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MaiaSpace, la risposta europea a Elon Musk: «Saremo più competitivi», dice il ceo Leroy


di
Giovanni Caprara

Il ceo di MaiaSpace svela il primo vettore recuperabile privato del Vecchio Continente. «A differenza di SpaceX, che produce Il Falcon-9, non ci interessa il turismo spaziale o andare su Marte»

In Normandia, nel centro spaziale di Vernon, a 80 chilometri da Parigi, si sta collaudando il sistema dal quale nascerà il vettore Maia, il primo recuperabile concepito in Europa, l’unico che può fare concorrenza al Falcon-9 di Elon Musk. Per la sua realizzazione nel 2022 ArianeGroup e il Cnes, l’agenzia spaziale francese, hanno creato la società MaiaSpace. Resta ora da capire se questo nuovo vettore avrà caratteristiche diverse per essere più competitivo, tagliando i costi. «Maia è un lanciatore a due stadi che utilizza ossigeno e bio-metano liquidi, più sostenibile rispetto al cherosene. Ed è formato da acciaio inossidabile, più economico e facile da gestire dal punto di vista industriale rispetto all’alluminio — spiega Yohann Leroy, ceo di MaiaSpace —. Il lanciatore sarà disponibile in due versioni: una riutilizzabile, in grado di lanciare fino a 500 kg in orbita eliosincrona (SSO), e una sacrificabile, in grado di inviare 1500 kg in SSO. A essere recuperabile sarà lo stadio principale su una chiatta in mare, grazie all’aggiunta di gambe di atterraggio, pinne a griglia e un sistema di controllo dell’assetto. Una differenza importante è la possibilità di aggiungere come opzione un kick-stage, uno stadio economico chiamato “Colibri”, che aumenterà le prestazioni di almeno una tonnellata, incrementando la flessibilità e i servizi offerti. Anche se il nostro lanciatore presenta alcune somiglianze con il Falcon-9 di Musk, avrà obiettivi commerciali diversi. Non abbiamo intenzione di realizzare una nostra mega-costellazione, né di fare del turismo spaziale o inviare persone su Marte. La riutilizzabilità ci consentirà di beneficiare di due lanciatori al costo di sviluppo di uno».

Quali saranno i tempi di realizzazione, l’inizio della commercializzazione e quanti lanci si prevedono in un anno?
«Il nostro obiettivo è iniziare i lanci commerciali nel 2026. Sviluppare un lanciatore in 4 anni è una sfida. Infatti, abbiamo fatto una forte scelta strategica attingendo all’eccellenza e all’esperienza dello storico settore spaziale europeo, salvaguardando la cultura del rischio di una startup. In 30 mesi, quasi tutti i sottosistemi del nostro lanciatore sono stati prodotti e testati ed entro l’anno effettueremo una verifica completa del progetto. Puntiamo a circa 20 lanci annuali entro la fine del decennio, in modalità sacrificabile e riutilizzabile a seconda del mercato».




















































Quale è il costo del progetto e l’investimento è tutto di ArianeGroup?
«Abbiamo un razzo molto più piccolo dei lanciatori pesanti, ma vogliamo essere competitivi in termini di costi per chilogrammo impiegato nello spazio. Per un lanciatore della nostra categoria e per essere competitivi sul mercato mondiale, dobbiamo ridurre i costi di un fattore 3 rispetto a come sono stati sviluppati finora i lanciatori pesanti in Europa. Per ora siamo finanziati al 100% da Airbus e Safran attraverso la nostra società madre ArianeGroup. Abbiamo ottenuto 125 milioni di euro».

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L’Agenzia spaziale europea Esa sostiene il progetto Maia?
«No, e questa è una svolta per lo sviluppo di un razzo in Europa. Cerchiamo di inventare un nuovo modello senza regole di geo-ritorno, cioè senza essere costretti a selezionare o mantenere i partner in base alla loro nazionalità, guardando alle competenze. Il risultato è che il 50% dei nostri partner industriali è fuori dalla Francia: in Italia, Germania, Spagna, Belgio, Svizzera, ecc».

Maia sarà concorrente di Vega-C e poi di Vega-E?
«Mi risulta che entro la fine del decennio Vega si sposterà verso lanciatori di maggiore capacità (cioè Vega E), entrando così in concorrenza con lanciatori di medie dimensioni. MaiaSpace ha la propria strategia di mercato. La nostra domanda non è chi sfidiamo in Europa, ma se siamo abbastanza competitivi sul mercato globale. La vera concorrenza è là fuori, soprattutto negli Usa e noi non abbiamo altra scelta che abbassare i costi e fare le cose in modo drasticamente diverso».

Sono possibili collaborazioni con Avio, produttore di Vega-C?
«L’obiettivo di MaiaSpace è progettare, produrre e gestire il mini-lanciatore, oltre a commercializzare i relativi servizi di lancio, per rimanere orientata e attenta alle evoluzioni del mercato. Ma sono convinto che si possa instaurare una collaborazione tra Avio e MaiaSpace. Sarebbe un vantaggio per entrambe le aziende e per l’Europa».

Quale sarà il mercato dei trasporti europei nei prossimi anni?
«Il mercato target di MaiaSpace dei piccoli satelliti da 0 a 1,5 tonnellate è cresciuto negli ultimi anni e si prevede che continuerà la tendenza dinamica, raggiungendo un valore di reddito globale per i servizi di lancio di 900 milioni di euro all’anno entro il 2030 (escludendo le megacostellazioni). Come in ogni altra parte del mondo, il mercato istituzionale è fondamentale per la sostenibilità economica dei fornitori di servizi di lancio. Sappiamo tutti che la domanda europea è almeno 5 volte inferiore al mercato vincolato statunitense. In questo contesto, l’Europa deve trovare il giusto equilibrio tra la concorrenza e la cooperazione. Se la domanda istituzionale sarà distribuita tra troppi operatori, è molto probabile che alla fine non ce ne sarà più alcuno europeo».

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25 novembre 2024

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