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Uisp Nazionale| Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: cosa può fare lo sport

 

 Il 20 novembre ricorre la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, anche lo sport sociale è in campo. Parla L. Barra

La Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si celebra ogni anno il 20 novembre: per questa ricorrenza l’impresa sociale Con i Bambini ha promosso tre giorni di incontri ed eventi nazionali a Roma dal titolo “Con i bambini cresce l’Italia” dedicati ai temi del contrasto della povertà educativa, organizzati nell’ambito della campagna “Non sono emergenza”. 

Il programma include incontri, seminari e la proiezione del docu-film “Non sono emergenza” prodotto da Con i Bambini: diretto da Arianna Massimi, il film esplora le esperienze di ragazzi e ragazze nella fascia d’età tra i 17 e i 25 anni, affrontando temi delicati come ansia, depressione e bullismo, in un tentativo di dare voce a chi solitamente resta inascoltato. Il 20 novembre diffusi per la prima volta i dati dell’indagine demoscopica Con i Bambini – Demopolis, che ha ascoltato proprio gli adolescenti.
L’iniziativa è rivolta principalmente alla “comunità educante”, nelle sue diverse articolazioni (operatori ed educatori, in azione nelle alleanze educative attivate, dirigenti scolastici e insegnanti, rappresentanti delle fondazioni e degli enti locali, famiglie, operatori della comunicazione e giornalisti, ragazzi e ragazze) con il duplice intento di approfondire e condividere aspetti rilevanti nel lavoro di contrasto al fenomeno della povertà educativa e di rappresentare la complessa e diffusa azione messa in campo dal Fondo. 

I risultati dell’indagine – La diretta dell’evento

“In questi giorni stanno uscendo molte ricerche che analizzano la situazione psicologica e sociale di bambini e adolescenti per costruire un quadro, il più completo possibile, del contesto – dice Loredana Barra, responsabile politiche educative e inclusione Uisp – I dati non sono confrortanti, ci pongono di fronte alle assenze e ai silenzi degli adulti. A proposito di ciò lo sport non va visto nella sua accezione prestativa ma per il suo valore educativo, come ci ricordano le evidenze scientifiche che dimostrano i benefici dello sport per le persone minorenni. Lo sport deve essere visto come strumento di prevenzione di alcune patologie e aiuto nel combattere le disuguaglianze sociali. Ma non solo. Bisogna considerare anche l’impatto psitivo sulle relazioni sociali e il miglioramento dell’empowerment personale”.

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“Poco più di un anno fa lo sport è entrato in Costituzione grazie alla modifica dell’articolo 33, che riconosce il valore sociale e educativo e di promozione del benessere psicofisico – aggiunge Barra – Nonostante la tutela costituzionale, in Italia un bambino su cinque di età fra i 6 e i 10 anni non pratica sport e nel 30% dei casi le ragioni sono di tipo economico. Insomma, lo sport per molti bambini e bambine è un vero e proprio lusso. L’abbandono sportivo aumenta in maniera esponenziale e con lui il numero di giovani sedentari che hanno problemi di obesità e sovrappeso. Tra i motivi dell’abbandono è stato evidenziato un eccessivo stress causato da un’attività troppo competitiva, quindi dobbiamo proporre uno sport che sia per tutti e che tenga conto dei bisogni di tutti”.

Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è nato nel 2016 grazie ad un protocollo di intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, con terzo settore e Governo ed è destinato “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”. Per attuare i programmi del Fondo è stata costituita l’impresa sociale Con i Bambini, un’organizzazione senza scopo di lucro nata nel giugno 2016 e interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud. Attraverso bandi e iniziative, Con i Bambini ha avviato circa 800 cantieri educativi in tutta Italia, che coinvolgono più di mezzo milione di bambini e ragazzi insieme alle loro famiglie, mettendo in rete oltre 9.500 organizzazioni, tra terzo settore, scuole, enti pubblici e privati rafforzando le “comunità educanti” dei territori. I progetti sono stati sostenuti complessivamente con oltre 466 milioni di euro.

“I giovani però non sono solo emergenza – aggiunge Barra – sono anche quelli che si preoccupano per il cambiamento climatico, infatti, sono il doppio della popolazione i giovani che prendono parte ad associazioni ambientaliste, per i diritti civili e per la pace. Allo stesso tempo risulta in crescita il numero di giovani che prestano attività gratuite in associazioni di volontariato. Al netto di diritti ancora negati, 6 giovani su 10 esprimono un giudizio positivo sulle proprie prospettive future e questo ci deve guidare rispetto alla comprensione profonda della condizione giovanile, partendo dal loro punto di vista. Un’altra storia si potrebbe scrivere dando loro la possibilità di esprimere le loro idee senza paura, in modo che noi adulti possiamo ascoltarle e accompagnarli verso la civiltà che vogliono e che vorremmo. E questo si può fare solo assumendo la loro prospettiva, per migliorare la loro condizione e quella del nostro Paese”.

La Giornata ricorre a 1000 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina: da allora è nato più di mezzo milione di bambini, e molti di loro non conoscono altro che un mondo di violenza, bombardamenti e separazioni familiari. È quanto emerge dalla nuova analisi di Save the Children pubblicata alla vigilia della Giornata mondiale dell’infanzia. I bambini nati in guerra sono esposti a rischi immediati dovuti alla mancanza di assistenza sanitaria adeguata, di acqua potabile e di nutrizione, nonché all’interruzione dell’allattamento al seno e della cura della prima infanzia.

“Questa giornata è importante per aprire una riflessione su quale strada percorrere dal punto di vista concreto per tutelare i diritti dei più piccoli – dice la responsabile delle Politiche educative e inclusione Uisp – Il primo pensiero va ai bimbi che si trovano nelle zone di guerra, che tutti i giorni muoiono sotto le bombe. Non possiamo pensare alla tutela dei bambini solo in questa giornata, ma dobbiamo mobilitarci con iniziative nell’arco di tutto l’anno. Anche nel nostro Paese c’è bisogno di intervenire sui diritti dei bambini, che hanno bisogno di essere curati, assistiti, di avere dei genitori, di avere una casa, di avere un’istruzione, in poche parole di avere pari opportunità. Nascere nella parte sbagliata del mondo o nel quartiere sbagliato di una città non può essere un limite alla tutela dei diritti”. 

Lo stress e i traumi subiti dai genitori nelle zone di conflitto possono avere un forte impatto anche sul loro sviluppo a lungo termine e sulla loro salute mentale. Secondo l’Armed Conflict Location and Event Data (ACLED), dal 24 febbraio 2022 in Ucraina ci sono stati più di mille attacchi contro i civili. Le città e le comunità in prima linea sono state ridotte in macerie e gli allarmi per i raid aerei possono scattare più volte al giorno in tutto il Paese. Solo nell’ottobre 2024, la capitale Kiev è stata attaccata 20 volte. Negli ultimi mesi si è registrato un aumento significativo delle vittime civili, molte delle quali causate dall’uso di armi esplosive in aree densamente popolate. I bambini, compresi i neonati, hanno continuato a essere uccisi e feriti con una frequenza allarmante. Un altro grave rischio per la vita dei neonati e delle loro madri sono gli attacchi alle strutture sanitarie: negli ultimi mille giorni, ne sono stati accertati 1.800, pari a più di una struttura sanitaria attaccata ogni giorno. Nel luglio 2024, il più grande ospedale pediatrico dell’Ucraina è stato bombardato, ferendo e uccidendo 144 persone tra bambini e adulti.

“In 1.000 giorni di guerra in Ucraina, le bambine e i bambini sono stati uccisi e mutilati, si sono visti strappare via la loro infanzia, hanno perso i loro cari e i loro amici, hanno dovuto fuggire dalle loro case nel buio della notte e hanno sopportato innumerevoli ore rifugiandosi in corridoi, scantinati e metropolitane. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile e il mondo deve fare di più per fermare questa violenza senza fine contro i bambini – ha dichiarato Sonia Khush, direttrice di Save the Children in Ucraina – Domani ricorre la Giornata mondiale dell’infanzia, un momento in cui dovremmo celebrare i bambini e i loro diritti, compreso quello alla sicurezza, al cibo, all’acqua, all’assistenza sanitaria e all’istruzione. Eppure oggi, in Ucraina e nel mondo, i diritti dei bambini vengono costantemente violati. I bambini in Ucraina hanno bisogno del sostegno della comunità internazionale, ora più che mai. Il mondo deve farsi avanti e garantire che la risposta umanitaria sia completamente finanziata e volta a sostenere la ripresa a lungo termine di questa generazione. Le parti in conflitto devono porre fine ai terribili attacchi ai civili e alle gravi violazioni contro i bambini”.


pubblicato il: 20/11/2024 | visualizzato 3 volte

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