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Catania, il sindaco contro il porticciolo “privato”. La Tortuga: «Il Comune ha cambiato idea, ma il cantiere resta»


Anche il Comune è contro la variante alla concessione demaniale marittima rilasciata lo scorso 17 ottobre alla società “Tortuga” nel porticciolo di Ognina. Ieri il sindaco di Catania Enrico Trantino ha chiesto un intervento in autotutela all’assessorato regionale Territorio e ambiente per interrompere i lavori «al fine di garantire il preminente interesse pubblico e consentire i programmi di sviluppo posti in essere dall’amministrazione comunale», ovvero il progetto di “rigenerazione urbana” da 15 milioni di euro per il quale è stato lanciato un concorso di idee con 52 proposte presentate. L’assessorato regionale ha prontamente risposto che la variante «è stata rilasciata legittimamente», pur ribadendo di riservarsi «di revocare in qualsiasi momento la concessione (che scadrà comunque il 31 dicembre 2025) in presenza di una richiesta del Comune attraverso il portale del demanio marittimo».

In tutto questo l’azienda interessata, la Tortuga srl, non ci sta a passare tra quelli che per «interessi privati hanno penalizzato questo storico quartiere», usando le parole del primo cittadino. «Il progetto – spiega il titolare dell’azienda, Biagio Testa – serve a preservare il porto di Ognina. Nel giugno del 2020 ci fu un intervento della Guardia di Finanza contro gli ormeggiatori abusivi. Da lì l’assessorato regionale decise di dare in concessione anche quell’area. Noi, su tre proposte, abbiamo vinto. Oggi, dopo due conferenze dei servizi in cui il Comune ha dato pareri positivi, viene fuori questo. Capisco che si possa cambiare idea, ma perché ora e non otto mesi fa?», chiede Testa.

Secondo quanto scritto dal sindaco nella lettera, indirizzata per conoscenza anche al presidente della Regione, il Comune non avrebbe però mai cambiato idea: «Il provvedimento risulta emesso sulla base di un parere favorevole del Comune, che, in realtà, non è tale ma condizionato; in contrasto con i motivi ostativi più volte rappresentati nei mesi scorsi dal Comune, in ragione dei contrapposti interessi pubblici sull’area e sulla base di una non corretta interpretazione di un provvedimento giudiziale», scrive il sindaco. Parole sulle quali il diretto titolare de La Tortuga srl, non concorda: «Ci sono arredi distrutti e fondali pieni di spazzatura, un disastro. E dopo i lavori non sarà chiuso, ma sarà fruibile meglio di prima, metteremo anche i bagni» . In ogni caso, specifica, finché non ci sarà una revoca «l’area di cantiere resterà. Ora è mia responsabilità, non posso lasciarla incustodita. E vedremo eventuali azioni legali per tutelarci».L’assessorato, nella nota in risposta a Trantino, ricostrusce così la vicenda: «L’Area 2 Demanio Marittimo ha ricevuto la richiesta di ampliamento della concessione il 3 luglio 2020 avviando l’iter che si era concluso favorevolmente dopo due conferenze di servizi, una prima il 16 settembre 2022 e una seconda, decisoria, il 6 giugno 2023. Il provvedimento autorizzativo, a questo punto, era stato inviato al Comune il 25 gennaio 2024, per confermare l’eventuale presenza di motivi ostativi o valutare la compatibilità con altri interventi progettuali sull’area interessata. Richiesta sollecitata con una ulteriore nota il 14 febbraio di quest’anno, alla quale il Comune ha dato riscontro il 4 marzo senza però ritirare formalmente il parere positivo espresso nella conferenza di servizi del 2022. Poi è intervenuta la decisione del Tar di Catania, al quale si era rivolta la ditta, che ha imposto l’obbligo di provvedere entro 60 giorni».

Sempre nella nota inviata alla Regione, controfirmata dal responsabile comunale dell’Urbanistica di Catania, Biagio Bisignani, il sindaco evidenzia come «risulti inopportuno e contrario all’interesse pubblico il rilascio di nuove concessioni demaniali per attività di interesse meramente privato». Parole che il titolare de “La Tortuga” commenta così: «Suo diritto, del sindaco, cambiare idea. Non so a che pro stavo riqualificando il porto a questo punto, peraltro sempre nella massima trasparenza. La sua posizione mi stranizza ma la rispetto, considerando che l’ho anche votato», conclude .





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