Intervistato ai microfoni del canale Youtube della Lega Serie A, l’allenatore del Cagliari si racconta: dalla passione per il calcio, al richiamo dell’Isola passando per l’iconica figura di ‘Rombo di tuono’
di Alessandro Fracassi
“L’unico mio obiettivo nel fare questo lavoro è lasciare una parte di me agli altri, sia nelle idee in campo che nelle relazioni individuali”. Sono le parole dell’allenatore del Cagliari, Davide Nicola, intervistato ai microfoni del canale Youtube della Lega Serie A. “In passato – prosegue Nicola – ho detto di sognare di allenare il Cagliari. Cosa ha inciso? Intanto la conoscenza nel tempo di molti amici sardi, qualcuno abita ancora qui in Sardegna, e altri sono venuti ad abitare addirittura dove io ho passato la mia infanzia. Però è stato una sorta di richiamo a convincermi. Per me – spiega l’ex Empoli – è sempre stato intrigante vivere su un Isola dove tutti ti raccontano di un attaccamento particolare verso la propria terra. È un legame speciale, è qualcosa di diverso rispetto al legame solito del continente”.
Nicola: “La Sardegna mi ha sempre affascinato”
“La Sardegna? Questa storia, questa cultura mi ha sempre affascinato”, sottolinea l’allenatore rossoblù che poi elogia il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini: “Non ultimo l’importanza anche del club, la passione del nostro presidente, del quale io devo essere sincero sono rimasto colpito. Giulini è un appassionato incredibile e tutto questo mi ha portato a pensare, ‘chissà come sarebbe rappresentare i tifosi del Cagliari e allenare il Cagliari’. Anno dopo anno questo quesito è rimasto fisso nella mia mente. Io credo fortemente in questo, quando uno si concentra sull’energia, su un desiderio, probabilmente si smuove qualcosa di vero e energetico oppure sono tutte stupidaggini, io non lo so, mi piace comunque pensare così. Sta di fatto che è accaduto e quindi il mio unico obiettivo è quello di dare tutto me stesso, questo è ciò che mi interessa”.
Nicola: “Gigi Riva rappresenta l’orgoglio”
Il tecnico rossoblù ricorda anche Gigi Riva, simbolo incontrastato del Cagliari del presente e del passato: “Gigi qua è qualcosa di tangibile, è un’icona perché rappresenta l’orgoglio, la resilienza e la serietà che ha permesso lui di condurre una vita piena di valori. Io non ho avuto il piacere di frequentarlo però ti accorgi allo stesso modo dell’enorme amore che circonda Gigi Riva. È impressionante. Di questo sono anche felice, perché è la dimostrazione che molto spesso quando qualcuno vuole farti credere che rinunci a possibilità incredibili che sono ritenute di fatto più importanti, di rimando la gente e in grado di dimostrarti che è il resto a contare davvero. Nel caso di Riva – sottolinea Nicola – la gente ricorda la sua storia anche nel tempo a venire, questo è straordinario. Il rispetto verso di lui credo si avverta ad ogni passo che tu fai in Sardegna. Ho avuto il piacere di conoscere Nicola, il figlio, ho parlato poco con lui devo dire la verità, ma mi piacerebbe conoscerlo in maniera più approfondita, ma già solo da come si pone e come parla, ti accorgi che ha avuto alle spalle un grande. Gigi deve essere stato qualcosa di particolare”.
Nicola, l’uomo dei miracoli: “Quando me lo dicono mi faccio una risata”
La salvezza raggiunta con il Crotone, quella incredibile con la Salernitana e, l’ultima, in extremis qualche mese fa con l’Empoli. Nicola è l’uomo dei miracoli? “Mi faccio semplicemente una risata quando vengo chiamato così”, afferma il tecnico del Cagliari. “Mi viene sempre in mente il video di Gianni Agnelli quando diceva con tre principi semplicissimi che non bisogna mai dar particolare attenzione a ciò che gli altri dicono di te, quando lo fai inizi a rammollire; due: non prendersi mai troppo sul serio perché bisogna sempre lasciare aperta la porta del fatto che tutto può essere anche opinabile; tre: la cosa più importante è prendere maledettamente sul serio ciò che si fa impiegando al meglio il proprio tempo. Non ci sono scorciatoie. Il tempo che tu dedichi è direttamente proporzionale secondo me a ciò che ottieni nel tempo. È chiaro che essendo un gioco e quindi avendo una componente anche casuale non tutto è scienza e quindi potrebbe anche succedere che non sempre raggiungi quello che vuoi, ma nel lungo periodo secondo me chi ha una giusta programmazione, una giusta visione, può avere i presupposti per raggiungere obiettivi e gratificarsi”.
Nicola: “Il mio lavoro è sul campo, il resto lo lascio agli altri”
L’allenatore del Cagliari spiega infine quale sia la sua filosofia a 360 gradi: “Nel calcio si hai una visione, si programma attraverso micro successi la possibilità di raggiungere quell’obiettivo lì, sapendo che non sempre riesci ad andare in linea retta, a volte devi zigzagare, ma questo non ti porta ad allontanarti dal traguardo, anzi ti conduce verso nuove informazioni, nuove possibilità, nuove risorse e la cosa importante è che tu non devi mai distoglierti dal focus. Devi sovrapporre la tua visione all’operato che stai facendo. Io di fatto lavoro in campo, tutto il resto lo lascio dire agli altri”.
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