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Bisognerà ancora attendere per l’ufficialità. Il Giro d’Italia 2025 si svelerà a gennaio, a meno di quattro mesi dalla grande partenza prevista in Albania il 9 maggio. E anche in questo caso i più cauti non abbandonano l’uso del condizionale: ci sono tuttora questioni aperte quali i problemi logistici ed economici tra il governo albanese e RCS Sport.

I paesi che vogliono ospitare qualche tappa, attirando pubblico e visibilità, pagano la società che organizza il Giro ma questa volta la partenza dall’Albania è diventata un caso diplomatico.

C’entrerebbero perfino i centri per migranti costruiti dall’Italia in Albania e i soldi chiesti da RCS, troppi. E ancora il fatto che le autorità albanesi si erano infastidite per i toni con cui la stampa italiana aveva raccontato l’Albania, in un contesto sempre più politicizzato per la questione dei centri.

Insomma un bel casotto. Oltre poi al contratto con lo sponsor principale ENEL, dal valore di sette milioni di euro, che scade nel 2024 e del cui rinnovo si sta discutendo. Il paradosso pertanto vuole che la Corsa Rosa sarà l’ultima a presentare il suo itinerario, pur essendo la prima a disputarsi, in cui momento in cui il Tour de France ha già presentato il suo percorso e la Vuelta a España lo farà il 19 dicembre.

Ad oggi si ragiona per indiscrezioni e per quel che trapela da ambienti vicini all’organizzazione. Per quanto si apprende dovrebbero essere due le prove a cronometro inserite, con arrivi prestigiosi in quota quali quello di Bormio, con probabile passaggio sui tornanti dello Stelvio, e la penultima tappa di Sestriere. Dovrebbero tornare nel percorso anche il Monte Berico e un via da Rovigo a distanza di 79 anni dall’ultima volta, quindi ascese suggestive quali il Monte Grappa e il MottaroneGran finale il 1 giugno con il traguardo di Roma che ormai ha definitivamente soppiantato quello storico milanese.

In attesa che giugno restituisca al calendario internazionale la 57esima edizione del Giro della Campania under 23, l’edizione numero 108 del Giro dovrebbe far visita alla nostra terra il 15 maggio, data della sesta tappa che porterebbe il plotone da Potenza al lungomare di Napoli, divenuto uno degli arrivi più suggestivi e ambiti del calendario mondiale professionistico. In quell’occasione la Corsa Rosa attraverserebbe l’intera provincia di Salerno, due anni dopo la frazione che si concluse sotto la pioggia nel capoluogo con la volata vincente dell’australiano Kaden Groves.

Dal Vallo di Diano il tragitto punterà alla Piana del Sele, quindi da Salerno in picchiata verso Cava de’ Tirreni e l’Agro Nocerino per poi arrivare a Scafati e prendere la via che conduce al Vesuvio e a Napoli. Si prevede una frazione movimentata, con tanti scenari apertissimi e dal finale arroventato. Erano state valutate altre località salernitane come sedi di partenza o arrivo. Tra queste, Capaccio Paestum era stata suggerita come punto di partenza della sesta tappa, per collegare idealmente i templi greci con Pompei.

L’arrivo vittorioso a Salerno di Kaden Groves nel 2023

Per gli amanti dell’amarcord Napoli ebbe modo di vivere il 12 giugno 1968 una giornata speciale, quando per la prima e ultima volta ospitò la tappa conclusiva del Giro d’Italia. Era domenica e pioveva senza sosta alcuna. Si partiva da Chieti per Napoli, 235 chilometri faticosissimi da affrontare.

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Napoli in quel 12 maggio segnò la rivoluzione pedalata del 1968, quando Eddy Merckx sulle Tre Cime di Lavaredo si incise sulla pelle l’etichetta di Cannibale e nel velodromo dell’Arenaccia, sotto una pioggia da primavera belga, conquistò il suo primo Giro d’Italia. Ne avrebbe poi vinti altri quattro nel 1970, 1972, 1973 e 1974. Il suo pettorale era il 21, lo stesso numero che Armstrong avrebbe indossato anni dopo per il suo ultimo Giro.

In quanto ai grandi nomi intenzionati a partecipare all’edizione 2025 del Giro d’Italia, pare al momento certo solo quello di Jonas Vingegaard mentre Remco Evenepoel e Tadej Pogačar attendono di conoscere il percorso. Visto il clima di grande incertezza che regna, il campione sloveno potrebbe optare per la Vuelta, decidendo di non difendere la vittoria strepitosa dello scorso maggio. Al via potrebbe esserci anche Egan Bernal, classe 1997 che è tutt’oggi l’ultimo corridore della formazione britannica di una Ineos Grenadiers ancora in alto mare e lontana dai fasti del secondo decennio degli anni 2000, ad aver vinto un Grande Giro.

Il 27enne di Bogotà, che due anni fa ebbe un incidente drammatico in bici per il quale va ritenuto un miracolato, ha l’obbiettivo di raggiungere la tripla corona. E per riuscirci ha bisogno della Vuelta a España, ma il ritorno sulle strade italiane potrebbe avere un significato doppiamente importante per il corridore sudamericano che nelle file della Androni Giocattoli di Gianni Savio proprio sulle nostre strade si impose all’attenzione mondiale. 

Per quanto riguarda i nostri colori il 2025 non sarà soltanto l’anno della sfida dei tre big, Tadej Pogacar, Remco Evenepoel e Jonas Vingegaard, ma si spera segni la consacrazione di Antonio Tiberi, che soltanto due mesi fa ha vinto il Giro di Lussemburgo, dopo essersi fermato sul più bello alla Vuelta alla nona tappa, da quinto in classifica. Così come quinto e primo tra i giovani ha chiuso a maggio il Giro 2024.

Tutti gli occhi saranno puntati su di lui, così come l’ambizione italiana di riavere una classifica ambiziosa nelle grandi corse a tappe.





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