I risultati delle urne in Emilia-Romagna, per la capogruppo di Fratelli d’Italia il miglior risultato della coalizione: 14 mila preferenze
Già capogruppo in Regione e capolista, a Bologna, per Fratelli d’Italia, è Marta Evangelisti (detta Marta, come è diventato di moda dire dopo le elezioni Europee con Giorgia Meloni detta Giorgia) la candidata ad aver incassato in queste elezioni Regionali il maggior numero di preferenze nella coalizione di centrodestra a supporto di Elena Ugolini: circa 14 mila, un’enormità di voti che l’ha nettamente staccata — almeno a Bologna e Città metropolitana — dal suo compagno di partito, Francesco Sassone.
Nessuno in Emilia-Romagna ha fatto meglio di lei, neppure nell’unica roccaforte del centrodestra, la circoscrizione di Piacenza, dove Giancarlo Tagliaferri, imprenditore già presente nel parlamentino regionale, ha preso sì e no la metà dei suoi voti.
Il silenzio dopo il voto
Con la vittoria di Michele de Pascale, dunque, Evangelisti, avvocato di professione, tornerà in Assemblea legislativa, dopo essere già stata in prima linea in tutti questi anni di presidenza di Stefano Bonaccini a suon di interrogazioni alla giunta e non solo sui più svariati temi, dalla sanità al territorio, dai trasporti alle imprese. Anni che, come lei stessa li ha definiti in occasione della presentazione della sua lista, non sono stati facili a causa di «un’amministrazione sempre pronta a riversare le responsabilità degli accadimenti in Emilia-Romagna sul governo Meloni».
E anche per questo, in quell’occasione e non solo, si era detta pronta, insieme alla sua coalizione, a «governare» con Ugolini e a «rispondere a quei cittadini che chiedevano di cambiare le cose». «Non si molla di un centimetro — ha detto fino all’ultimo giorno di campagna elettorale —. Sempre tra la gente e con la gente». Ma lunedì massimo silenzio, nessun commento al voto.
I banchetti e i selfie con La Russa e Arianna Meloni
Nella possibilità di un ribaltone in una regione storicamente rossa, «di poter affidare la regione a mani sapienti come quelle di Ugolini» o, ancora, in una «liberazione» come talvolta è stata definita anche dai leader di partito di centrodestra sulla falsa riga di quanto detto anche tra il 2019 e il 2020 per le passate elezioni da Matteo Salvini soprattutto, lei e i suoi alleati ci hanno creduto fino alla fine, o per lo meno lo hanno sempre affermato con convinzione, girando in lungo e in largo la città, la regione e allestendo banchetti, a partire dalle zone alluvionate, ma anche nei territori montani e in quelli più sperduti.
E, come i tempi attuali richiedono, scattando foto e selfie: tanti gli scatti di Evangelisti con il viceministro Galeazzo Bignami, come anche quelli con Stefano Cavedagna, tra i più votati alle passate Europee e ora in Europarlamento. E poi, quello con il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e con Arianna Meloni, accompagnato da una citazione sui social: «Noi siamo coraggio, forza, tensione, siamo concentrazione. Con una super donna, Arianna Meloni».
L’appello al voto e l’astensionismo
Sulla potenza dei social, anche Evangelisti ha cercato di puntare fino alla fine, pure con un ultimo appello al voto davanti al seggio numero sei domenica sera, ma i dati dell’elevatissimo astensionismo farebbero dire una cosa: sul riuscire a riportare le persone alle urne, i social e la rete non hanno funzionato al momento.
Ci vorrà qualcosa di più. Alla fine la vittoria non è arrivata: l’assenza della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla chiusura della campagna elettorale di Ugolini la scorsa settimana aveva in realtà lasciato presagire tale pronostico anche tra le fila del centrodestra (è l’ipotesi di qualche osservatore). Ora si riparte dall’opposizione.
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