Oggi, 21 novembre, l’Arma dei Carabinieri celebra con sentita devozione la sua Patrona, la “Virgo Fidelis”, simbolo di fedeltà, coraggio e abnegazione. In questa giornata, Carabinieri in servizio e in congedo si ritrovano insieme non solo per ricordare il valore che li unisce, ma anche per rinnovare l’impegno che, ogni giorno, li spinge a sacrificarsi per la sicurezza e il bene della collettività. In un mondo che spesso dimentica il valore del sacrificio e dell’onore, il culto della “Virgo Fidelis” rappresenta una costante fonte di ispirazione e di forza per chi indossa con orgoglio la divisa, pronta ad affrontare sfide quotidiane senza mai venir meno ai principi che da sempre caratterizzano l’Arma.
Il momento culminante della celebrazione è stato la Santa Messa officiata dal Vescovo di Aosta, Monsignor Franco Lovignana, nella Chiesa Collegiata dei SS. Pietro e Orso. Una cerimonia che ha visto la partecipazione delle autorità civili, militari e dei rappresentanti delle istituzioni, ma soprattutto un’assemblea di uomini e donne che vivono la missione del Carabiniere come una vocazione, con una fedeltà che non si esaurisce nelle difficoltà, ma cresce con esse.
“Virgo Fidelis”, la Vergine Fedele, è stata invocata per proteggere e guidare l’Arma in ogni sua azione. La sua figura, puramente simbolica e spirituale, è il riferimento per un’istituzione che si fonda su un ideale di protezione della giustizia e della legalità. Ma oggi, in questa giornata di celebrazione, non si parla solo di devozione religiosa, ma anche di un impegno concreto e tangibile. Come ha affermato uno dei presenti durante la cerimonia: “L’Arma dei Carabinieri non è solo un insieme di uomini e donne in divisa, ma una grande famiglia che si preoccupa di ognuno dei suoi membri e dei suoi cittadini, unita dalla stessa passione per il bene comune.”
Un momento particolare della celebrazione è stato dedicato alla commemorazione dell’83° anniversario della battaglia di Culqualber, una delle pagine più eroiche e dolorose della storia dell’Arma. Il 21 novembre 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, il 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè si sacrificò a difesa di un caposaldo strategico in Africa Orientale, affrontando per mesi forze superiori in numero e in potenza. La battaglia di Culqualber non fu solo una resistenza eroica, ma un atto di disperato coraggio che si concluse con la morte dei difensori, ma non con la sconfitta. Come recita la motivazione della seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare conferita alla Bandiera dell’Arma, “deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo.” In queste parole risuona il sacrificio di chi ha messo la propria vita al servizio di un ideale di giustizia, per non cedere mai, nemmeno di fronte alla morte.
“Il sacrificio di Culqualber è il simbolo dell’Arma dei Carabinieri, di una forza che non conosce indietreggiamento, che affronta ogni difficoltà senza mai perdere il senso del dovere,” ha ricordato un commosso oratore durante la cerimonia. Quel sacrificio non solo onora chi l’ha vissuto, ma traccia il cammino per chi oggi, come allora, difende con coraggio la nostra sicurezza.
Accanto a questa commemorazione, è stata celebrata anche la “Giornata dell’Orfano”, un momento che, purtroppo, ricorda il dolore delle famiglie che hanno perso un loro caro, un padre, un marito, un figlio, nell’adempimento del dovere. L’Arma dei Carabinieri non dimentica mai i suoi caduti e, soprattutto, non dimentica le loro famiglie. La giornata è un tributo a tutti quei figli che, per l’amore verso la patria, hanno dovuto affrontare il lutto più doloroso. È un’occasione per rinnovare il legame di solidarietà e vicinanza che lega ogni Carabiniere alla propria famiglia, ma anche all’intera comunità. Come ha detto un ufficiale durante il suo intervento: “Ogni Carabiniere che perde la vita è una perdita per l’intera nazione, ma il suo sacrificio ci spinge a fare sempre meglio, a proteggere sempre di più le famiglie che ci sono vicine.”
In questa giornata di riflessione e preghiera, non è solo la memoria che è stata onorata, ma anche l’impegno del presente. L’Arma dei Carabinieri continua a essere un pilastro insostituibile della nostra sicurezza, a fianco dei cittadini, in ogni situazione, dalle più quotidiane alle più drammatiche. Che si tratti di garantire l’ordine pubblico, di proteggere i più vulnerabili, di intervenire in situazioni di emergenza, l’Arma è sempre pronta. E lo è grazie alla forza, al coraggio, ma anche alla fedeltà, quella stessa fedeltà che la “Virgo Fidelis” rappresenta, quella che fa sì che il sacrificio e il dovere non siano mai dimenticati.
Questa celebrazione della Virgo Fidelis non è solo un’occasione di commemorazione, ma un monito per tutti noi. Un monito che ci ricorda che l’onore e il valore non appartengono solo alla storia, ma continuano a guidare ogni gesto quotidiano di chi, come i Carabinieri, ogni giorno sceglie di servire la collettività con passione e sacrificio.
pi.mi.
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