Oristano
Pubblicato il report 2024 del quotidiano economico. Peggiora la sicurezza, con 24 posizioni in meno
Penultima per la categoria “popolazione”; 101° posto su 107 per i servizi legati alla salute; 104° posto per il turismo; e ben 24 posizioni in meno rispetto allo scorso anno sul tema della sicurezza.
Non è un quadro lusinghiero quello tracciato sulla provincia di Oristano dal quotidiano economico, politico e giuridico ItaliaOggi nella nuova classifica sulla Qualità di vita 2024 nel Bel Paese.
In collaborazione con l’Università “La Sapienza di Roma”, il report sulle 107 province è giunto al suo 34° anno e analizza ben 92 indicatori, suddivisi nelle nove macro-categorie “Affari e lavoro”, “Istruzione”, “Popolazione”, “Reati e sicurezza”, “Reddito e ricchezza”, “Salute”, “Sicurezza sociale” e “Turismo e cultura”. Come precisato dal quotidiano, alla provincia con il migliore piazzamento vengono assegnati 1000 punti, alla peggiore zero: le aree vengono dunque suddivise nei quattro gruppi “Buona”, “Accettabile”, “Discreta” e “Insufficiente”.
È così che Oristano si è guadagnata un’insufficienza con soli 243 punti e l’89° gradino della classifica, recuperando tuttavia due posizioni rispetto allo scorso anno.
Il risultato peggiore si registra nella categoria “Popolazione”, con un punteggio di 26 punti, che vede dietro l’Oristanese solamente il Sud Sardegna, rientrando così nel 50% totale dei territori sotto la media. Guardando alla natalità si registra solamente una media di 0,92 figli per donna, mentre la mortalità schizza a 13,7 decessi ogni mille abitanti.
Altro dato scoraggiante per la categoria “Salute” con soli 328 punti: nonostante la risalita di tre posizioni rispetto alla classifica 2023, la provincia rimane nel fanalino di coda, al 101° posto. Hanno fatto peggio Vibo Valentia, il Sud Sardegna, Fermo, Gorizia, Barletta-Andria-Trani e la provincia di Monza e della Brianza. I posti letto ogni 100 mila abitanti sarebbero solo 13.09.
Nel settore “Turismo”, l’Oristanese si ferma al 104° posto, con soli 152 punti. Hanno fatto peggio della nostra provincia solamente Enna, Lodi e Reggio Calabria.
Il posizionamento migliore per Oristano in tutta la classifica è nella categoria “Sicurezza” (che comprende i tassi di reati e la sicurezza sociale), dove ha registrato un buon 35° posto, nonostante le 24 posizioni perse rispetto allo scorso anno, il calo peggiore tra tutte le aree prese in considerazione. Con uno sguardo alle sottocategorie dei reati contro la persona e quelli contro il patrimonio, si registrano valori rispettivamente del 19,26 e 92,54 ogni 100 mila abitanti.
Una risalita di 9 posizioni, invece, per la categoria “Ambiente”, con un punteggio di 421 e il 68° posto nella classifica di categoria. ItaliaOggi ha stimato una densità percentuale del verde urbano nel capoluogo pari al 2,1.
Anche nel settore “Lavoro” la risalita è di 9 posizioni, facendo arrivare l’Oristanese al punteggio di 523 e la posizione numero 77 su 107: nello specifico è stato rilevato, per esempio, un tasso di occupazione tra i 15 e 64 anni del 56,12%, mentre quello di disoccupazione si attesta all’8,11%.
Per la categoria “Reddito” si scende di quattro posizioni rispetto all’anno scorso, collocando la provincia al 79° posto con 362 punti. Tra gli indicatori presi in considerazione, il prezzo al metro quadro degli immobili, che nell’Oristanese arriva a 1.049 euro.
Concentrandosi sulla qualità dell’istruzione, la provincia si colloca all’88° posto della graduatoria con 274 punti. Guardando alla fascia d’età tra i 25 e 64 anno è stata registrata una percentuale di diplomati pari al 48,5% della popolazione, mentre quella dei laureati scende al 24,2%.
“Quest’anno la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 62 province su 107, in lieve flessione rispetto agli ultimi tre anni: erano 63 nel 2023, 64 nel 2022 e 63 nel 2021. La maggior parte di queste è localizzata nel Nord Italia, con qualche eccezione – è il caso della Toscana, dell’Umbria, delle Marche e del Lazio”, si legge su ItaliaOggi.
“C’è una tendenza che prosegue dal post-pandemia ed è il lento miglioramento dei punteggi delle grandi aree urbane del Centro e del Nord Italia. Tendenza ben rappresentata dal 1° posto di Milano, dalla presenza in top 10 di Bologna e Firenze, ma anche dalle performance di Torino (23ª) e Roma (24ª), che scalano una decina di posizioni rispetto al 2023”, ha concluso il quotidiano nelsuo report. “A contribuire maggiormente al percorso di crescita sono state le categorie “Salute” e “Sicurezza Sociale”: con in testa Bologna e Roma, le metropoli del Centro e Nord Italia sono migliorate in questi due macro-ambiti, nonostante non siano tutte tra le top 30. Le grandi città rimangono invece in fondo alla classifica nel caso di “Reati e sicurezza”, con Milano addirittura penultima davanti a Rimini, mentre la migliore è Torino alla 99esima posizione. Le altre categorie dove le metropoli non brillano sono “Affari e lavoro” e “Reddito e ricchezza”: Milano e Roma sono le peggiori con 20 e 12 posizioni perse; a influire maggiormente sul punteggio di entrambe, è stato l’alto costo degli immobili al metro quadro, l’aumento dei prezzi dei beni di consumo e il peggioramento del tasso di disoccupazione”.
Martedì, 18 novembre 2024
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