Sabato 23 novembre 2024, Ivrea ha vissuto una giornata che rimarrà impressa nella memoria di molti. La città si è fermata, respirando un’aria diversa, fatta di pace e speranza. Unita nel portare avanti un messaggio universale di nonviolenza. Per circa 250 persone è stata un’occasione unica: un incontro di storie, ideali e azioni, capace di trasformare un ordinario sabato d’autunno in qualcosa di straordinario.
Il 144° Presidio per la Pace, intrecciato con la 3ª Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, ha offerto molto più di un corteo: è stato un grido collettivo, un momento in cui le differenze si sono dissolte davanti all’urgenza di costruire un futuro diverso, un futuro di giustizia e convivenza pacifica.
E partiamo dalla fine, da un’immagine che vale più di mille parole. Al centro della piazza, i partecipanti radunati, mano nella mano, per formare con i loro corpi il simbolo della pace. Un gesto semplice, ma così potente da racchiudere tutto il significato della giornata. Sullo sfondo, la voce e la chitarra del cantautore Fabrizio Zanotti, le parole vibranti della poetessa Mariella Ottino, che con i suoi versi ha toccato le corde più profonde delle anime presenti. In quei gesti, in quelle voci, si è levata una dichiarazione chiara: nonostante le divisioni, l’umanità può ancora trovare un linguaggio universale, fatto di nonviolenza e solidarietà.
E poi c’era lei, Magaly Navarrete, marciatrice cilena e simbolo di resilienza e speranza. Con il suo sorriso e la sua empatia ha conquistato tutti, lasciando parole che riecheggeranno a lungo: “Durante questo cammino ho incontrato l’umanità nella sua essenza più pura. Dobbiamo abbandonare i valori del denaro e riscoprire quelli della pace e della solidarietà. Pace nel cuore, forza interiore e gioia: questo è il mio augurio per tutti voi.” Una frase semplice, eppure capace di illuminare l’intera piazza.
La manifestazione, iniziata da piazza Balla, si è snodata attraverso il centro storico. Tra le tante tappe, una delle più intense è stata piazza Santa Marta, dove il corteo ha incontrato il Collettivo Transfemminista cit3, impegnato in una manifestazione per la Giornata contro la violenza sulle donne. Lì, la connessione è stata immediata, naturale.
Sofia, portavoce del collettivo, ha denunciato con parole forti e appassionate le radici patriarcali della violenza: “Viviamo in una società che glorifica il dominio e l’oppressione. Finché non supereremo questa mentalità, non ci sarà pace vera.”
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Proseguendo, il corteo è giunto in piazza Ferruccio Nazionale, dove la vicesindaca Patrizia Dal Santo ha ricordato l’impegno del Comune di Ivrea sui temi della pace.
Ma il momento più intenso è stato senza dubbio la lettura, da parte di Giorgio Mancuso di AGITE, del manifesto della 3ª Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza. Con parole lucide e appassionate, Mancuso ha tracciato il quadro di un mondo in crisi, segnato da guerre e disuguaglianze, ma ha anche offerto una visione di speranza: “Questa non è solo una marcia. È un grido globale per ricordare che la pace si costruisce ogni giorno, con azioni concrete.”
La Marcia Mondiale, partita il 2 ottobre dalla Costa Rica, rappresenta un viaggio simbolico e reale verso un futuro senza guerre. Come ha spiegato Pierangelo Monti, storico esponente del Presidio eporediese: “La Costa Rica ha abolito l’esercito e risolve i conflitti con la diplomazia. È un esempio che dimostra che un altro modello è possibile.”
Non sono mancati momenti di denuncia, che hanno riportato l’attenzione sulle tragedie globali.
Pierangelo Monti ha parlato con forza dell’escalation in Ucraina, dell’uso di mine antiuomo e del genocidio silenzioso a Gaza, condannando l’assenza di una diplomazia internazionale efficace. “La violenza non è mai la risposta,” ha detto con fermezza. “Eppure, i governi continuano ad alimentare una spirale di morte, ignorando il dolore delle popolazioni.”
Il 144° Presidio per la Pace non è stato solo un evento, ma un atto di resistenza collettiva.
Un messaggio forte in un mondo devastato da guerre, disuguaglianze e ingiustizie. Le parole del manifesto della Marcia, in fondo, racchiudono lo spirito di questa giornata: “A poco a poco comincerà a scorgersi il chiarore dell’alba di un nuovo giorno. Sì, ci sarà pace, e comincerà a profilarsi una Nazione Umana Universale.”
Sabato, Ivrea ha fatto la sua parte. Ha dimostrato che il cambiamento è possibile, un passo alla volta, una marcia alla volta.
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E in quell’istante, sotto il cielo di novembre, la pace non sembrava più un’utopia, ma una promessa concreta.
La Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza che ha fatto tappa a Ivrea è partita il 2 ottobre da San José, in Costa Rica, la marcia attraverserà simbolicamente il mondo intero, portando con sé un messaggio di speranza e cambiamento. Questa data non è casuale: il 2 ottobre è la Giornata Internazionale della Nonviolenza, che celebra la nascita di Gandhi, uno dei massimi simboli della lotta pacifica contro le ingiustizie. La marcia, organizzata dal movimento internazionale Mondo Senza Guerre e Senza Violenza, si concluderà sempre in Costa Rica il 5 gennaio 2025, dopo aver toccato centinaia di città in ogni continente, coinvolgendo migliaia di persone in ogni angolo del pianeta.
Tre immagini nell’analogo Presidio con la Marcia mondiale per la Pace e la Nonviolenza svoltosi a Torino, nelle tre prime foto inviateci da Livio Obert, che vi ha partecipato
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