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Cani in condominio, adesso si rischia moltissimo: migliaia di euro di multa e reclusione


È davvero consentito avere cani in condominio o chi lo fa può andare incontro a problemi? Ad alcuni può sembrare incredibile si rischiano multe salatissime e addirittura la prigione.

L’amore per gli animali è comune a molti, per questo chi è abituato ad averne uno fin dall’infanzia raramente riesce a pensare di vivere senza averne uno. Chi vive in una casa singola può ovviamente non avere particolari preclusioni, pur facendo il possibile affinché la loro presenza non disturbi eccessivamente i vicini. La situazione può essere differente invece quando si parla di cani in condominio, in questi casi infatti si teme che non tutti possano gradirli e di andare incontro a contenziosi anche piuttosto gravi.

È consentito avere cani in condominio? – Foto | Mamelipalestrina.it

Non solo, chi non ha mai abitato in un palazzo teme che la loro presenza possa essere vietata dal regolamento condominiale e di essere quindi costretto a rinunciare al loro affetto. In realtà, esistono norme a riguardo che sono davvero rigidissimi, che i cinofili dovrebbero conoscere, c’è il rischio infatti addirittura di incorrere in multe salatissime, se non di rischiare la prigione. È bene quindi sapere quando questo potrebbe accadere.

I cani in condominio sono vietati? Cosa dice la legge

Vivere in un palazzo può inevitabilmente comportare la necessità di sottostare a una serie di regole, stabilite in assemblea, che potrebbero far storcere il naso ad alcuni ma che sono necessarie per la convivenza civile di tutti. Alcune azioni potrebbero essere vietate pensando che possano generare fastidio, questo vale anche per i cani in condominio? Effettivamente non tutti amano gli animali, la loro presenza potrebbe infastidire alcuni residenti, ma non esiste un veto assoluto alla convivenza con i rispettivi padroni in un appartamento.

A riguardo è stata introdotta nel 2012 una norma apposita nel Codice Civile, ben sapendo quanto il tema sia di interesse comune. Si fa riferimento all’art. 1138 c.c., ultimo comma, secondo cui regolamenti di condominio non possono “vietare di possedere o detenere animali domestici”. È però necessario ottenere un consenso (un vero e proprio accordo) di tutti i condomini, perché si tratta di un divieto che limita il diritto di proprietà esclusiva. È possibile quindi stabilire in quella fase stabilire delle regole che possano dare indicazioni su come agire, ma non può esserci un divieto assoluto.

In appartamento un cane deve essere gestito secondo regole ben precise – Foto | Mamelipalestrina.it

È importante però gestire i quattro zampe nel modo migliore, evitando che possano generare fastidi a chi non li ama. C’è innanzitutto l’obbligo, secondo l’articolo 672 del Codice Penale, di mantenere il controllo del proprio animale, evitando di lasciarlo circolare libero in aree comuni come cortili, giardini e corridoi. Non si dovrebbe quindi mai dimenticare di tenere Fido al guinzaglio, come stabilito da un’Ordinanza diffusa dal Ministero della Salute nel 2016, verificando che questo accessorio non superi la lunghezza di 1,5 metri, negli spazi pubblici e condominiali. È bene inoltre avere con sé la museruola, da usare in caso di necessità.

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Non si deve però trascurare il rischio di generare inquinamento acustico se il cane dovesse essere irrequieto, magari abbaiando continuamente durante il giorno se resta solo in casa o di notte. Il proprietario dovrebbe provare a trovare una soluzione diplomatica con i vicini in caso di lamentela, se non c’è alcuna volontà di dialogo ci si deve rivolgere all’amministratore. Chi svolge questo ruolo potrebbe fare riferimento all’art. 659 nel Codice penale e contattare le forze dell’ordine per gli “strepiti degli animali“. A quel punto potrebbe scattare un’indagine volta a capire quale delle parti ha ragione. Le conseguenze possono essere gravissime, si parla di sanzione fino a 309 euro e reclusione fino a tre mesi.

Purtroppo però le conseguenze potrebbero essere ancora peggiori. C’è chi potrebbe non guardare di buon occhio i latrati frequenti di un cane, pensando che non venga trattato bene come invece si dovrebbe. Chi ha questa idea potrebbe rivolgersi ai veterinari dell’ASL, le forze dell’ordine o all’ASL e parlare di presunto maltrattamento. Anche in questa eventualità l’accusa dovrà essere verificata, in caso di colpa si va incontro a una condanna dai 3 ai 18 mesi di carcere e una multa che oscilla tra i 5mila e i 30mila euro.

Insomma, avere la compagnia di un animale è certamente bellissimo, ma è bene dargli tutto quello di cui ha bisogno se non si vogliono avere problemi.



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