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Guerra Mondiale: siamo a un passo


Esteri

di Ernesto Ferrante





Dopo gli attacchi in Russia con missili Usa e la nuova dottrina nucleare di Putin aumenta il rischio di un’escalation e di una guerra Mondiale

Nel millesimo giorno di guerra in Ucraina, Kiev ha usato per la prima volta missili a lungo raggio americani per colpire il territorio russo, dopo il via libera arrivato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “Per la prima volta, ha riferito una fonte informata vicina alle forze di difesa di Kiev citata da Rbc-Ukraine, abbiamo usato gli Atacms per colpire il territorio russo. L’attacco è stato condotto contro un obiettivo nella regione di Bryansk, che è stato colpito con successo”.
L’utilizzo di tali vettori contro la Federazione russa potrebbe portare ad una risposta nucleare sulla base della nuova dottrina firmata da Vladimir Putin, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, illustrando il documento in cui si afferma che Mosca ha ampliato la lista dei criteri richiesti per replicare nel modo più duro possibile. Ora questi includono “un’aggressione da parte di un Paese non nucleare ma con la partecipazione di una potenza nucleare”. La dottrina nucleare aggiornata, anticipata dal presidente Vladimir Putin già lo scorso settembre, considera questo un “attacco congiunto”. Peskov ha affermato che “l’operazione militare contro Kiev” andrà avanti fino al raggiungimento degli “obiettivi fissati”. E l’aiuto degli occidentali “non potrà avere effetti sul risultato”.
Il conflitto in Ucraina è stato l’argomento centrale anche della riunione del Consiglio dell’Unione europea tra i ministri della Difesa dei Ventisette. Per Mark Rutte, segretario generale della Nato, impedire a Putin di prevalere “è così cruciale” perché “una Russia rafforzata sul nostro confine, che avrà guadagnato in termini di massa terrestre e capacità militare, non si fermerà lì”. “Ne sono assolutamente convinto”, ha aggiunto il successore di Stoltenberg.
A Bruxelles, Rutte, ha chiesto anche più “segretezza” a tutti. “Sono sempre stato dell’idea” che è preferibile “non parlare troppo di quello che facciamo e di quello che non facciamo” sul piano militare, ha sottolineato l’olandese. Ribadita la “flessibilità” dell’Alleanza atlantica rispetto ai permessi accordati agli ucraini: “La Nato ha sempre detto che, quando gli Alleati consegnano sistemi d’arma all’Ucraina, è meglio non porre restrizioni”, ma “sta ai singoli alleati decidere che cosa fare. Al momento vediamo un’escalation della guerra, con il coinvolgimento della Corea del Nord. Sta agli alleati decidere cosa fare, ma direi, in generale, che è meglio non comunicare troppo, per non rendere i nostri avversari più informati del necessario”.
I Paesi europei sono pronti ad assumersi “maggiori responsabilità” militari con l’Ucraina nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero ridurre le proprie, in seguito all’elezione di Donald Trump. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, al termine di una riunione a Varsavia con i colleghi di Francia, Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Ue.
Nel comunicato congiunto adottato nella capitale polacca, i ministri del cosiddetto “Triangolo di Weimar” (Francia, Germania e Polonia), allargato a Italia, Spagna e Regno Unito hanno fatto sapere di “ritenere imperativo intensificare ulteriormente il nostro sostegno militare, economico e finanziario all’Ucraina, accogliendo al contempo con favore il prestito del G7 di 50 miliardi di dollari per garantire all’Ucraina risorse sufficienti per il prossimo anno”.
La scelta degli Usa di inviare missili a lungo raggio all’Ucraina è una “risposta all’aggressività senza precedenti da parte della Russia, peraltro alla vigilia di un G20 a cui la Russia partecipa. L’Italia ha fatto un’altra scelta, siamo concentrati da sempre sul tema della difesa antiaerea, ovviamente comprendo il punto di vista di altre nazioni”. Così la premier Giorgia Meloni, in un punto stampa a Rio de Janeiro, a margine dei lavori del G20. Meloni, incalzata dai cronisti, ha assicurato che Roma “sarà al fianco” di Kiev “finché ci sarà una guerra”. Per la premier, occorre fare “tutto il possibile per non divaricare il fronte occidentale”.


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