Se sul fronte bancario si sta concretizzando l’operazione Unicredit–Commerzbank, c’è anche un altro importante confronto si sta svolgendo in Germania. Anche in questo caso, un’azienda italiana gioca un ruolo di primo piano: MFE-MediaForEurope, che come un abile stratega, passo dopo passo, ha tolto ogni margine di manovra al proprio avversario. È proprio questa la sfida che si sta svolgendo a Unterföhring, quartier generale del gruppo media ProSiebenSat.1, di cui il Biscione è il maggiore azionista ed è ormai vicinissimo alla soglia dell’OPA.
Come riporta MF-Milano e Finanza, nei giorni scorsi, la Consob tedesca ha dato il via libera alla nuova posizione dominante assunta dal gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi, che ha raggiunto il 29,9% del capitale sociale della società bavarese e il 30,8% dei diritti di voto, permettendo così al gruppo di Cologno Monzese di arrivare a una posizione che quasi sicuramente non esiterà a sfruttare.
Il nodo centrale riguarda il rilancio di un gruppo che, almeno sulla carta, dovrebbe essere superiore all’emittente italiana, ma che ha registrato performance finanziarie deludenti, perdendo miliardi di capitalizzazione in borsa. Dal 2019, quando MFE ha iniziato a investire, le azioni del gruppo tedesco hanno perso il 67% del loro valore, con una capitalizzazione di mercato scesa a 1,1 miliardi, contro i quasi 2 miliardi del Biscione.
La strategia individuata da MFE, condivisa anche da alcuni analisti e dal secondo azionista, la società ceco-olandese PPF Group, prevede la cessione degli asset non strategici: il sito di incontri, quello dedicato ai profumi e Verivox, che compara utenze e prezzi. Il gruppo tedesco ha avviato trattative per questi asset, ma finora ha ricevuto solo offerte non vincolanti. Nonostante ciò, rimane fiducioso di chiudere presto la vendita di Verivox, sebbene le dichiarazioni ufficiali al riguardo siano ripetitive e prive di novità concrete.
Questi asset non core, valutati tra i 700 e gli 800 milioni di euro, rappresentano un peso per la società, bruciando liquidità. La loro vendita potrebbe fornire risorse per ridurre il debito netto della tv tedesca, attualmente a 1,6 miliardi di euro, e dare maggiore flessibilità per investire nei contenuti televisivi. Tuttavia, nonostante i ripetuti inviti all’azione da parte dei principali azionisti, il management bavarese ha fatto poco.
I risultati finanziari dei primi nove mesi del 2024 hanno mostrato un leggero miglioramento, ma con margini mantenuti solo grazie a tagli sul prodotto televisivo. Il debito, invece, è aumentato del 9%, e le entrate derivanti dagli asset non core sono calate. «Non c’è una crescita strutturale», sottolineano gli esperti, evidenziando la revisione al ribasso delle stime sull’Ebitda annuale, che si prevede sotto i 575 milioni, al limite inferiore della forchetta.
A fronte di questa situazione, MFE non sembra intenzionata ad aspettare ancora. Ma quale sarà la prossima mossa? La via più ovvia sarebbe acquisire lo 0,1% mancante per lanciare un’OPA e assumere il pieno controllo del gruppo. Tuttavia, questa opzione non sembra essere la prima scelta. «Non vogliamo facilitare l’inazione del management tedesco», ha dichiarato una fonte vicina al Biscione, aggiungendo che prima occorre valutare meglio il reale valore e peso degli asset non strategici.
L’attenzione di MFE si concentrerà invece sul consiglio di sorveglianza. Durante la presentazione dei risultati trimestrali, il CFO di MFE, Marco Giordani, ha lanciato un messaggio diretto: «Chiediamo al consiglio di sorveglianza e a quello esecutivo di agire più rapidamente, accelerando il cambiamento e adottando misure radicali senza ulteriori ritardi. MFE, come azionista industriale di lungo termine, è pronta a sostenere la società nei suoi sforzi, ma ha anche il dovere di proteggere il proprio investimento».
A maggio scorso, il fronte italiano si è rafforzato nel consiglio di sorveglianza con l’ingresso di Simone Scettri e Leopoldo Attolico, che si sono aggiunti a Katharine Behrends e Thomas Ingelfinger. Questi, insieme ai due rappresentanti di PPF, Klara Brachtlova e Christoph Mainusch, controllano ora sei seggi su nove. È una posizione dominante che potrebbe essere sfruttata in caso di mancata concretizzazione delle cessioni.
A maggio 2025 scadrà il mandato del presidente del consiglio di sorveglianza, Andreas Wiele, e sarà necessario nominare anche il nuovo amministratore delegato, dato che il contratto di Bert Habets scade a ottobre dello stesso anno. Ma non è escluso che MFE possa convocare un’assemblea straordinaria già prima, mettendo in discussione la leadership del consiglio di sorveglianza e sfiduciando il presidente o alcuni membri.
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