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Strategie di De Luca per l’Irpinia


Si sono conclusi con l’intervento del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, Gli Stati Generali dell’Agricoltura in Irpinia. Presso il Polo Giovani di Avellino, il Governatore ha esordito alla platea richiamando il periodo di declino che ha caratterizzato l’agricoltura italiana tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta. “Questo fenomeno – ha spiegato – è stato determinato dall’introduzione di normative europee, dalle quote di produzione e da politiche di smantellamento, ma soprattutto da un cambiamento culturale. L’agricoltura veniva percepita dalle giovani generazioni come un settore marginale, poco attrattivo rispetto all’idea di modernità legata a industria, servizi e nuove tecnologie”.  

Il presidente della Regione Campania alla giornata conclusiva degli Stati Generali dell’Agricoltura in Irpinia

Tale crisi ha comportato lo spopolamento delle campagne, la chiusura di molte aziende agricole e l’invecchiamento della popolazione impegnata nel settore. De Luca, però, ha sottolineato come negli ultimi decenni questa tendenza si sia invertita grazie a una nuova consapevolezza ambientale e culturale, trainata dalla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche e dall’attenzione alla corretta alimentazione.  

Il ritorno dei giovani all’agricoltura

“Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un fenomeno significativo: un ritorno dei giovani all’agricoltura. Molti hanno avviato nuove aziende, alcune sperimentali o biologiche, altre più tradizionali, frenando il declino. Tuttavia, questo nuovo entusiasmo deve ora confrontarsi con una sfida cruciale: la globalizzazione” ha proseguito il Governatore nel suo intervento al Polo Giovani dove erano all’ascolto anche alcuni studenti delll’Istituto Agrario “F. De Sanctis” di Avellino.  

Secondo De Luca, la competizione internazionale mette a dura prova settori chiave come quello dell’olio d’oliva e della frutta, a causa dei costi di produzione molto più bassi nei paesi concorrenti. “Non è facile competere con la Tunisia per l’olio o con la Turchia per le castagne. Serviva un ripensamento profondo del nostro modello agricolo”.  

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Le strategie per il futuro: “Valorizzare la qualità e incrementare il reddito degli imprenditori agricoli”

Per affrontare le difficoltà, De Luca ha delineato due strategie fondamentali: “Valorizzare la qualità dei nostri prodotti e garantire redditi adeguati agli agricoltori. Non potremo mai competere sui costi con i paesi emergenti, ma sulla qualità siamo ineguagliabili. Allo stesso tempo, è indispensabile che gli agricoltori possano contare su un reddito dignitoso, in grado di sostenere le loro famiglie e di mantenere vivo un patrimonio produttivo unico”.  

Il Governatore ha poi richiamato l’attenzione sulle politiche comunitarie: “In Europa si decide gran parte delle sorti dell’agricoltura. È necessario garantire reciprocità nei controlli sui prodotti importati per evitare che i nostri produttori siano penalizzati da standard più severi rispetto alla concorrenza estera”.  

Le eccellenze della Campania

Soffermandosi sulla Campania, De Luca ha ricordato la straordinaria varietà e qualità dei prodotti della regione. “Non puntiamo sui grandi volumi produttivi, salvo il comparto vitivinicolo, ma sulle eccellenze e la varietà produttiva più vasta. Abbiamo affrontato crisi importanti, come quella della Terra dei Fuochi, e stiamo risolvendo problemi storici come la brucellosi, continuando a salvaguardare la qualità delle nostre produzioni”.  

Il presidente ha ribadito l’importanza di valorizzare il territorio e le sue tradizioni. “Il futuro dell’agricoltura dipenderà dalla capacità di promuovere le competenze delle persone e il patrimonio unico dei nostri territori. Solo così potremo garantire un domani sostenibile e prospero per il settore agricolo. Abbiamo un patrimonio enologico davvero straordinario. Sebbene non raggiungiamo le quantità di produzione di altre regioni come l’Emilia-Romagna, la Lombardia o il Piemonte, possiamo vantare prodotti di assoluta eccellenza, sia nei vini bianchi che in quelli rossi. Inoltre, abbiamo la Scuola Enologica di Avellino, che ha formato numerosi giovani e ha prodotto risultati eccezionali, come la Falanghina di Benevento. Siamo andati anche a Vinitaly, dove ognuno ha contribuito singolarmente. Però, dobbiamo comprendere che è necessario sia valorizzare i singoli territori sia presentarsi insieme come regione, altrimenti rischiamo di essere più deboli”.

La tutela dei nostri prodotti prosegue senza sosta ma, per il Governatore, c’è ancora molto da fare: “Stiamo difendendo la nostra posizione e abbiamo deciso di puntare sulla denominazione di origine protetta (DOP). Per garantire la qualità, l’organizzazione e la capacità di commercializzazione, è necessario un impegno concreto. Su questo, abbiamo già fatto dei progressi e continueremo a farlo in futuro, utilizzando anche fondi europei. Per competere sui mercati, è fondamentale affrontare anche il tema dell’innovazione. Come ho già accennato, non abbiamo ancora una normativa che consenta l’uso dei pannelli fotovoltaici per il risparmio energetico, un tema delicato. Possiamo utilizzarli solo in ambito agricolo, ma stiamo lavorando per definire una legge dettagliata. Ovviamente, dovremo discuterne con le associazioni e con i produttori. Le leggi devono essere eque, pensate per tutti, e in alcune aree marginali, come quelle non produttive, inquinate o vicine a strade e aree industriali, potremmo valutare l’uso dell’energia a basso costo per mantenere la vitalità di quei territori. Inoltre, è necessario migliorare l’organizzazione interna. Non dobbiamo lamentarci: abbiamo 400 dipendenti nel settore agricolo e stiamo cercando di ottimizzare il nostro lavoro con i mezzi a disposizione. L’obiettivo è migliorare i processi attraverso la digitalizzazione, ridurre l’uso della carta e accelerare i tempi, introducendo automatismi nelle comunicazioni con i produttori”.

Per quanto riguarda la promozione commerciale, si può fare di più. “Non possiamo concentrarci solo sull’Italia, ma dobbiamo guardare anche ai mercati esteri. Abbiamo prodotti straordinari, che meritano di essere conosciuti a livello internazionale. Utilizzo spesso il paragone con i francesi, che sono sempre molto orgogliosi dei loro vini. Dobbiamo far valere la qualità dei nostri prodotti, senza paura di confrontarci con loro. Abbiamo anche affrontato un problema con gli idraulico-forestali, che da anni aspettavano un’opportunità di assunzione. Abbiamo deciso di non sovradimensionare l’apparato regionale, ma ci siamo comunque fatti carico del problema, impegnando mezzo miliardo di euro per pagare gli stipendi. Abbiamo approvato una legge che permetterà la loro stabilizzazione, il che è una grande soddisfazione”.

Un altro tema delicato, neanche a dirlo, riguarda le forniture idriche. “Negli ultimi anni, nonostante la siccità che ha colpito altre regioni, siamo riusciti a programmare un piano per garantire l’autonomia idrica della Campania, per un importo di quasi 3 miliardi di euro. Abbiamo coinvolto la Regione, l’ente idrico campano e i consorzi di bonifica. Abbiamo pianificato la realizzazione di 12 invasi collinari e il potenziamento della diga di Campolattaro, che servirà per irrigare circa 30.000 ettari di terreno agricolo. Stiamo lavorando per evitare le difficoltà idriche, che potrebbero mettere a rischio il futuro delle nostre produzioni agricole. Non vogliamo trovarci, tra qualche anno, con l’incertezza su come gestire le risorse idriche per i nostri territori”. 

Al tavolo odierno, l’ultimo della cinque giorni dedicata al futuro del comparto agricolo irpino, non poteva mancare il presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania Maurizio Petracca che, soddisfatto per lo svolgimento dell’iniziativa, ha tracciato un bilancio. “Tengo particolarmente a promuovere queste iniziative in Irpinia poiché la vocazione agricola del nostro territorio è predominante. Durante questa settimana abbiamo ascoltato numerose aziende, provenienti da vari ambiti attraverso otto panel di ascolto, uno per ciascun settore. Sono emersi molti suggerimenti e spunti interessanti, che sono stati raccolti dagli uffici e dalla struttura della Direzione Generale”.

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L’iniziativa, volta a perfezionare i bandi e le misure in uscita, nasce con l’obiettivo di rendere più incisivo il sostegno alle realtà agricole del territorio, affrontando le specificità di una regione complessa, con un’orografia spesso impegnativa.

Leggi innovative per il settore agricolo

Tra le iniziative legislative più rilevanti, Petracca ha menzionato la legge sulla castanicoltura, definendola “unica nel suo genere in Italia”. Tale normativa promuove ricerca e sviluppo con una specifica dotazione finanziaria, garantendo al comparto una base solida per affrontare le sfide future.

Un’altra misura fondamentale è la legge sull’enoturismo, che fa dell’Irpinia una delle quattro regioni italiane ad avere una normativa dedicata, con risorse significative per la promozione del settore. A queste si aggiunge la legge sull’olivicoltura, un ulteriore tassello per la valorizzazione delle eccellenze locali.

Una programmazione strategica per il futuro

Negli ultimi anni, la Regione ha concluso una programmazione che ha impegnato risorse per 1,7 miliardi di euro, ma l’attenzione è già rivolta alla nuova fase, che prevede un budget di circa 1,2 miliardi. “La campagna di ascolto che abbiamo avviato serve a perfezionare i bandi e le misure in uscita, così da essere più vicini alle esigenze delle aziende agricole”, ha spiegato Petracca.

Una delle richieste più pressanti emerse dagli agricoltori riguarda la prevenzione del rischio. Le recenti variazioni climatiche hanno messo in evidenza la necessità di investire in misure preventive, anziché limitarsi a fronteggiare le emergenze.

Coniugare tradizione e innovazione

L’agricoltura irpina, definita “eroica” da Petracca, si trova di fronte alla sfida di coniugare tradizione e innovazione. La nuova programmazione destinerà risorse significative alle start-up innovative e all’agricoltura biologica, settori strategici per garantire sostenibilità e competitività.

“In questi giorni sono rimasto colpito dalla grande responsabilità dimostrata dagli agricoltori, che hanno sottolineato la necessità di investire nella prevenzione del rischio più che nell’acquisto di macchinari”, ha concluso Petracca, ribadendo l’impegno della Regione nel sostenere un’agricoltura resiliente, capace di affrontare le sfide del futuro con solide basi e visione strategica.

 



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