I.A., e al progetto di realizzazione della centrale eolica “Rempillo” da parte di Sorgenia Renewables s.r.l. in località Rempillo, nel territorio comunale di Pitigliano, avverso il quale il GrIG aveva già depositato (12 febbraio 2024) un atto di intervento nel procedimento di V.I.A.

Sovana, Tomba etrusca della Sirena (III-II sec. a. C.)

Cinque progetti di centrali eoliche per complessive 57 “torri” eoliche nella Maremma toscana, in una zona ricca di emergenze ambientali, archeologiche e storico-culturali, nonchè di grande richiamo turistico.

in tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2024 risultano complessivamente ben 5.999 pari a 342,10 GW di potenza, suddivisi in 3.850 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 151,45 GW (44,27%), 2.017 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 108 7,82 GW (32 1,52%) e 132 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 83 2,83 GW (24,21%).

Un’overdose di energia potenziale che non potrebbe esser nemmeno esser consumata. Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche, che – oltre ai certificati verdi e alla relativa commerciabilità, nonché agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.  I costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

centrale fotovoltaica su terreni agricoli

Il GrIG ha segnalato la proposta normativa attualmente in discussione in Sardegna e quella recentemente avviata a consultazione pubblica in Puglia (vds. Allegato), avanzando la proposta della verifica nazionale del quantitativo di energia elettrica realmente necessario e della successiva pianificazione statale in base ai reali fabbisogni energetici delle aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), successivamente da assegnare mediante bandi pubblici al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

In realtà, la prima cosa necessaria, a breve termine, sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.  Oltre l’individuazione normativa delle aree idonee e inidonee a breve termine, a medio termine, è certamente necessario completare il processo di pianificazione paesaggistica.

Il GrIG ha recentemente promosso in proposito la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica!, che ha ormai superato le 20 mila adesioni, dove sono esposte chiaramente le ragioni perché si possano finalmente pianificare gli interventi di una vera e condivisa transizione energetica senza stravolgere superstiti aree agro-naturalistiche, eccellenze alimentari, campi, pascoli, boschi, coste, crinali, avifauna, siti archeologici, beni artistici e culturali, sentieri, cammini, ciclovie, itinerari turistici enogastronomici scampati ad un vorace consumo di suoloe ora gravemente minacciati da questa arrembante deriva affaristica mascherata di verde e senza rischio d’impresa perchè incentivata con le nostre bollette. 

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Allegato

Riguardo l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’ubicazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili mediante normativa regionale, è meritevole di segnalazione la proposta normativa presentata dalla Giunta regionale della Sardegna che – con il correttivo dell’eliminazione di possibili deroghe e l’aumento della fascia dichiarata non idonea intorno ai beni culturali a sette chilometri – costituisce elemento di indubbio interesse, sia per l’individuazione motivata delle richieste categorie di non idoneità in relazione alle singole fonti energetiche, sia per la considerazione anche delle fonti energetiche offshore.

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Di particolare interesse è anche l’incentivazione – sostenuta da fondi pubblici – della realizzazione di impianti fotovoltaici di piccola e media dimensione e di calibrati sistemi di accumulo su edifici, parcheggi, piazzali, aree già degradate, aree industriali, con esclusione di centri ed edifici storici.

Si tratta del  disegno di legge regionale a iniziativa della Giunta n. 45 del 2024 “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi

in base alla proposta

Deliberazione Giunta regionale del 19 settembre 2024, n. 36/1
Disegno di legge concernente “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”. 

Recentemente anche la Regione Puglia ha avviato una consultazione pubblica sul disegno di legge n. 222 del 23 ottobre 2024 “Individuazione delle superfici e delle aree per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili in attuazione dell’art. 20, comma 4, del dlgs 8/11/21, n.199 e dell’art.3,comma 1,del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica del 21/06/24 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili)” (referto tecnico, analisi tecnica normativa).

bosco e girasoli

(foto da mailing list ambientalista, E.R., S.D., archivio GrIG)



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