Il Movimento 5 Stelle ha proposto il ripristino del Reddito di cittadinanza nel 2025 e l’introduzione di un salario minimo a 9 euro lordi.
Con due emendamenti alla Legge di Bilancio 2025, i Cinquestelle vogliono così ridurre le disuguaglianze e a garantire maggiori tutele per lavoratori e famiglie in difficoltà.
Resta però il nodo delle risorse, non sufficienti, e dei costi, tali da sollevare dubbi e interrogativi tra maggioranza e opposizioni.
In questo articolo vi spieghiamo cosa prevede la proposta del M5S di reintrodurre il Reddito di cittadinanza nel 2025 e quella, presentata insieme ad altri partiti, di stabilire il salario minimo a 9 euro lordi.
REDDITO DI CITTADINANZA NEL 2025 E NEL 2026, LA PROPOSTA M5S
Il Movimento 5 Stelle con un emendamento alla Legge di Bilancio 2025 propone di reintrodurre il Reddito di cittadinanza per gli anni 2025 e 2026. La misura, definita “fondamentale per contrastare povertà ed esclusione sociale”, prevede una spesa complessiva di 12 miliardi di euro per ciascuno dei primi due anni, riducendosi gradualmente a 4,4 miliardi nel 2027 e 3,8 miliardi nel 2028. I fondi sarebbero presi da un nuovo capitolo di spesa previsto nelle risorse del Ministero dell’Economia.
Secondo il M5S, le misure che hanno preso il posto del Reddito di Cittadinanza dal 2024, ossia l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro, non garantirebbero aiuti sufficienti a chi è in difficoltà. Da qui l’idea di reintrodurre questa forma di sostegno per chi si trova in condizioni di disagio economico.
SALARIO MINIMO A 9 EURO, LA PROPOSTA DELLE OPPOSIZIONI
Le opposizioni, con in testa sempre il M5S, hanno anche rilanciato – con un emendamento ad hoc alla Legge di Bilancio 2025 – la proposta di un salario minimo fissato per legge a 9 euro lordi all’ora. La misura – già spiegata in questa guida – mira a garantire una retribuzione dignitosa per tutti i lavoratori, con particolare attenzione ai settori meno tutelati.
Il salario minimo sarebbe inserito nei CCNL con il divieto di scendere sotto la soglia prevista. Per mitigare i maggiori costi per le imprese, la proposta di legge ipotizza anche degli incentivi fiscali a carico dello Stato.
I “NODI” ECONOMICI SULLE PROPOSTE M5S
Gli emendamenti sul salario minimo e il Reddito di cittadinanza rischiano però ad oggi di essere bloccati per via della sostenibilità economica delle misure.
In particolare, secondo il Governo Meloni, il ripristino del Reddito di cittadinanza per il 2025 e il 2026 comporterebbe un notevole impegno finanziario, con ingenti risorse che lo Stato dovrebbe destinare per garantire la copertura della misura. Tuttavia, tali risorse non possono essere “impegnate” nella Legge di Bilancio 2025, dato che l’attuale situazione del Paese richiede un’allocazione oculata dei fondi, limitando la possibilità di investire in interventi di questo tipo.
Analogamente, il tema del salario minimo presenta problematiche simili e, sempre secondo l’Esecutivo, solleva preoccupazioni anche tra i datori di lavoro, soprattutto in alcuni settori caratterizzati da margini di profitto ridotti. In questi ambiti, l’aumento dei costi salariali potrebbe non andare incontro agli interessi delle imprese.
Solo il dibattito in Parlamento, però, potrà definirne con certezza il futuro delle misure proposte dal M5S. Non appena si avranno novità in merito, vi faremo sapere.
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E a proposito di novità al vaglio del Governo, vi invitiamo a leggere la nostra guida alla Legge di Bilancio 2025, aggiornata con tutte le proposte e le nuove misure che potrebbero essere introdotte il prossimo anno.
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