Rotta sul Mezzogiorno. E ormai si è capito che non è solo un modo di dire. Anche il sistema del credito rafforza la sua presenza nell’area del Paese che più delle altre, negli ultimi anni, ha mostrato dinamismo d’impresa, capacità di export e sviluppo occupazionale. «Se l’Italia è uscita meglio degli altri partners europei dall’emergenza Covid lo deve soprattutto all’enorme capacità di adattamento delle sue imprese ai mutati scenari geopolitici che oggi, in particolare per il Sud rappresentano un’enorme occasione di crescita. Per moltissime corporate, quest’area del Paese può diventare sempre più attrattiva», dice con molta chiarezza Giampiero Maioli, amministratore delegato di Crédit Agricole Italia e Senior Country Officer, che ieri a Napoli insedia il nuovo Comitato Territoriale della Banca, al servizio del tessuto economico e sociale della Campania.
Il Mezzogiorno che diventa sempre più centrale nelle strategie di Crédit Agricole Italia (52 strutture complessive nella regione, quasi 500 collaboratori al servizio di oltre 167mila clienti e oltre 400 mutui erogati nel primo semestre 2024 per complessivi 50 milioni di euro) è anche l’annuncio di un nuovo hub dell’innovazione, sempre a Napoli, al servizio delle aziende e delle startup della Campania (dovrebbe essere operativo il prossimo anno). Poche settimane fa ne è stato inaugurato uno a Catania, “Le Village by CA della Sicilia”, con 21 start up, a conferma del fatto che la rotta sul Mezzogiorno è già una certezza nelle strategie di sviluppo della Banca.
L’impegno
La formula, di sicuro, funziona. Il Villaggio campano opererà in sinergia con la rete dei Village di Crédit Agricole, nata a Parigi nel 2014 e attualmente composta da 45 sedi nel mondo. In Italia, l’ecosistema dell’innovazione della Banca è presente a Milano, Parma, Padova, Sondrio e Catania, conta 190 startup accelerate, oltre 80 aziende partner e più di 175 abilitatori tra Università, Parchi scientifici e altri stakeholder. «Obiettivo del progetto Le Village – informa il Gruppo bancario – è di accelerare lo sviluppo delle giovani startup innovative e favorire i percorsi di innovazione delle aziende corporate del territorio attraverso la condivisione. Da qui lo slogan “Collaborare per innovare”. Le startup – che devono essere costituite da meno di cinque anni, avere un fatturato superiore ai 25mila euro ed avere almeno un prodotto “maturo” sul mercato – vengono inserite in un programma di accelerazione del business, supportate nelle azioni di fundraising, favorite nell’accesso ai mercati internazionali, ospitate in appositi spazi con la possibilità di avvalersi delle competenze di mentor e percorsi di formazione ad hoc».
Napoli e la Campania, che sono da tempo al vertice nazionale delle aree a crescita più intensiva di start up innovative, sono il terreno ideale per incentivare lo sviluppo dell’innovazione. Qui, come dimostrato ormai da tutti gli Osservatori economici, il rapporto tra imprese, mondo del credito e saperi universitari ha generato un ecosistema favorevole che, sia pure lentamente, sta facendo argine alla fuga dei cervelli e dando ragione a chi è impegnato ogni giorno a dimostrare che il cambio di paradigma nella narrazione del Sud è già nei fatti. Lo ribadisce anche ieri Roberto Napoletano, direttore del Mattino, in un confronto di idee e analisi con i componenti del Comitato territoriale di Crédit Agricole, presenti lo stesso Maioli e l’assessore comunale al Lavoro Chiara Marciani, dal quale emergono con forza la voglia delle imprese di far sentire la loro voce nelle dinamiche di sviluppo dei rispettivi territori e al tempo stesso il valore aggiunto della collaborazione istituzionale.
La sensazione scaturita dal tavolo è che si stia finalmente remando tutti dalla stessa parte o almeno che c’è disponibilità a farlo, cogliendo in pieno il valore dell’indiscutibile trasformazione di Napoli. Sui temi della vivibilità quotidiana, ad esempio, con Maioli che candida Crédit Agricole a mettere a disposizione una navetta per i collegamenti su gomma tra il centro della città e Capodimonte, e Marciani che ringrazia e ricorda come il Comune abbia in cantiere una serie di iniziative meritevoli di sostegno, come il Progetto per i quartieri dell’innovazione. «La Campania negli ultimi 5 anni ha compiuto un salto in avanti notevole anche se non sempre riconosciuto e raccontato» dice Michele Nappi, imprenditore dolciario di quarta generazione e primo presidente del Comitato Territoriale di CA. «Bisogna riuscire ad attrarre sempre più i talenti» gli fa eco Sabrina Sada, imprenditrice di quinta generazione del settore packaging mentre Luigi Rapullino, patron del gruppo siderurgico Sideralba, ricorda come l’impegno del Governo per il Sud sia molto concreto al punto che grazie al Pnrr anche attese infinite, come il collegamento tra l’area di Acerra in cui opera l’azienda e la rete ferroviaria nazionale, siano destinate a finire.
Testimonianze significative arrivano anche da Antonio Capaldo, amministratore di Feudi San Gregorio, Monica Vitobello, titolare e manager di Eletrovit del settore elettrico, Mariangela Affinita, amministratore e patron di Sapa, azienda leader dell’automotive della Vale Caudina, Antonio Bruno, amministratore di Bruno Agricoltura, Enrico Amico, titolare dell’omonima azienda di agricoltura biologica e biodinamica e Vincenzo Coccorese, docente di Ingegneria Elettronica alla Federico II e punto di riferimento per progetti consortili di innovazione capaci di coinvolgere anche sei atenei, non solo della Campania.
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