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Cosa farà Michele de Pascale in Emilia-Romagna: «Le priorità sanità pubblica, stop all’autonomia differenziata e alluvione»


di
Francesco Rosano

Il neopresidente eletto e i primi punti del programma. «Dedicherò l”80% del tempo alla valorizzazione della sanità pubblica, dobbiamo essere la regione che guida questo movimento. Così la riforma Calderoli non funziona e chiederò di essere commissario per la ricostruzione»

La sanità come trincea da cui non indietreggiare: «L’Emilia-Romagna vuole essere la guida di un movimento nazionale a difesa della sanità pubblica». La battaglia contro l’autonomia regionale differenziata, messa in soffitta dopo la riforma Calderoli: «Mi batterò perché ci si fermi». E poi il pressing per un patto repubblicano sul post alluvione con Giorgia Meloni: «La presidente del Consiglio è impegnata in un’importante missione internazionale, ma spero che non appena sarà di ritorno ci si possa vedere attorno a un tavolo». 

Dopo il voto che lo ha indicato come nuovo presidente della Regione, in attesa di assumere entro un mese la piena guida di Viale Aldo Moro, Michele de Pascale traccia i primi passi del mandato che verrà. Tra battaglie identitarie e una sfida aperta al governo sulla ricostruzione: «Io sono pronto ad assumermi il ruolo di commissario. Vanno bene i complimenti, i tweet e i convenevoli — dice dopo le congratulazione social di Meloni — ma poi bisogna passare ai fatti».




















































Per il sindaco dimissionario di Ravenna, nel 2011 vittima di un incidente stradale che poteva costargli la vita, il primo punto da cui partire è la difesa — senza se e senza ma — della sanità pubblica. «Sono vivo grazie al servizio sanitario regionale. Potermi battere per quello dell’Emilia-Romagna per me è un onore immenso e mi sembra di poter restituire una parte di ciò che ho ricevuto», dice de Pascale che promette di dedicare alla sanità pubblica «l’80% del mio tempo». 

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«Prima di fare 1 euro di tagli andremo a cercare ogni risorsa straordinaria in ogni armadio, in ogni fondo di bilancio e in ogni residuo. Vogliamo ingaggiare una battaglia nazionale sulla sanità pubblica, è uno dei temi su cui l’Emilia-Romagna serve al Paese», rivendica il successore di Stefano Bonaccini che in campagna elettorale ha promesso un’autoriforma del settore condivisa con gli operatori del settore: «Con loro vogliamo rafforzare il sistema sanitario regionale, non ci rassegniamo a passare da essere i migliori a essere i meno peggio».

L’altro fronte caldo è quello dell’autonomia differenziata. «Consiglierei a tutti di fermarsi. Spero che non solo i rilievi della Corte costituzionale, ma anche i dati dell’affluenza facciano riflettere i miei colleghi presidenti», ragiona il neopresidente che si dice preoccupato da «una Repubblica che vuole continuare ad accentrare funzioni su un livello istituzionale che al voto ha i livelli di partecipazione più bassi». 

Un dato confermato anche dall’affluenza alle urne emiliano-romagnole, scesa di 21 punti rispetto alle Regionali 2020. «Non capisco perché spostare ancora funzioni dallo Stato alle Regioni, creando 20 “staterelli” con leggi diverse. Da presidente — promette de Pascale — mi batterò perché ci si fermi»

Sulle alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna nell’ultimo anno e mezzo, intanto, il neo governatore non smette di bussare alla porta del governo.

«È finita per me la fase dello scontro, deve iniziare quella del lavoro, ma servono due sponde: serve che il governo cambi atteggiamento e si porti questo tema solo nella filiera istituzionale. I partiti, la polemica politica, se ne devono tenere fuori», insiste de Pascale che spera di incontrare «nelle prossime ore» la presidente del Consiglio di ritorno dal G20 in Brasile. 

«La gente non dorme la notte a ogni allerta meteo, serve uno scatto di dignità di tutte le istituzioni. Se ogni sera devo accendere la tv e sentire la sequela di insulti che riceviamo andiamo poco lontano». Il neo presidente è pronto a convocare al più presto le forze sociali riunite dal Patto per il lavoro e per il clima. 

«Sto verificando se sia possibile farlo anche prima dell’insediamento dell’Assemblea legislativa», atteso entro metà dicembre insieme alla giunta: «Ho scoperto che abbiamo tempi più brevi degli Stati Uniti — ironizza — farò prima di Trump».

20 novembre 2024



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